,

Opel Calibra 4×4 Turbo: il fulmine visto al Rally di Svezia 1993

Stig Blomqvist e Benny Melander con la Opel Calibra 4x4 Turbo al Rally Svezia 1993

Le automobili aerodinamiche possono essere belle. Spesso, però, sono basse, poco confortevoli ed esprimono le loro pretese sportive riducendo lo spazio interno a quello utile per accogliere 2 persone e una valigetta. Non fu questo il caso della Calibra. Con un CX da record di 0,26 era slanciata, ma anche abbastanza spaziosa per accogliere 4 persone e 300 litri di bagagli. Non a caso, questa vettura fu omologata nei rally, in Gruppo A, classe A8, nel 1993 e rimase omologata fino al 2004.

Il 29 maggio 1989, quando la iconica Opel GT sembrava ormai un lontano e irripetibile ricordo al Salone di Francoforte del 1989, la Casa di Rüsselsheim stupì ancora una volta tutti presentando Calibra, una spettacolare coupè 2+2 realizzata sulla stessa piattaforma della prima generazione della berlina Vectra.

La stampa specializzata dell’epoca ne parla come di qualcosa di straordinario. Un’automobile così non si era mai vista prima con una linea forte ed elegante, ma al contempo sportiva e aggressiva. Entrata in produzione nel giugno 1990, Opel Calibra si impose all’attenzione del pubblico grazie a una linea indubbiamente indovinata sia dal punto di vista estetico che aerodinamico.

Le automobili aerodinamiche possono essere belle. Spesso, però, sono basse, poco confortevoli ed esprimono le loro pretese sportive riducendo lo spazio interno a quello utile per accogliere 2 persone e una valigetta. Non fu questo il caso della Calibra. Con un CX da record di 0,26 era slanciata, ma anche abbastanza spaziosa per accogliere 4 persone e 300 litri di bagagli.

Economicità nell’uso quotidiano e prezzi concorrenziali furono alla base dell’indiscutibile successo commerciale della coupè tedesca. La Opel Calibra viene prodotta nel corso di otto anni, sfiorando i 290 mila esemplari, che ancora oggi testimoniano la popolarità di questa coupè con la quale la Casa tedesca interpretò felicemente il rinnovato interesse del pubblico europeo degli Anni Novanta per automobili gran turismo eleganti e sportive, oltre che fruibili nell’utilizzo quotidiano.

Non a caso, questa vettura fu omologata nei rally, in Gruppo A, classe A8, nel 1993 e rimase omologata fino al 2004. Ma andiamo per gradi. Inizialmente proposta con un 4 cilindri 2,0 litri (in versione monoalbero a 2 valvole per cilindro da 115 cavalli e bialbero a 4 valvole da 150 cavalli), Calibra fu quasi subito disponibile anche in versione a trazione integrale.

In seguito, anziché riposare sugli allori, Opel approfittò del momento magico per fare della Calibra un forte simbolo del suo marchi e realizzò anche una versione Turbo 4×4 con motore da 204 cavalli e cambio a sei marce. Nel 1994 divenne disponibile anche con un 6 cilindri a V di 2498 cc a 24 valvole da 170 cavalli, che le permetteva di raggiungere i 100 all’ora in 7″8 secondi.

Con questa coupé da 245 chilometri orari, la Opel si spingeva in zone che in precedenza erano dominio esclusivo di modelli sportivi. Non è un caso, dunque, che Opel Calibra vanti anche un buon curriculum sportivo. E non mi riferisco al più famoso esordio del 1994 nel DTM tedesco, o al successo due anni dopo nel Campionato Internazionale Turismo (ITC) con il pilota tedesco Manuel Reuter e una speciale versione a trazione integrale e motore V6 da 500 cavalli.

La Calibra è stata omologata prima nei rally, con il codice ‘A5477’. Nel WRC ha corso la versione da 1998 cc 4×4 Turbo da 285 cavalli a 6500 giri/minuto, che per i parametri dell’epoca (il moltiplicatore era 1,7) equivaleva ad una vettura di 3397 cc con motore aspirato.

Henrik Lundgaard e Freddy Pedersen al Rally MonteCarlo 1995
Henrik Lundgaard e Freddy Pedersen al Rally MonteCarlo 1995

La Opel Calibra alla volta del Mondiale Rally

La Calibra nei rally, passata anche tra le mani di Stig Blomqvist, era dotata di turbocompressore KKK K16 (turbina con diametro 55,2 mm, compressore in alluminio diametro 60,9 mm) con intercooler aria/aria e flangia da 38 mm, iniezione elettronica Bosch Motronic M2.7 (nel 1995 la flangia era di 34 millimetri, ma la vettura era troppo potente e poco gestibile).

Si è sempre rivelata un’auto solida, grazie ad un telaio monoscocca in acciaio della piattaforma GM2900 con controtelaio in acciaio con gabbia di sicurezza e sospensione anteriore (scocca in acciaio a 3 porte coupé con paracolpi in plastica). Le sospensioni anteriori erano a schema MacPherson con forcella a L inferiore, molla elicoidale, ammortizzatore telescopico a gas e barra antirollio.

Quelle posteriori avevano il braccio di trascinamento/semi-trascinamento con molla elicoidale, ammortizzatore telescopico a gas e barra antirollio. La Opel Calibra era dotata di dischi ventilati anteriori con un diametro da 284 millimetri con una pinza in ghisa, o diametro 310/325/330 /355 millimetri e pinze da 4/6 pistoncini in alluminio. I dischi posteriori avevano un diametro di 270 millimetri con una pinza, o dischi ventilati da 295 con pinza da 4 pistoncini in alluminio.

Nel Mondiale Rally ha disputato due gare nel 1993, una nel 1995 e una nel 1998, per un totale di quattro rally iridati. Nel 1993 ha corso con Stig Blomqvist e Benny Melander in Svezia, dove si è ritirata per un problema al motore, e con Erwin Doctor e Theo Badenberg in Spagna, dove non ha concluso la gara per un problema alla pompa dell’olio.

Nel 1995 Henrik Lundgaard e Freddy Pedersen hanno disputato il Rally MonteCarlo, ritirandosi per la rottura della trasmissione. Infine, nel 1998, la Caliba è al via del Rally Sweden con Kjell Hansson e Sten-Ove Olsson. Questa volta si classifica. In ventiseiesima posizione assoluta.

Macchina “sviluppata” in Inghilterra dalla MSD di David Whitehead, aveva grossi problemi di surriscaldamento, come la Sunny Gruppo A, e peso. L’intercooler alto, una volta ‘calda’, non raffreddava a dovere l’aria del turbo, anzi, cuocendo la testa, e perdeva un sacco di potenza.

L’assenza di prese e sfoghi d’aria erano concause. Stradale era un bel mezzo, ma nulla a che vedere, dinamicamente, alle ‘rivali’ come Delta, Celica, Escort… Tornando al paragone con la Sunny GTI-R, almeno la giapponese in versione Gruppo N era al top, in Gruppo A soffrivano dello stesso identico problema, oltre al fatto che a spuntarla contro Lancia, Toyota e Ford poi, era impossibile.

Sempre sul fronte Nissan-Opel entrambe hanno in comune le sorelline 2 Litri aspirate competitive in F2. La Calibra con Thiry (esemplare Msd gestito da Opel Belgium) nel Campionato Belga Rally e nel Mondiale Rally, la Sunny con i vari Tommi Makinen, piuttosto che Alister McRae nel BRC e WRC. La versione che correva in pista (DTM, quindi D1) era 2,5 litri V6 aspirata, come la 155 V6 TI DTM. Fatta e gestita dalla Schintzer, titolare dei programmi ufficiali Opel. Un vero e proprio mostro di tecnologia.

La vettura della produzione di serie

Nel 1997, dallo stabilimento di Rüsselsheim, in Germania, usciva di produzione l’ultimo esemplare di Opel Calibra, l’iconica vettura che aveva rivitalizzato il mercato europeo delle coupé. Realizzata sulla stessa piattaforma della prima generazione di Opel Vectra, entrò in produzione nel giugno 1990, ma da quando era stata presentata al pubblico in anteprima mondiale al Salone di Francoforte del settembre 1989 aveva fatto subito sensazione.

Sotto una linea indubbiamente indovinata sia dal punto di vista estetico che aerodinamico (Cx 0,26) si nascondeva un abitacolo spazioso per 4 persone e 300 litri di bagagli. Economicità nell’uso quotidiano e prezzi concorrenziali furono altre ragioni del successo commerciale di Opel Calibra. In sintesi, con questa coupé Opel interpretò felicemente il rinnovato interesse del pubblico europeo degli Anni Novanta per automobili eleganti e sportive, ma assolutamente fruibili dell’uso quotidiano. Il raffinato progetto di Erhard Schnell era destinato a diventare un classico.

Oggi i 238.647 esemplari prodotti in sette anni ci dicono che Opel Calibra è stata una delle sportive di maggior successo mai vendute in Europa ed indiscutibilmente un fenomeno italiano dove, nel 1992, arrivò a rappresentare da sola un terzo dell’intero segmento delle sportive. In quegli anni il solo mercato italiano assorbì più del 10% dell’intera produzione di questa coupé ed i suoi oltre 27.000 clienti italiani si organizzarono in un club, costituito nell’Aprile 1992, che li riuniva ogni anno in un autodromo italiano.

Inizialmente proposta con un 4 cilindri di 2,0 litri (monoalbero a 2 valvole per cilindro da 115 CV e bialbero a 4 valvole da 150 CV), Opel Calibra fu quasi subito disponibile anche in versione a trazione integrale. Le richieste del pubblico però andavano oltre le aspettative e superavano la disponibilità: nel 1991 fu prodotta nella cifra-record di 67.443 esemplari, parte dei quali in un impianto aperto appositamente in Finlandia.

Sull’onda di questo successo, anziché riposare sugli allori, Opel approfittò pertanto del momento magico per fare di Calibra un forte simbolo del suo marchio e, nel 1992, realizzò la versione Turbo 4×4 con motore da 204 CV (150 kW) e cambio a 6 marce. Due anni dopo arrivò anche una versione equipaggiata con un 6 cilindri a V di 2.498 cc a 24 valvole da 170 CV (125 kW) che le permetteva di raggiungere i 100 km/h con partenza fermo in 7.8 secondi. Con questa coupé da 245 km/h Opel si spingeva in zone che in precedenza erano dominio esclusivo di esotici modelli sportivi.

Sulla base di quest’ultima fu realizzata una versione per le competizioni dotata di un V6 da 500 CV e trazione integrale che vanta anche un buon curriculum sportivo. Dopo aver esordito nel 1994 nel campionato tedesco DTM, la Opel Calibra V6 4×4 si impose due anni dopo nel Campionato Internazionale Turismo (ITC) con il pilota tedesco Manuel Reuter.

Il nome Calibra deriva dalla parola inglese “calibre” che, secondo il dizionario Oxford, significa “levatura, importanza, rango, capacità”. Scegliendo questo nome il costruttore intese sottolineare la speciale personalità e la qualità di un modello destinato a rilanciare il concetto europeo di automobile granturismo. Come previsto da una strategia introdotta qualche anno prima dalla Casa tedesca con i modelli precedenti (Opel Corsa, Omega, Vectra), anche il nome di questa coupé, come quelli di tutte le autovetture Opel, terminava con la lettera “A”. I nomi dei veicoli commerciali terminavano invece con la lettera “O”.