Lancia Stratos World Champion Rally Car: una vera rarità
In questo libro, per la prima volta viene raccontata la vera storia della sua omologazione e delle passioni che hanno infiammato i Consigli di amministrazione del Gruppo Fiat.
Lancia Stratos World Champion Rally Car è il libro in inglese (anche questa un’assoluta rarità trovabile solo nel mercato dell’usato) che nel marzo del 1990, Nigel Trow dedica a quella che, per molti, è l’ultima auto vera da rally. Quello che era iniziato come un esercizio di stile porta tre Mondiali Rally e alimentato una lotta di potere tra i giganti dell’industria automobilistica italiana.
Quando la Stratos inizia a competere sembra un atto di follia. Molti la liquidano come uno trovata di marketing, mentre Lancia cerca di trovare un degno successore alla “vecchia” Fulvia HF. I puristi Lancia reputano che l’auto quell’auto sia un tradimento. Come potrebbe Torino piegarsi ad un motore modenese della Ferrari Dino?
Dopo tutto, la Lancia è la prima a costruire un motore V6 per la produzione in serie. E invece, neppure la forza di Ford e Renault, in coppia con Alpine, riescono a fermare la vincente Stratos HF. Tecnicamente la Stratos è un capolavoro. Forte, durevole, esplosiva in accelerazione (il più delle volte), l’auto sfrutta tutto il potenziale e la dinamica del motore centrale.
La polemica, tuttavia, è fondamentale per la Stratos. In questo libro, per la prima volta viene raccontata la vera storia della sua omologazione e delle passioni che hanno infiammato i Consigli di amministrazione del Gruppo Fiat. La Stratos è, senza ombra di dubbio, l’auto regina dei rally degli anni ’70, oltre che una delle più belle, potenti, importanti e rappresentative sportive di quel decennio.
Fu la madre delle vetture Gruppo B: tre Campionati del Mondo Rally vinti consecutivamente, tra il 1974 ed il 1976, e tantissimi altri successi a livello Europeo e Italiano. E’ stata, forse ancora oggi è, la migliore automobile con carrozzeria di tipo coupé, prodotta dalla Lancia dal 1973 al 1976, su disegno di Marcello Gandini per Bertone.
La sua storia ha inizio al Salone di Torino del 1970, quando il geniale di Bertone lancia una provocazione, un prototipo di un’auto “extraterrestre” alta soli 80 centimetri, con accesso attraverso l’enorme parabrezza centrale, dotata di motore 1,6 litri della Fulvia HF montato centralmente. Presentata come “Prototipo Zero” era semplicemente una dream car.
Il design per quanto non ancora definitivo, dovuto a Gandini, lo stesso che disegnò auto prestigiose come la Fiat X1/9, la Lamborghini Miura e la Countach, suscitò subito grande interesse. Qualcuno già intravedeva la Stratos HF – sta per High Fidelity – la prima automobile di serie specificamente progettata per i rally. Quest’opera rappresenta una vera e propria rarità e chi la possiede se la tiene stretta stretta…