,

Fiat 124 Abarth Rally 1972: evoluzione della specie

Emanuele Sanfront racconta i suoi anni alle note di ''Bobo''

Fu l’ultima evoluzione della 124, quella che “rischiò” di vincere il Mondiale 1974, annata in cui venne beffata, proprio sul filo di lana, dalla “cugina” Lancia Stratos. La Fiat Abarth 124 Rally fu svelata sul finire del 1972. All’inizio degli anni Settanta alcuni piloti privati gareggiavano, ottenendo discreti risultati, con delle 124 Sport Spider 1600 elaborate e dotate di hard top in plastica saldato alla carrozzeria, a molti rally internazionali. Considerando la modestia della preparazione – che coinvolgeva il motore, la taratura delle sospensioni e l’alleggerimento della carrozzeria – la Fiat, da sempre riluttante alle competizioni, intuì il potenziale della vettura e diede mandato all’Abarth, ormai assorbita e trasformata in “reparto corse”, di sviluppare una 124 ufficiale.

Già nei primi anni di produzione della 124 Sport Spider alcuni piloti privati l’avevano impiegata in gare di rally e, nonostante il penalizzante rapporto peso-potenza, ottenne ottimi risultati, grazie alla robustezza strutturale e all’equilibrata distribuzione delle masse della vettura, che ne esaltava la tenuta di strada. Nell’autunno del 1969 la dirigenza Fiat decise di far approntare, a un improvvisato reparto corse interno, 4 vetture per partecipare, in forma ufficiosa, al Campionato Italiano Rally e ad alcune gare del Campionato del Mondo Rally.

Le modifiche apportate dall’ingegner Giovanni Sguazzini e dal meccanico Almo Bosato si limitarono a innalzare la potenza del motore a 120 CV, ma furono sufficienti per ben figurare nelle varie gare, oltre ad aggiudicarsi la vittoria di classe nel Rally di MonteCarlo, la vittoria assoluta nel Rally dell’Elba e la conquista del Campionato Italiano, con l’equipaggio Alcide Paganelli-Domenico Russo. L’imprevisto e insperato successo sollevò un grande interesse del pubblico, visto che in quegli anni le gare di rally erano quelle maggiormente seguite nel campo automobilistico. Priva di una adeguato reparto corse, la Fiat optò per una strategia attendista, presentandosi nella stagione successiva con le stesse vetture e, contemporaneamente, concludendo l’avviata trattativa per l’acquisizione della Abarth.

I prototipi studiati in Abarth

Un tempo incorporata l’azienda di Carlo Abarth, la Fiat ne fece il proprio reparto corse e decise di avviare la realizzazione di una vettura più competitiva, affidando la direzione del “Progetto Fiat-Rally” agli ingegneri Sguazzini e Colucci. I prototipi modificati dalla Abarth, pur contemplando numerose migliorie e un aumento della potenza a 150 CV, risultavano ancora strettamente derivati dalla produzione di serie.

La stagione sportiva del 1972, che vide la discesa in campo ufficiale della Squadra Corse Fiat, si dimostrò fruttuosa per le “124 Abarth” che riuscirono a vincere 11 delle 21 gare disputate, aggiudicandosi il Campionato europeo rally, con l’equipaggio composto dai compianti Lele Pinto e Gino Macaluso. Molti e brillanti furono anche i risultati conseguiti dalla piccole scuderie nei campionati minori che riuscirono a rendere competitive le “124 Spider” di serie, con il kit messo in vendita dalla Abarth, la cui richiesta fu ben superiore al numero di kit prodotti.

Le 124 Abarth Rally nell'officina di corso Marche
Le 124 Abarth Rally nell’officina di corso Marche

Fiat 124 Abarth Rally evolve

La Fiat 124 Abarth Rally fu una versione particolare, che a differenza della vettura di serie da cui derivava, la 124 Spider Sport, ebbe un retrotreno a ruote indipendenti con opzionale il differenziale autobloccante, un tetto rigido, più comodi posti a sedere, a richiesta sedili avvolgenti Fusina, un aggiornamento degli interni e sole tre colorazioni disponibili per la carrozzeria: azzurro chiaro 480, rosso vivo 152 , bianco 212, le tre versioni avevano i cofani in nero opaco, tra le quali la celebre livrea rossa con cofano e baule in nero opaco della Spider 124 Sport Abarth Rally del 1973.

Fu l’ultima evoluzione della 124, quella che “rischiò” di vincere il Mondiale 1974, annata in cui venne beffata, proprio sul filo di lana, dalla “cugina” Lancia Stratos. La Fiat Abarth 124 Rally fu svelata sul finire del 1972. All’inizio degli anni Settanta alcuni piloti privati gareggiavano, ottenendo discreti risultati, con delle 124 Sport Spider 1600 elaborate e dotate di hard top in plastica saldato alla carrozzeria, a molti rally internazionali. Considerando la modestia della preparazione – che coinvolgeva il motore, la taratura delle sospensioni e l’alleggerimento della carrozzeria – la Fiat, da sempre riluttante alle competizioni, intuì il potenziale della vettura e diede mandato all’Abarth, ormai assorbita e trasformata in “reparto corse”, di sviluppare una 124 ufficiale.

La scelta cadde, confermando l’intuizione dei privati, sulla Sport Spider, il cui telaio a passo corto s’adattava meglio alle gare, a cui venne applicato appunto un hard top nero opaco semifisso. La preparazione prevedeva l’elaborazione del motore (la motorizzazione di partenza era il bialbero di 1.756 centimetri cubi), l’alleggerimento della carrozzeria, ottenuto attraverso l’adozione di cofani in materiale plastico nero opaco, l’impiego di alluminio per portiere e parafanghi, l’eliminazione dei paraurti e la semplificazione dell’allestimento interno.

Il vero passo importante fu l’adozione della sopracitata sospensione posteriore a ruote indipendenti completamente nuova, la possibilità di reali regolazioni dell’assetto e l’adozione di cerchi in lega con pneumatici maggiorati, che comportava la presenza di codolini passaruota neri. Anche l’impianto luminoso venne migliorato con l’adozione di 4 fari di profondità supplementari. L’elaborazione del motore prevedeva l’adozione dei seguenti particolari: carburatori doppio corpo IDF 44 con venturi da 36 millimetri (le versioni 1.600 e 1.800 adottavano i carburatori IDF 40 con venturi da 32 millimetri) e un nuovo impianto di scarico con collettori tubolari 4-2-1. Gli assi a camme restano invariati rispetto al modello di 1.800 centimetri cubi, ma con fasatura molto diversa.

La Abarth 124 di Giulio Bisulli soffre nel gran finale di stagione
La Abarth 124 di Giulio Bisulli e Arturo Zanuccoli

Dischi e assetto perfetti, si debutta

Gli ottimi (per l’epoca) freni a disco anteriori e posteriori della Fiat 124 Abarth Rally erano forniti dalla Bendix. Al ponte posteriore era stata montata la barra stabilizzatrice, una completamente nuova era stata adottata per l’anteriore. Per quanto riguarda le sospensioni, erano state montate delle molle posteriori più rigide e più alte di quelle anteriori. Gli ammortizzatori posteriori erano più lunghi. Quelli anteriori, invece, erano più corti rispetto al modello di serie. Guidabile ed abbastanza potente, la Fiat 124 Spider motorizzata con il 1.600 centimetri cubi aveva il suo punto di forza nell’affidabilità meccanica e nella robustezza complessiva mentre il “neo” era, come detto, il peso. Un po’ eccessivo.

L’assetto, complessivamente, era davvero molto diverso da quello delle vetture di odierne. E infatti, quando la si guida al limite, la 124 Abarth Rally è una vettura che abbisogna di molta attenzione. La vettura prodotta dalla casa torinese è adatta ai percorsi tortuosi pieni di curve e la trazione, anche sui terreni accidentati, risulta essere sempre ottimale. Non è sempre necessario ricorrere al freno a mano e, quindi, la guida ne beneficia e risulta più facile rispetto a quella di altre vetture, come ad esempio la Lancia Fulvia HF.

La Fiat 124 Abarth Rally stradale, che venne presentata nel novembre 1972, costruita in 900 esemplari, era spinta da una variante portata a 128 cavalli, bialbero, di 1.756 centimetri cubi. Le versioni da gara di 1.998 cc, con l’ausilio di iniezione meccanica e, successivamente, anche di testata a 16 valvole, disponevano di potenze comprese fa 190 ed i 215 cavalli. La Abarth Rally ottenne molti successi in campo nazionale e continentale, ma non vinse mai il titolo iridato a causa della presenza della Lancia Stratos.

La squadra corse Fiat la fece debuttare all’inizio del 1973 a Montecarlo, dove ottenne un settimo posto con Lele Pinto. E diventò subito protagonista finendo al secondo posto nel Campionato del Mondo Rally dietro lo squadrone delle Alpine Renault e davanti alla Lancia, che doveva ancora affidarsi alla Fulvia. L’anno dopo, il 1974, la 124 Abarth Rally vide la cilindrata salire da 1.756 a 1.839 cc, fattore che comportò una robusta iniezione di cavalli (arriveranno a 180 contro i 165 dell’annata del debutto). La 124, ulteriormente alleggerita e irrobustita al tempo stesso, arrivò ad un passo dall’iride. A causa della crisi energetica il calendario stravolto prevedeva cinque rally sugli otto previsti negli ultimi due mesi dell’anno ed il primo ottobre la Lancia omologò la Stratos in Gruppo 4 e per la 124 la strada si fece improvvisamente ripidissima. Il suo canto del cigno fu il Rally di Montecarlo 1976 con i colori OlioFiat.