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Storia di una Lancia Beta Coupé Gruppo 4 speciale

Lancia Beta Coupé Gruppo 4

Tutto ebbe inizio con il suo primo proprietario, Angela Frumento di Genova, una figura di spicco nel mondo delle corse e parente del leggendario fondatore e presidente della Scuderia Grifone, il signor Tabaton. Immatricolata sulla targa Torino con il numero TO K81158, la Beta Coupé sfoggiava una livrea bianca.

Nel cuore dell’epoca d’oro dei rally, quando l’odore di benzina e l’abbaiare dei motori dominavano le strade, la Lancia Beta Coupé ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’automobilismo. Nata dall’incrocio tra la passione per le corse e l’eleganza italiana, questa vettura è stata un’autentica icona delle competizioni automobilistiche degli anni ’70.

Tutto ha avuto inizio nel lontano 1969, quando la Fiat acquisì la gloriosa casa automobilistica Lancia dagli Angelli. Fu in quel momento che si delineò una nuova visione per il marchio: unire le gesta sportive delle vetture da rally con la produzione di auto per il consumatore medio. La strada per il successo passava attraverso il terreno ostico delle competizioni, e la Lancia era pronta a mettersi alla prova.

L’ispirazione per la creazione della Beta Coupé arrivò dalla leggendaria Stratos, una vettura da rally che aveva incantato gli appassionati di motori in tutto il mondo. Tuttavia, Lancia sentì che il successo in pista non stava traducendosi nelle vendite di auto convenzionali. Era il momento di un nuovo inizio, di unire la potenza delle corse con l’eleganza delle auto da città.

Nel giugno del 1973, la Beta Coupé fece il suo debutto, una sinfonia di linee fluide e prestazioni mozzafiato. Lancia Works, l’equipe di talentuosi ingegneri e meccanici, preparò con cura una dozzina di modelli da 1,8 litri per affrontare il Gruppo 3, la categoria regina delle competizioni automobilistiche dell’epoca.

Da febbraio ad aprile del 1974, il mondo del rally fu sconvolto dalla comparsa della Beta Coupé sulle strade sterrate e tortuose. La vettura, agile e potente, si fece subito notare, conquistando il cuore dei piloti e degli spettatori con la sua audacia e la sua determinazione. Il 12 aprile di quell’anno, la Beta Coupé fu finalmente omologata per il Gruppo 3, un traguardo che confermava la sua leggendaria reputazione nelle competizioni.

La Beta Coupé non era solo una vettura da corsa; era anche un’icona di stile e eleganza italiana. Le sue linee affascinanti e la sua raffinata carrozzeria erano un omaggio alla maestria dei designer italiani, mentre il rombo del suo motore faceva battere il cuore degli appassionati di motori in tutto il mondo.

Oggi, la Beta Coupé continua a essere celebrata come una delle più grandi creazioni dell’automobilismo italiano, un simbolo di passione, prestigio e potenza che ha attraversato i decenni mantenendo intatta la sua aura di leggenda. Con la sua storia avvincente e il suo spirito intraprendente, la Beta Coupé rimane un’icona indelebile nel panorama delle corse automobilistiche, pronta a emozionare le generazioni future con il suo fascino senza tempo.

Inizia la vita sportiva della Beta Coupé

Immatricolata per la prima volta il 28 gennaio 1974, questa Beta Coupé era dotata di un motore da 1.756 cc, pronto a sfidare le strade tortuose e impegnative dei rally. Sin dalle prime battute, la Lancia SPA si impegnò a mettere a punto la vettura per il successo in pista, tenendo l’auto sotto il suo controllo fino al 12 aprile, in un periodo cruciale di preparazione prima dell’omologazione ufficiale FIA.

Fino al Rally di Sanremo del 2 ottobre 1974, la Beta Coupé ha affrontato una serie di eventi di rally in tutto il paese, contribuendo silenziosamente al Campionato Lancia Beta Coupé del 1974, una competizione spesso misconosciuta ma cruciale per la reputazione e la storia della vettura. Ogni gara ha rappresentato una tappa fondamentale nel percorso verso il successo, contribuendo a perfezionare le prestazioni e la competitività della Beta Coupé.

Ed è stato al Rally di Sanremo che la Beta Coupé ha finalmente ricevuto l’ambito sigillo di approvazione nel Gruppo 4, il giorno prima della gara, il 1 ottobre 1974. Questo evento segnò una svolta cruciale nella storia della vettura, permettendole di competere in una categoria di élite e di affrontare i più temibili avversari delle corse automobilistiche dell’epoca.

Dopo Sanremo, le Beta del Gruppo 3 saranno convertite alle specifiche del Gruppo 4, una trasformazione destinata a elevare ulteriormente il livello di competitività della vettura e a consolidare il suo status di protagonista indiscussa nelle competizioni automobilistiche. La corsa verso la gloriosa omologazione nel Gruppo 4 era stata compiuta, ma il vero test sarebbe iniziato sulle strade dei rally, dove la Beta Coupé avrebbe dimostrato la sua forza, la sua potenza e la sua determinazione a vincere.

La prima proprietaria: parente di Tabaton

Tutto ebbe inizio con il suo primo proprietario, Angela Frumento di Genova, una figura di spicco nel mondo delle corse e parente del leggendario fondatore e presidente della Scuderia Grifone, il signor Tabaton. Immatricolata sulla targa Torino con il numero TO K81158, la Beta Coupé sfoggiava una livrea bianca, con due audaci strisce blu che adornavano il suo cofano, accanto alle iconiche lettere “HF”, simbolo di prestigio e potenza.

Nella stagione del 1974, la Beta Coupé è stata affidata ai piloti Bruno Ferraris e Daniele Cianci, pronti a guidarla in nove appassionanti competizioni. Il loro debutto al Rally delle Alpi Orientali il 29 giugno è stato un momento cruciale per la vettura, dove il duo ha dimostrato la sua abilità al volante, chiudendo al 34° posto assoluto e al 6° posto di classe, lasciando un’impronta indelebile sulle strade delle montagne.

Ma è stato al Rally di Sanremo che la Beta Coupé ha davvero mostrato il suo valore. Ancora una volta nella categoria Gruppo 3, Ferraris e Cianci hanno mantenuto testa alla concorrenza, mantenendo la quarta posizione di classe fino all’ottava tappa, quando un cedimento del differenziale ha compromesso le loro speranze di una classifica ancora migliore. Nonostante le sfide e le difficoltà, il loro impegno e la loro determinazione hanno lasciato il segno.

Aggiornata al Gruppo 4 dalla Grifone

La Scuderia Grifone, nota per il suo impegno e la sua passione nel mondo delle corse, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’automobilismo con la sua Beta Coupé Gruppo 4. Nel corso degli anni ’70, questa vettura è diventata un’icona di velocità e prestigio, portando avanti il glorioso eredità delle corse su strada con una determinazione implacabile.

La decisione di aggiornare il telaio 1050 alle specifiche del Gruppo 4 (stessa categoria della Renault 5 Turbo) per la stagione 1975 è stata un momento cruciale nella storia della Beta Coupé. L’elemento più distintivo di questa trasformazione erano gli ampi rivestimenti dei passaruota in plastica, che conferivano alla vettura un aspetto aggressivo e dominante sulla pista. Inoltre, il cruscotto del Gruppo quattro, con le sue caratteristiche componenti, rimane un segno distintivo della Beta Coupé anche oggi, testimone della sua storia e della sua evoluzione nel corso degli anni.

Il pilota preferito della Scuderia Grifone nel 1975 è stato Giuseppe “Pippo” De Stefano, un talento emergente destinato a guidare la Beta Coupé verso nuove vittorie e successi. Con eccezione di Sanremo e del Rally Piacentine, dove sono tornati Bruno Ferraris e Daniele Cianci, De Stefano ha dominato le strade delle competizioni, dimostrando la sua abilità e la sua determinazione ad ogni curva.

Nel 1976, il telaio 1050 è stato affidato a Guide del Prete, che ha condiviso il volante con Cianci in quattro eventi memorabili. Il Rally Targa d’Oro è stato il punto culminante di questa stagione, con la Beta Coupé che ha sfrecciato verso un impressionante 14° posto assoluto, dimostrando ancora una volta la sua potenza e la sua affidabilità.

Ma ogni storia ha una fine, e al termine di quella stagione, la Beta Coupé ha detto addio alla Scuderia Grifone, passando di mano al Garage Centrale, di proprietà di Roberto Beretta. Il 3 aprile 1978, il nome di Beretta è stato inserito nel registro della vettura, che ha mantenuto la sua identità con la targa CO 532967, un segno tangibile del suo passato glorioso. Al Rally Piacentine del 21 luglio di quell’anno, la Beretta ha preso il volante della Beta Coupé, sfoggiando una livrea blu con riflessi rossi sotto lo stendardo del Jolly Club, continuando così la sua leggendaria avventura nelle corse su strada.

La stagione 1979 con Beretta

Il 31 marzo 1979, al Rally Città di Modena, il mondo delle corse ha assistito a una nuova evoluzione della leggendaria Lancia Beta Coupé Gruppo 4. Il telaio 1050, ora sotto il Team Beretta-Lucco, ha fatto il suo ingresso con una carrozzeria nera decorata con audaci strisce laterali blu, rosse e bianche. Una fascia bianca inferiore, partendo dal diffusore anteriore, scendeva con eleganza lungo i passaruota, le minigonne e contornava la parte posteriore dell’auto. Questo nuovo look, oltre a conferire un’aria di aggressività e potenza, ha segnato una nuova fase nell’evoluzione della Beta Coupé.

Guidata da Roberto Beretta, il cui nome è stato ormai strettamente legato al destino della vettura, e affiancato dalla sua compagna Francesca Pozzi, la Beta Coupé ha continuato a scrivere la sua storia nelle competizioni automobilistiche. A Modena, nonostante le sfide e le curve impegnative del percorso, la coppia ha concluso al 36° posto assoluto e al 4° di classe, dimostrando la potenza e l’affidabilità della Beta Coupé anche nelle condizioni più difficili.

Negli anni successivi, Beretta ha continuato a schierare il telaio 1050 nelle stagioni 1979 e 1980, mantenendo vivo il suo spirito competitivo e la sua passione per le corse su strada. Ma come ogni grande avventura, anche quella della Beta Coupé ha avuto una fine. Dopo due stagioni di trionfi e successi, Beretta ha preso la difficile decisione di ritirare la vettura dalle competizioni, passando a guidare una Montecarlo e chiudendo così un capitolo epico nella storia delle corse automobilistiche.

La seconda vita della Gruppo 4 Lancia

Dopo aver segnato la sua presenza sulle strade delle competizioni automobilistiche per più di due decenni, la leggendaria Lancia Beta Coupé Gruppo 4 ha trovato una nuova casa nelle mani di un appassionato custode, pronto a preservare e celebrare il suo glorioso passato.

Dopo essere stata affidata a Roberto Beretta e, successivamente, al suo copilota Laura Julita, la Beta Coupé ha continuato il suo viaggio attraverso le strade dell’Italia, passando di mano nel corso degli anni fino a finire in un deposito come parte di una vasta collezione. Tuttavia, nel 2016, il suo destino ha preso una svolta inaspettata quando è stata acquistata dal precedente proprietario da RM Sotheby.

Con una storia che risale agli anni ’70, questa Beta Coupé Gruppo 4 è stata affidata alle sapienti cure di Roberto Beretta per ben 17 anni, preservando così il suo legame con il mondo delle corse e il suo status di icona delle competizioni su strada. Gli interni, ancora in livrea Beretta-Lecco, sono un omaggio agli spettacoli offerti nei rally degli anni ’70, mentre il cruscotto di origine Lancia Works rispecchia fedelmente quanto raffigurato sui documenti di omologazione FIA ​​del 1974.

Su incarico del precedente proprietario, il rinomato esperto italiano di preparazione ai rally Facetti ha ricostruito il motore, mentre un’altra officina ha restaurato le sospensioni e il telaio della vettura, fondendo magistralmente la conservazione con la capacità di competere in eventi di rally storici. Grazie a questa recente preparazione meccanica, il nuovo proprietario avrà l’opportunità entusiasmante di portare questa Beta Coupé sulle strade delle competizioni storiche, con la possibilità di competere alla Modena Cento Ore, al FIA Historic Rally Championship e al Tour Auto.

Come esempio di distorsione temporale, questa Lancia Beta Coupé Gruppo 4 rappresenta uno dei primi esemplari preparati da Lancia, con una storia affascinante e ricca di competizioni. La sua recente preparazione meccanica offre agli appassionati di rally un’opportunità unica di possedere un vero gioiello della tradizione dei rally del Gruppo 4 degli anni ’70, un simbolo tangibile di passione, prestigio e intraprendenza.