Fiat-Abarth SE030 Pininfarina alla base del progetto SE037
La X1/8 è stata riconfigurata come X1/20 per diventare “la prima auto interamente sviluppata e costruita da Pininfarina”. Il Salone di Torino di fine ottobre 1974 doveva fare da trampolino di lancio per la versione di produzione ma prima che venisse svelata pubblicamente Fiat volle una variante da valutare come potenziale in sostituzione dell’Abarth 124. Fiat aveva acquisito la Abarth nel 1971, e le aveva commissionato la collaborazione con Pininfarina su un prototipo X1/20 adeguatamente aggiornato per il Giro d’Italia 1974 tenutosi tra il 15 e il 20 ottobre. Era la Fiat-Abarth SE030.
La Fiat-Abarth SE030 era l’antenata della Lancia Beta Montecarlo e della leggendaria Gruppo B SE037. Si parta dal progetto Pininfarina X1/8, ridisegnato a X1/20, si aggiunga il codice di sviluppo cambiato in SE030 da Abarth e si otterrà la Lancia Montecarlo. Sarà un caso se molte leggende del rally e delle corse circuiti sono nate da auto basate su questa SE030? Lo sapeva bene già nel 1974 anche Giorgio Pianta con Christine Beckers. L’aveva guidata la Fiat-Abarth SE030 Pininfarina Prototipo Gruppo 5 col numero 527 al Giro d’Italia.
Il progetto della Fiat-Abarth SE030 fu gestito dal direttore tecnico, Mario Colucci, e supervisionato dal direttore, Aurelio Lampredi. Quando la Fiat decise di costruire un’auto sportiva a motore centrale all’inizio degli anni Settanta invitò le proposte di Bertone e Pininfarina. La Bertone X1/9 meno costosa è stata selezionata per la produzione mentre la X1/8 più grande di Pininfarina è stata messa sotto alla naftalina. Della serie, “tienila lì, non si sa mai”. Infatti, un paio di anni dopo la Fiat decise di volere un modello medio leggermente più grande nella gamma in produzione.
La X1/8 è stata riconfigurata come X1/20 per diventare “la prima auto interamente sviluppata e costruita da Pininfarina”. Il Salone di Torino di fine ottobre 1974 doveva fare da trampolino di lancio per la versione di produzione ma prima che venisse svelata pubblicamente Fiat volle una variante da valutare come potenziale in sostituzione dell’Abarth 124. Fiat aveva acquisito la Abarth nel 1971, e le aveva commissionato la collaborazione con Pininfarina su un prototipo X1/20 adeguatamente aggiornato per il Giro d’Italia 1974 tenutosi tra il 15 e il 20 ottobre.
Il progetto fu, appunto, affidato al direttore tecnico, Mario Collucci, e supervisionato dal responsabile Abarth, Aurelio Lampredi. Poiché la nuova vettura si sarebbe battuta nella classe 5 per i prototipi stradali, Abarth non era molto vincolata da regolamenti.

Pininfarina con poco tempo a disposizione consegnò due body X1/20 in acciaio ad Abarth. Questi furono spogliati dei loro pannelli esterni poi alleggeriti e rinforzati. A questo punto iniziò davvero la trasformazione in configurazione Abarth SE030. Visivamente la SE030 è stata sottoposta a una revisione radicale rispetto al punto di partenza.
A parte il profilo della cabina di pilotaggio e le porte, tutto il resto è stato rifatto da capo a fondo: parafanghi, pannelli esterni, finestrini laterali e posteriori in plexiglas. All’anteriore sono stati installati due luci da entrambi i lati e un’enorme apertura per il radiatore. Furono mantenuti i fari convenzionali simili al tipo usato dalla versione di produzione e la parte centrale del coperchio anteriore fu abbassata di molto.
In cima a un parafango anteriore c’era un tappo del serbatoio e un grande condotto. Altre soluzioni di raffreddamento sono state ricavate lungo i fianchi e la firma “airbox” della SE030 era montata sul coprimotore. Tutti e quattro le cavità delle ruote erano state rilavorate e la fascia della coda serviva per iniettare ancora aria fredda sul gruppo propulsore. Due enormi scarichi facevano il resto.
Come il Tour de France, il Giro d’Italia era un mix di corse circuiti e salite in collina collegate da tratti stradali regolari. Il team Fiat rally aveva in gara quattro vetture: due prototipi Fiat Abarth X1/9 Gruppo 5, una 124 Abarth Rally Gruppo 4 e un misterioso prototipo Abarth SE030 con Giorgio Pianta e la navigatore Christine Beckers. Nessuno si aspettava quella strana e piccola Abarth. Il team seguiva anche un altro prototipo X1/9 con il pilota Ferrari F1 Clay Regazzoni e Gino Macaluso. Entrambe le auto erano state rifinite nella familiare livrea a strisce rosse e gialle dell’Abarth.
Gara iniziata il 15 ottobre 1974 con cinque giorni di estenuante competizione. L’itinerario comprendeva otto gare in circuito, quattro in salita e 2015 km di tratti stradali pubblici. La classifica aggregata finale del Giro d’Italia racconta che a vincere furono Andruet e Biche con la Lancia Stratos Turbo. Giorgio Pianta e Cristine Becker arrivarono secondi assoluti con l’Abarth che nessuno di oro aveva mai visto prima. La SE030 aveva sorprendentemente segnato un secondo posto notevole al debutto.
Una settimana dopo la SE030 utilizzata sul Giro fu esposta dalla Fiat al Salone di Torino. Ma non corse mai più. Per motivi di marketing, la Fiat decise di utilizzare la sua 131 per i rally del 1975. È così saltò l’atteso debutto torinese della X1/20.
Apparve a Ginevra nel marzo 1975 come Lancia Montecarlo. Fiat aveva acquistato la Lancia nel 1969 e sentiva che questo modello di fascia media avrebbe venduto bene. Inoltre, in seguito alla Abarth SE030, la Lancia Montecarlo ha fornito le basi per Beta Turbo Gruppo 5 del 1979 e per la Abarth SE037 Gruppo B del 1982.