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Gruppo B, Ford RS200: la sua colpa fu il ritardo

La Ford RS200 Gruppo B ha avuto vita breve

Dopo aver fallito nel cacciare Gordon Murray, che poi andò a lavorare alla Brabham (Bernie Ecclestone si oppose), Turner si rivolse ad altri ingegneri di livello. Raccolse i progetti di John Wheeler e Tony Southgate (noti per i loro successi in F1) e chiese a Ghia di progettare la carrozzeria, insistendo sul fatto che il parabrezza non fosse troppo inclinato, in modo da evitare problemi di abbagliamento. La struttura monoscocca della vettura utilizza soluzioni e materiali all’avanguardia, basati su box in fibra di vetro, carbonio, alluminio e nido d’ape.

La Ford RS200 è l’unica vettura del Gruppo B ad essere stata progettata da zero per questa categoria, con una carrozzeria specifica diversa da qualsiasi modello di produzione. La sua unica colpa è stata quella di essere arrivata troppo tardi per poter svolgere un ruolo da protagonista. Questo ritardo può essere spiegato dall’implementazione del programma dopo il progetto Escort RS 1700 Turbo, inizialmente previsto per difendere i colori del marchio.

Con la Escort che si è rivelata un vicolo cieco, Walter Hayes, capo della Ford, riportò Stuart Turner al capo del reparto gare nel 1983 per sviluppare l’arma della vittoria. Per Turner (creatore della GT70 in particolare), l’auto doveva avere trazione integrale e motore turbo in posizione centrale. Dopo aver fallito nel cacciare Gordon Murray, che poi andò a lavorare alla Brabham (Bernie Ecclestone si oppose), Turner si rivolse ad altri ingegneri di livello.

Raccolse i progetti di John Wheeler e Tony Southgate (noti per i loro successi in F1) e chiese a Ghia di progettare la carrozzeria, insistendo sul fatto che il parabrezza non fosse troppo inclinato, in modo da evitare problemi di abbagliamento. La struttura monoscocca della vettura utilizzava soluzioni e materiali all’avanguardia, basati su box in fibra di vetro, carbonio, alluminio e nido d’ape.

Logicamente il motore era il Cosworth BDT (versione T “belt-drive”) previsto per il progetto Escort RS 1700, ma la cui cilindrata era stata aumentata a 1.803 cc e la cui potenza raggiungeva i 250 CV nella versione stradale e fino a 450 in configurazione rally. Se l’architettura complessiva della vettura era simile a quella della Peugeot 205 T16, si differenzia per la posizione longitudinale del motore e per la trasmissione, che aveva un cambio nella parte anteriore e due alberi di trasmissione in modo da evitare i problemi di abbagliamento. La struttura monoscocca della vettura utilizzava soluzioni e materiali all’avanguardia, basati su box in fibra di vetro, carbonio, alluminio e nido d’ape.

Nel marzo 1984 la vettura fu presentata alla direzione della Ford, la quale diede l’omologazione per la produzione di cinque prototipi, poi fu svelata al pubblico al Salone di Torino, nel novembre 1984. Mentre il programma iniziale prevedeva la partecipazione al Campionato del Mondo dalla metà del 1985, problemi di sviluppo spostarono le operazioni e l’avvio degli esemplari permettendo di arrivare al totale di 200 richieste per l’omologazione, che sarebbe stata completata alla fine del 1985.

Infine, la prima apparizione della RS200 al Campionato del Mondo avvenne nel febbraio 1986 al Rally di Svezia, dove il locale Kalle Grundel vinse diverse tappe e finì terzo dietro il 205 T16 di Kankkunen e il Delta S4 di Alen. È un risultato promettente, ma il tripudio è breve: l’appuntamento successivo è il Rally del Portogallo in cui Joaquim Santos, a cui è stata affidata una RS200, esce di strada e provoca la morte di tre persone.

La RS200 sarà vista solo in due eventi del Campionato: al Rally dell’Acropoli dove Blomqvist e Grundel sono in testa prima del ritiro (trasmissione) e al RAC Rally dove il miglior risultato è quello di Grundel, un quinto posto.

La sospensione del Gruppo B alla fine della stagione 1986 pose fine alla carriera rallystica della RS200 prima ancora che potesse esprimere il suo pieno potenziale. Prima di questa interruzione Ford stava lavorando ad una “Evolution” con un motore da 2137 cc, il BDT-E progettato da Brian Hart e in grado di raggiungere gli 800 CV. Verranno realizzate venti nuove versioni, ma non si vedranno mai in un rally del WRC. Dopo la fine del Gruppo B, la RS200 vivrà un’altra vita, specialmente nel rallycross dove la sua manovrabilità ha funzionato a meraviglia.