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Storie e aneddoti sul Rallye Monte-Carlo

Ove Andersson e Jean Todt al Rally MonteCarlo del 1973 con la Alpine Renault-A110 S

Dal 1906 fu istituita una prova di regolarità durante un viaggio di andata e ritorno Parigi-Montecarlo, tra il 25 novembre e il 5 dicembre, per i nuovi modelli del Salone di Parigi. Quando fu creato nel 1911 dai monegaschi Gabriel Vialon e Antony Noghès, il Rally Monte-Carlo non era ancora un evento sportivo in senso stretto.

Il Rallye Automobile Monte-Carlo è organizzato dall’Automobile Club di Monaco e la cui località di partenza e di arrivo è il Principato di Monaco, anche se la maggior parte del percorso si svolge più a nord, in zona francese dipartimenti di Alpes-Maritimes, Ardèche, Drôme, Hautes-Alpes, Isère o anche Alpes-de-Haute-Provence, a seconda dell’anno. Questo evento si svolge sistematicamente in inverno, a gennaio. Si sente spesso – o si legge – sui media “Rally di Monte-Carlo”, ma il vero nome di questo evento non ha mai incluso la preposizione “di”.

Dal 1906 fu istituita una prova di regolarità durante un viaggio di andata e ritorno Parigi-Montecarlo, tra il 25 novembre e il 5 dicembre, per i nuovi modelli del Salone di Parigi. Quando fu creato nel 1911 dai monegaschi Gabriel Vialon (ufficiale giudiziario) e Antony Noghès (un tabaccaio di 20 anni, futuro creatore del Gran Premio di Monaco nel 1929, e il cui padre, Alexandre Noghès, era Presidente di Velocipedic e Motor Sport Monegasque), il Rally Monte-Carlo non era ancora un evento sportivo in senso stretto, ma piuttosto un mezzo per attirare a Monaco il jet-set europeo rispondendo alla concorrenza dei vari eventi organizzati dal dinamico Automobile Club di Nizza e Costa d’Azzurra. Dunque, solo tanta rivalità balneare tra le due città.

Così, durante gli anni ’30, l’evento monegasco gareggia notoriamente con il Critérium Paris-Nice e il Rally Parigi-Antibes-Juan-les-Pins (da parte sua, AC Antibes organizza questo rally internazionale di regolarità tra il 1931 e il 1938, a volte su tre giorni). Di seguito abbiamo raccolto le più divertenti storie e i principali aneddoti della lunga storia del Rallye Monte-Carlo dalle origini al 2003.

La rimonta di “Cavallo Pazzo”

Il Campionato del mondo debutta nel 1973, prima gara è il Montecarlo che vede le Alpine Renault A110 come naturali favorite. A cercare di porre un freno alle vetture francesi le Lancia Fulvia del vincitore 1972 Sandro Munari, di Harry Kallstrom e Simo Lampinen oltre alle Fiat 124 Spider di Lele Pinto, Bjorn Waldegaard, Alcide Paganelli e Sergio Barbasio. Dopo un lampo iniziale di Munari è Jean-Claude Andruet, assieme a “Biche” a menare le danze con una delle Alpine. “Cavallo pazzo” resta al comando fino alla PS14 quando viene azzoppato da una foratura. Passa al comando il compagno di squadra Ove Andersson ma Andruet, spinto a continuare da “Biche”, non molla e lo svedese sulla PS16 sbatte contro un muro di neve e fora due gomme. Andruet torna in testa e vince con 26” su Andersson e 1’35” sull’altro francese Jean-Pierre Nicolas.

Un bel tris di Stratos

Munari, Waldegaard, Pinto e Darniche sono i quattro moschettieri Lancia al Montecarlo 1976. Non si vede all’orizzonte chi possa battere le Stratos e l’andamento della gara lo conferma: tranne che sulla PS8, dove leader è Guy Frequelin con l’Alpine Renault A310, il resto della gara è dominato da Sandro Munari che chiude con 1’27 su Bjorn Waldegaard e con 6’13” su Bernard Darniche. A 9’22” un giovane tedesco, Walter Rohrl, con l’Opel Kadett GT/E.

L’ultima volta di Sandro Munari

Sandro Munari quando si presenta al via del Montecarlo 1977 è il vincitore delle ultime due edizioni della gara monegasca. Con la sua Lancia Stratos nei colori Alitalia è il favorito naturale per il successo. Primo leader della gara, a sorpresa, è il lussemburghese Alain Beauchef, partito con il numero 152 su una Ford Escort RS2000 che ha sfruttato le migliorate condizioni climatiche. Sulla PS2 il pilota italiano, assieme al navigatore Silvio Maiga, prende la testa e rimarrà al comando della gara fino al termine. A 2’16” si piazza Jean-Claude Andruet con la Fiat 131 Abarth di Fiat France mentre lo spagnolo Antonio Zanini, con una Seat 124 Special, è terzo con un ritardo di 10’54”. Quel Montecarlo sarà l’ultimo successo in una gara del Mondiale di Sandro Munari e di una Lancia Stratos ufficiale.

Bjorn Waldegaard e le pietre

Il Montecarlo 1979 sembra un affare privato tra le Ford Escort RS di Hannu Mikkola e Bjorn Waldegaard. Le 131 Abarth di Alen e Rohrl sono destinate ad un ruolo di comprimarie come la Porsche 911 di Jean-Pierre Nicolas, vincitore nel 1978. Chi non vuole lasciare il successo alle vetture inglesi è Bernard Darniche con la Lancia Stratos dell’importatore francese Chardonnet. I due scandinavi si alternano al comando fino alla PS19 dove passa in testa Waldegaard. Lo svedese sembra certo della vittoria, all’inizio dell’ultima tappa ha circa 6’ su Darniche. Ma il francese monta le nuove gomme Michelin PB18 che gli permettono di recuperare secondi su secondi a Bjorn che, sulla prova del Turini, si vede la strada sbarrata dai pietroni messi dagli spettatori… Darniche sull’ultima PS va al comando e vince con 6” sullo svedese e 4’09” su Alen.

L’ora di Jean Ragnotti

Il Montecarlo 1981 si apre con lo sfolgorante debutto dell’Audi quattro a trazione integrale di Hannu Mikkola che rifila manciate di secondi a tutti. Sulla PS11, il finlandese stacca una ruota contro la spalletta di un ponte e passa in testa Jean-Luc Thérier, Porsche 911. Il normanno cerca di resistere all’attacco di Jean Ragnotti con la debuttante Renault 5 Turbo ma deve cedere. “Jeannot” vince con 2’54” sulla Talbot Lotus di Guy Frequelin e 6’59” sull’Opel Ascona 400 di Jochi Kleint.

Quella volta di sole Audi

È un Montecarlo innevato quello che attende i concorrenti nel gennaio 1984. E la gara non ha storia, si trasforma in un monologo delle Audi che vanno ad occupare i primi tre posti della classifica. Vince Walter Rohrl, è il suo quarto successo nel Principato, che lascia a 1’13” il compagno di squadra Stig Blomqvist ed a 12’40” il finlandese Hannu Mikkola. Il primo degli “umani” è Jean-Luc Thérier, Renault 5 Turbo, che conclude a 24’24” dalla vetta.

Ari Vatanen da dominatore

Ari Vatanen e la Peugeot 205 T16 sono i favoriti per il Montecarlo 1985. Il finlandese prima lotta con l’Audi di Walter Rohrl e poi infligge pesanti distacchi a tutti. Al Parco chiuso di Gap il navigatore Terry Harryman timbra con 4’ di anticipo, penalità che costringe l’equipaggio ad inseguire. Rohrl dalla PS19 alla PS26 comanda la gara ma Vatanen gli rosicchia il vantaggio prima di superarlo di slancio ed andare a vincere con 5’17” sul tedesco e con 10’05” sul compagno Timo Salonen.

Il Signorsì di Kankkunen

Stagione 1987, la prima dopo l’epoca delle Gruppo B. A Montecarlo le Lancia Delta 4WD appaiono subito un gradino sopra la concorrenza. Primo leader è il francese Bruno Saby ma ben presto vengono fuori i compagni di squadra Miki Biasion e Juha Kankkunen che prende la testa a metà gara con l’italiano alle calcagna. Cesare Fiorio, Direttore sportivo Lancia, ordina che la vittoria vada al pilota di Bassano ma il campione del mondo in carica non ci sta. Solo nel finale si piega agli ordini di scuderia: nella PS conclusiva, si rallenta, si ferma e lascia scorrere i secondi consegnando il successo all’italiano. All’arrivo Miki Biasion e Tiziano Siviero si presentano con 59” di vantaggio su Kankkunen-Piironen mentre sul terzo gradino del podio concludono Rohrl-Geistdorfer con l’Audi 200 quattro, il loro distacco è di 4’10”.

“Freinetard” azzoppato

In mezzo a campioni conclamati, nel Montecarlo 1991 si fa largo un piccolo francese, François Delecour, con una Ford Sierra Cosworth ufficiale. Fino alla PS18 comanda Il Campione del mondo in carica Carlos Sainz con la Toyota Celica, sulla successiva passa in testa il funambolico francese ma sulla PS20 torna davanti lo spagnolo che ci rimane fino alla PS23. Deve ancora lasciare la testa a Delecour e quando pensi che sia tutto compiuto, avviene l’incredibile. Ultima prova è quella del Col de Turini. L’assistenza Ford non chiude bene la sospensione posteriore sinistra che, salendo verso il colle s’allenta. La vettura vibra, Delecour s’allarma, la sospensione ormai staccata fora il pneumatico, l’urto contro la neve fora la seconda… E Sainz va a vincere con 4’59” su Biasion sulla Delta 16V e 5’12” su “Freinetard”.

Una rimonta sorprendente

Dopo aver perso beffardamente la vittoria nel 1991 François Delecour nel 1993 è deciso ad ottenere il successo. Il francese, alla pari del compagno di squadra Miki Biasion, dispone della nuova Ford Escort Cosworth. “Freinetard” si esalta e, a parte la leadership dopo la PS1 di Andrea Aghini con la Lancia Delta del Jolly Club, rimane sempre al comando, seguito dal compagno di squadra e dalla Toyota Celica di Didier Auriol che al via dell’ultima notte ha 1’11” di distacco dal connazionale. Nella tappa conclusiva il pilota di Millau si scatena recuperando, in media, 20” al leader fino a superarlo dopo la PS21, la penultima. All’arrivo Auriol-Occelli hanno 15” su Delecour-Grataloup e 3’16” su Biasion-Siviero. Per mesi e mesi si sprecheranno le illazioni sull’improvvisa competitività ritrovata della Toyota di Auriol…

E bravo Piero Liatti

La stagione 1997 vede per la prima volta al via le vetture WRC. Subaru presenta le nuove Impreza WRC per Piero Liatti e Colin McRae, Ford ha “rivisitato” le Escort Gruppo A dando vita alle Escort WRC per Carlos Sainz ed Armin Schwarz. Una Gruppo A tradizionale è la Mitsubishi Lancer di Tommi Makinen. Il finlandese a due terzi di gara è al comando, McRae è già out per un’uscita di strada sulla PS7, le residue speranze Subaru sono affidate a piemontesi Piero Liatti e Fabrizia Pons. La PS13 è una prova “monumento”, la classica Sisteron di oltre 36 chilometri, insidiosa ed indecifrabile. L’italiano, d’accordo con i tecnici Pirelli, fa la scelta di gomme giusta: rifila 9” a Sainz ed oltre 30” a Makinen passando al comando. Vince ancora tre prove, compreso il Turini, e si presenta a Montecarlo con 55” su Sainz e 2’31” su Makinen.

Sainz e la vittoria a tavolino

Nel 2002 Carlos Sainz con la Ford Focus WRC e Tommi Makinen, passato alla Subaru dopo anni in Mitsubishi, sembrano essere i più accreditati per la vittoria in un “Monte” stranamente asciutto. In effetti le primissime prove di quell’edizione del Montecarlo confermano i pronostici. Ma sulla PS4, quella di Sisteron, s’impone il giovane francese della Citroën, Sebastien Loeb che stacca un “tempone” e che da quel momento comanderà la gara monegasca fino alla fine. L’alsaziano, assieme a Daniel Elena festeggia il successo ma una settimana rovente dopo, la doccia fredda: a seguito di reclami, ricorsi e controricorsi viene penalizzato di 2’ perché la squadra ha sostituito le gomme in un Parco assistenza dove era vietato. Il successo finisce così a Makinen con 1’41”1 sul francese e 1’15”7 su Sainz.

Quella bella tripletta con le Xsara

La Peugeot ci terrebbe molto a vincere il Montecarlo 2003 e Marcus Gronholm, pure. Le cose sembrano mettersi bene per il finlandese che prende subito il comando della gara con la 206 WRC. Ma i “cugini” della Citroën sono temibili: hanno affidato le loro Xsara WRC a Colin McRae, Carlos Sainz e Sebastien Loeb ed è proprio il giovane alsaziano, che vuole rifarsi del mancato successo dell’anno prima, l’avversario più ostico. Sulla PS9 il finlandese della Peugeot rompe una testina dello sterzo, l’equipaggio cambia il pezzo durante il successivo trasferimento ma il ritardo è di circa mezz’ora. Via libera quindi alle Xsara WRC che occupano tutto il podio con Loeb finalmente vincitore, a 38”1 lo scozzese McRae ed a 52”2 Carlos Sainz che per 3”3 ha la meglio sulla Focus WRC di Markko Martin.