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Tutti i progetti Gruppo B e Gruppo S attivi nel 1986

Toyota MR 222D

Quanti e quali erano i Costruttori che nel 1986 avevano realizzato o stavano sviluppando un progetto Gruppo B o Gruppo S? La domanda è fondamentale, guardando l’attuale deriva del rallismo, per capire quali conseguenze ebbe l’improvviso cambio regolamentare. Bene, cominciamo da un dato secco: i Costruttori coinvolti tra Gruppo B e Gruppo S erano 11. Con tre vetture a testa avrebbero schierato 33 vetture della classe regina

Abbiamo spesso parlato del Gruppo B. Sul sito è presente una bibliografia decisamente ricca. Ne abbiamo parlato analizzando un po’ tutte le sfaccettature del periodo, che fu la grande epopea dei rally. Abbiamo raccontato aneddoti, storie, gare, lotte, vetture, piloti e copiloti. Tanti approfondimenti, altrettanti flash di richiamo. Cartoline di un’epoca ritenuta leggendaria. Che, a torto o a ragione, lo fu per davvero…

Ma quanti e quali erano i Costruttori che nel 1986 avevano realizzato o stavano sviluppando un progetto Gruppo B o Gruppo S? La domanda è fondamentale, guardando l’attuale deriva del rallismo, per capire quali conseguenze ebbe l’improvviso cambio regolamentare. Bene, cominciamo da un dato secco: i Costruttori coinvolti tra Gruppo B e Gruppo S erano 11. Con tre vetture a testa avrebbero schierato 33 vetture della classe regina, con quattro vetture a squadra, le auto ufficiali o semi sarebbero state 44.

Lancia

Aveva appena introdotto la Delta S4, vettura molto competitiva e con ottimi margini di sviluppo, dalla quale avrebbe potuto essere derivata una Gruppo S (quella che noi conosciamo come ECV). È un’auto da assoluto che vale la 205 T16. Cambiando il regolamento fu fortunata a poter disporre di un modello “adatto” omologabile e fortunata che tale modello si rivelò subito competitivo ed affidabile. Poi, con le successive evoluzioni, fu tutta una questione di straordinaria bravura del team nel trasformare la Delta in una macchina da guerra.

Peugeot

Disponeva, obiettivamente, della Gruppo B più competitiva (sicuramente quella più sviluppata nel 1986, essendo sulla breccia da un anno e mezzo) e, voci dell’epoca, sostengono che ci fossero ancora margini di sviluppo, anche in previsione Gruppo S. Nel passaggio al Gruppo A, la Casa francese non disponeva di modelli competitivi.

Audi

La Quattro S1 pagava la disposizione meccanica sfavorevole (motore anteriore a sbalzo e telaio di derivazione di serie anziché tubolare), pur restando un’auto veloce. All’Audi, tuttavia, si lavorava in previsione Gruppo S, in direzione di un modello a motore centrale e sviluppato appositamente per le corse. Fu la sola squadra ad abbandonare il campionato 1986, già dopo il Tour de Corse e curiosamente, pur essendo stata una delle prime marche a disporre di Gruppo A (ben due, la 80 quattro e la coupè quattro), non si impegnò per restare competitiva, puntando sulla più improbabile delle vetture da rally, la mastodontica 200 quattro. Ottiene una significativa vittoria al Safari e poi lascia definitivamente i rally.

Ford

Dopo molti investimenti, in termini di tempo e denaro, con notevole ritardo sul progetto debutta nel 1986 con la RS200. La vettura è molto competitiva e mostra margini di vittoria e di sviluppo. Il cambiamento regolamentare blocca l’auto quando Ford sembrava avviata a diventare la principale antagonista di Lancia e Peugeot. Per il Gruppo A la Ford potrebbe disporre di un’auto “adatta”, la Sierra XR4, ma le poche volte che viene schierata in gara non convince i vertici, che le preferiscono la Cosworth a trazione posteriore, un’auto complessivamente buona ma tagliata fuori, come tutte le 2WD, dalla competizione per il titolo. Negli anni successivi la Ford dovrà investire ingenti capitali e risorse per riuscire a mettere insieme una Gruppo A davvero valida, riuscendoci infine con la Escort. Che tuttavia non sarà mai vincente.

Austin

La casa madre (British Leyland) è quasi alla fine del proprio ciclo vitale ed attraversa una crisi finanziaria che le sarà poi fatale. Tuttavia si impegna per la realizzazione della sua Gruppo B, la MG Metro 6R4. L’auto adotta scelte tecniche controverse, a partire dal motore aspirato, che ne limitano un po’ la competitività e la diffusione, però telaio ed assetto sono buoni. Dal punto di vista telaistico, Audi esclusa, è probabilmente la Gruppo B più tradizionale (e solida), il che sarebbe stato un vantaggio se si fosse deciso di proseguire l’esperienza mondiale con vetture rinforzate. Nessuna possibilità per la Austin di mettere insieme una Gruppo A competitiva, sia per mancanza di modelli idonei sia per mancanza cronica di soldi.

Citroen

La BX 4 TC, con dimensioni elefantiache, è poco potente ed è fragilissima. Adotta l’azzeccato schema Audi (motore anteriore a sbalzo): solo che l’Audi è così di serie da 4-5 anni e più di tanto non si può fare, la BX invece l’hanno proprio realizzata così. Riassumendo, un disastro. Come la cugina Peugeot, nessun modello di gamma adatto al vertice di un Campionato di Gruppo A.

Toyota

Ancora in gara con la Celica Turbo TC, regina d’Africa, nel 1986 sta investendo molte risorse nella sua Gruppo S. Della MR 222 non si sa molto, se non il rapporto peso/potenza (1, pari a 750 kg per 750 CV). Con il cambio regolamentare si ritrova a dover ripartire da capo con un nuovo progetto, nel frattempo viene fatta correre, senza ottenere granché, la Supra a trazione posteriore (era in testa al Bandama prima del ritiro della squadra per l’incidente in elicottero che coinvolse Liddon). La Celica GT-4 debutta solo nel 1988 e passerà ancora un anno prima che diventi competitiva. Però poi si rivela una delle migliori vetture da rally di sempre, portando allori e trionfi alla casa giapponese.

Mitsubishi

In Ralliart si lavorava in previsione Gruppo S sulla Starion 4WD, che verrà trasformata con scarsi risultati, tranne nel Campionato Asia-Pacifico, in Gruppo A. Sono quindi costretti a varare il progetto Galant, che si rivelerà complessivamente buono, ma non condurrà ad alcun titolo. Per quello bisognerà aspettare ancora 2-3 anni, la Lancer e Makinen.

Opel

Dal 1984 la casa di Francoforte lavora su di una Kadett Gruppo B e anche sulla versione Gruppo S a trazione integrale e motore centrale anteriore. La vettura viene fatta correre alla Dakar 1986 e si parla insistentemente del futuro rientro ufficiale nel mondiale rally. Chiusa l’era Gruppo B, la Opel non dispone più di vetture “adatte”, almeno fino alla Calibra 4×4, che comunque non correrà mai ad altissimo livello.

Seat

Nel 1986 si lavorava sull’Ibiza Marathon, in previsione di un prossimo ingresso nel Mondiale. Nessuna possibilità di mettere insieme una Gruppo A competitiva.

Lada

Pochissime notizie e rarissime immagini di una vettura Gruppo B, ma considerato che sarebbe stato difficile produrne 200, viene da pensare che sarebbe stato altamente improbabile realizzarne 5000 in un anno.