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WRC 1998: fortuna o sfortuna? L’opinione di Makinen

tommi makinen, finlandia 1998

Giorni drammatici chiuso nella sua stanza d’albergo ad attendere l’esito, che sembrava scontato, di una gara che invece gli ha consegnato il terzo sigillo iridato. Il finlandese racconta le emozioni e i sentimenti, nel fantastico anno in cui il suo Paese ha conquistato anche il Mondiale F1 con Hakkinen. Carlos Sainz ha attribuito alla fortuna il merito del terzo successo mondiale del pilota nordico, il quale spiega però perchè non è d’accordo.

di Tommi Makinen*

Il pensiero del round finale del Campionato Piloti mi intimoriva. Già in Australia, durante la premiazione, non mi sentivo bene. Ricordando i problemi avuti lo scorso anno, prima del Rally di Gran Bretagna, ero molto preoccupato, ma fortunatamente quest’anno la situazione non era così grave. Era solo un’influenza di stagione. Ho disdetto tutti gli incontri promozionali per la Mitsubishi ai quali ero atteso in Gran Bretagna e sono andato in Finlandia, dove un amico medico si è preso cura della mia salute, rimettendomi in piedi velocemente. Il dottore mi ha però detto di fare molta attenzione, per evitare il rischio di ricadute, e così me ne sono stato in casa, a letto, per alcuni giorni. La mia casa in Finlandia, anche se a voi può sembrare strano, vista la latitudine, è il luogo migliore in cui stare al caldo per riacquistare le forze.

Il Rally di Gran Bretagna è l’unico rally del Campionato Mondiale le cui speciali si svolgono su superfici miste. Questo fatto rende la gara difficoltosa, perché da quelle parti, in autunno, non si riescono a prevedere le condizioni meteorologiche. Il problema viene aggravato dal fatto che tra un parco assistenza e l’altro vi sono quattro o persino cinque prove speciali. Se le strade sono asciutte possiamo adoperare pneumatici da asfalto per tutta la gara. Su asfalto sono talmente veloci che ci si può anche permettere di perdere del tempo sullo sterrato. Il problema deriva però dal fatto che con i pneumatici da asfalto ti manca quel “feeling” che solo le gomme da terra ti danno e quindi è molto più facile commettere un errore. Può essere pericoloso, come abbiamo avuto modo di constatare sulla nostra pelle…

La tradizione vuole che durante il Rally di Gran Bretagna faccia cattivo tempo e pertanto le strade non sono asciutte, quindi è preferibile utilizzare pneumatici da sterrato. Persino i rettilinei di alcune prove speciali su asfalto diventano sporchi man mano che la gara va avanti, e sei costretto a tagliare le curve in modo molto disinvolto anche se non lo vorresti fare. Lo puoi comunque fare con gomme da sterrato, però la strada peggiora sempre di più.

La vittoria al Rally di Australia ci ha dato il diritto di partire per primi nel rally inglese, la qual cosa, per il primo giorno, rappresenta certamente un vantaggio in quanto il fondo delle prove speciali è pulito. Ma nelle foreste del secondo e del terzo giorno l’ordine di partenza non è così importante. Tuttavia se fa freddo e c’è ghiaccio è sempre meglio partire davanti a tutti.

Sentite questa. È ormai tradizione consolidata che i piloti finlandesi prendano il via al Rally di Gran Bretagna, ma di fatto, per quanto mi riguarda, non ho mai conseguito un buon piazzamento. Il sesto posto dell’anno scorso è stato il migliore risultato della mia carriera! Devo ammettere che non ho partecipato molte volte a questo rally con una vettura da assoluto. La prima volta era il 1995: ero al comando ma all’inizio del secondo giorno di gara mi sono ritirato per una serie di guai tecnici. L’anno scorso non aveva senso rischiare oltre il lecito: stavo veramente male e per vincere il titolo mi bastava arrivare sesto. Ero stato in Inghilterra all’inizio della mia carriera ed avevo imparato molto correndo nelle foreste, ma si parla di molto tempo fa…e così ho preso il via di questa edizione con un ruolino di marcia nettamente inferiore a quello del mio grande rivale Carlos Sainz, che in Inghilterra ha già vinto due volte e che per sei volte è salito sul podio!

Una delle particolarità del Rally di Gran Bretagna è che si possono effettuare soltanto due passaggi a prova, contrariamente alle altre gare del Mondiale, dove i passaggi consentiti sono tre. Alcuni piloti conoscono già molto bene le prove speciali e pertanto, ogni volta che effettuano le ricognizioni, riescono a migliorare le note. Inoltre, il limite di velocità nelle ricognizioni è molto più basso rispetto alle altre gare del Mondiale, pertanto

c’è più differenza tra le prove e la gara. Nel prendere le note, ci vuole pertanto una grossa dose di concentrazione. Tuttavia c’è un aspetto positivo: i migliori 50 piloti effettuano le ricognizioni in gruppo su un numero stabilito di prove speciali ogni giorno e quindi si evita il problema di dover guidare assieme a piloti con scarsa esperienza nel prendere le note.

Prima del rally, tutti continuavano a chiedermi come mi sentivo, se avvertivo la pressione dell’evento, se ero nervoso ecc… Ebbene, vi confesso che mi sentivo completamente a mio agio e devo dire di ritenermi fortunato, perché normalmente queste situazioni non provocano effetti troppo negativi sul mio stato d’animo. Ovviamente avere un vantaggio di due punti in campionato è meglio che essere sotto di due punti, situazione in cui si trovava Carlos. Tuttavia è interessante notare che chi avrebbe potuto fare la differenza, non era il sottoscritto e non lo era Carlos. Era Colin McRae. Nonostante fosse già fuori dalla lotta per il titolo, tutti si aspettavano che vincesse e se ciò fosse successo, sarebbe sorto un grande problema per Carlos. Il distacco dal primo al secondo posto è di quattro punti, dal secondo al terzo è di due e dal terzo al quarto è di un punto. Se, per esempio, Colin avesse vinto la gara e Carlos fosse arrivato secondo, per me sarebbe stato più facile. E anche se Colin non avesse vinto, erano in molti a sostenere che il mio compagno di squadra Richard Burns avrebbe potuto vincere. In un modo o nell’altro questi due amici mi avrebbero aiutato. La mia tattica era di stare dietro a Carlos e di aspettare gli eventi. Penso che in questa gara la nostra macchina fosse migliore di quella di Carlos, meglio bilanciata rispetto alle difficili condizioni del fondo. Per quanto riguarda le gomme, Toyota e Mitsubishi adoperano le Michelin per cui in gara non ci sarebbe stata differenza, salvo nelle varie scelte, che sarebbero dipese esclusivamente dalle condizioni atmosferiche.

Arrivare a fine della stagione con la possibilità di diventare campione è stata una cosa meravigliosa. Dopo un inizio dell’anno disastroso era difficile immaginare di poter avere una simile occasione. Abbiamo accumulato una tale serie di ritiri che ormai eravamo praticamente rassegnati e ci sentivamo tagliati fuori dalla lotta per il titolo. E dire che si era trattato soltanto di circostanze sfortunate se tante piccole e stupide cose erano andate male…

La EVO V è arrivata soltanto dopo le prime quattro gare e ci è voluto del tempo prima di riuscire a sfruttare tutto il suo potenziale. Pensavamo che le differenze, rispetto alla EVO IV non fossero così enormi, ma quando abbiamo cominciato i test ci siamo resi conto che il lavoro da fare era veramente tanto e che non c’era abbastanza tempo per fare tutto quanto ci eravamo. In occasione del Rally di Gran Bretagna gli ingegneri avevano lavorato per rendere la macchina quanto più affidabile. Non avevamo il “bang-bang”, che avevamo provato in Australia e poi scartato.

Vi dico subito che… non è andata come avremmo voluto. Forse la premessa vi sembrerà strana ma è così. Nella prova speciale di apertura a Silverstone eravamo un po’ lenti e ciò era dovuto al fatto che la messa a punto non era perfetta, ma prima di affrontare la quarta prova sono riuscito ad apportare alcune modifiche. Prima del rally avevamo collaudato la macchina sullo sterrato, ma non sulle prove speciali previste la domenica. Non riuscire a provare per niente nella foresta è stata una cosa veramente negativa. Abbiamo montato pneumatici da asfalto perché le condizioni erano asciutte. Ebbene, la nostra gara è terminata dopo circa tre chilometri della speciale numero cinque… Eravamo in un tratto in discesa e improvvisamente la macchina è scivolata da un lato colpendo un ostacolo lungo il percorso; è stato come colpire un pezzo di quel ghiaccio nero e sporco che c’è a lato delle strade in inverno. C’erano due curve in sequenza e la visibilità non era buona. Nessuno ci aveva detto che in quel punto c’era dell’olio, anche se poi abbiamo saputo che i commissari ne erano a conoscenza. Non ricordo se quegli ostacoli di cemento c’erano già durante le ricognizioni, ma alcuni dicono che non c’erano. In ogni caso, la strada era talmente scivolosa che non abbiamo potuto fare nulla. La sospensione si è danneggiata malamente; siamo riusciti a percorrere la speciale su tre ruote ma poi ci siamo resi conto che la situazione stava diventando impossibile. Dovevamo ritornare a Silverstone e poi percorrere un lungo tratto di autostrada fino a Loughborough dove avremmo potuto riparare la macchina. Non ce l’avremmo mai fatta…

Tutto questo è successo domenica mattina. È cominciata così la lunga attesa per vedere i risultati di Carlos e sapere se si sarebbe aggiudicato i tre punti necessari per ottenere il titolo piloti. Sono stati due brutti giorni, sempre in attesa di notizie e alla fine abbiamo saputo che molto probabilmente non avremmo vinto il titolo. Quando si è costretti ad affrontare queste situazioni è sempre molto dura. Nel frattempo, la Toyota aveva perso il secondo pilota Didier Auriol, e ciò ha significato che anche se Carlos aveva un vantaggio per il titolo piloti, la nostra squadra aveva l’opportunità di vincere il titolo costruttori. Io seguivo l’evolversi delle situazioni dal mio hotel. Quel pomeriggio ormai famoso, ero quasi pronto a lasciare l’hotel e stavo rilasciando un’ ultima intervista ai miei amici della televisione finlandese. Il taxi stava già aspettando Risto e me per portarci all’aeroporto. Stavo parlando delle imprese di Carlos, di quello che stava facendo, del campionato mondiale che stava per vincere… quando è suonato il mio telefono cellulare. Era mio fratello che mi chiamava dalla prova speciale finale e mi informava dei problemi di Carlos. Gli ho risposto di non scherzare su una questione così seria, ma lui mi ha assicurato che quello che diceva era vero. Tutto questo proprio nel bel mezzo della mia intervista!

Per la Finlandia è stata una cosa stupenda! Prima Hakkinen e poi il sottoscritto. Entrambi campioni! Le notizie del ritiro di Carlos hanno sconvolto completamente i miei programmi. Vi confesso che ho provato una strana sensazione nel partecipare alla conferenza stampa post-rally in abiti normali, senza la mia tuta da gara. Ho provato delle sensazioni incredibili, ma al tempo stesso ero molto dispiaciuto per Carlos e quello non mi sembrava il modo giusto di vincere un titolo. Però, va anche detto che io sono stato molto sfortunato all’inizio del rally, mentre Carlos lo è stato alla fine. Avevo cominciato la gara con un vantaggio di due punti rispetto a lui e il modo in cui si è concluso il campionato fa parte del rallysmo. Carlos ha detto che secondo lui io sono un pilota fortunato, ma non sono completamente d’accordo. Non esiste la fortuna nel rallysmo, ma solo la sfortuna o la sorte ordinaria. Secondo me il mio incidente è stato un colpo di sfortuna, mentre i problemi di Carlos sono stati nell’ordine delle cose.

Vi voglio ringraziare per l’interesse con cui avete seguito la mia carriera ed i miei racconti in questi ultimi due anni. Spero vi siate divertiti nel seguire i rally del Campionato Mondiale e di esservi stato utile con le mie spiegazioni. Ora cedo il “testimone” e l’anno prossimo continuerete a seguire i successi della Mitsubishi Ralliart attraverso gli occhi del mio nuovo compagno di squadra Freddy Loix. Ma io sarò sempre con voi. Non vedo l’ora di ritrovarvi tutti!

*testo raccolto da Martin Holmes