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La lezione del Monte 1984 dimenticata al Sanremo 1986

Monte 1984

Sono le 21:30 circa al Porto di Monaco, dove è fissato il palco partenza dell’ultima notte. La 037 di Andruet-Cresto, non vuol saperne di avviarsi e mentre il tempo scorre e l’agitazione cresce, Jean Claude chiede il permesso ai commissari di poter aprire il cofano motore per far dare una controllata a Sergio.

Quando si parla del Sanremo 1986 e della vicenda minigonne con annessa squalifica della Peugeot a metà gara, non lo si può fare senza tenere conto di quanto raccontato in un trafiletto a margine della gara da Carlo Cavicchi sulle colonne di Rombo, ed accaduto nel 1984 durante il Rally di Monte-Carlo e che vide protagonisti i Commissari di Gara, Andruet, Cresto e Cesare Fiorio.

Sono le 21:30 circa al Porto di Monaco, dove è fissato il palco partenza dell’ultima notte. La 037 di Andruet-Cresto, non vuol saperne di avviarsi e mentre il tempo scorre e l’agitazione cresce, Jean Claude chiede il permesso ai commissari di poter aprire il cofano motore per far dare una controllata a Sergio.

Permesso che viene accordato e che permette all’italiano di New York, di controllare velocemente i contatti dei fili delle candele risolvendo immediatamente il problema. Prendono quindi il via per la Tappa Finale ed affrontano le prime cinque prove speciali in programma per poi rientrare al porto da dove erano partiti alle 05:38 del mattino.

Quando alle 6:30, Cresto va a riprendere la tabella, i commissari sportivi gli comunicano la decisione di averli messi fuori gara per intervento in regime di parco chiuso. Una decisione che doveva essere comminata subito e non dopo 5 Prove Speciali in cui sarebbe potuto accadere di tutto.

Secondo l’avvocato Causo, secondo le dinamiche accadute, sarebbe possibile fare ricorso e vincerlo facilmente provocando però l’inevitabile annullamento del Rally. Cesare Fiorio decide quindi di non procedere dato che l’annullamento non avrebbe portato che danni d’immagine agli organizzatori del Rally più celebre del mondo e non avrebbe reso giustizia alla gara incolore delle Lancia.

Alla luce di questo, come fu possibile che lo stesso Cesare Fiorio, non abbia pensato che la squalifica a metà gara delle Peugeot 205 T16 al Sanremo 86, avrebbe potuto essere un boomerang nel caso in cui (come poi avvenuto) la decisione fosse stata ritenuta illegittima?

Tanto l’avvocato Causo quanto Cesare Fiorio si erano scordati di un episodio così clamoroso e raro? Resta il fatto che all’epoca, nessun giornalista abbia fatto un collegamento tra i fatti cercando di scoprire i veri motivi di quella che ai più, apparve come una decisione avventata da parte di Fiorio.