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Rallye Sanremo 1977, Sandro Munari è costretto al ritiro

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Sandro Munari costretto a ritirarsi. Il 5 ottobre 1977 arriva un amaro colpo di scena al Rally di Sanremo. Un guasto al differenziale ha bloccato la vettura di Sandro che stava dominando la prova con grande maestria…

Il Rallye Sanremo continua a dire di no a Sandro Munari. Dopo aver letteralmente dominato la prima tappa con una serie di prove entusiasmanti, il pilota della Lancia è stato costretto al ritiro subito dopo la partenza della seconda frazione. La sua macchina si è fermata in cima al passo Ghimbegna, a circa tre quarti della prima lunga speciale – che ha portato la carovana del Rally da Coldiroli al Monte Ceppo.

Si è trattato di un guasto al differenziale, un guaio che non si è potuto eliminare nemmeno con il pronto intervento di una delle assistenze volanti predisposte dalla Lancia. L’uscita di scena di Munari, veramente sfortunato, riapre la lotta per il successo finale che questa volta sembrava non dover sfuggire al Drago. Lanciato nella corsa alla Coppa Fia, l’effimero Mondiale riservato al Piloti che lo vede leader della classifica con tre punti di vantaggio su Waldegaard. II campione si vedrà costretto ad un affannoso finale di stagione nelle ultime gare in programma e ce la farà (Sandro Munari, vincendo solamente Montecarlo (categoria A), San Martino (categoria B) e Total Rally (categoria C) riuscì lo stesso ad aggiudicarsi la Coppa Internazionale Fia Piloti con 31 punti, proprio per la discriminante della partecipazione ad una gara di Categoria B, il San Martino di Castrozza, dove i migliori piloti si sfidavano sui vari Manghen, Val Malene e Gobbera).

Intanto in Lancia fanno i conti con i forfait: il giorno prima Pinto e a seguire Munari. La Lancia a questo punto scommette tutto su Tony Carello che è passato al comando della gara. Il torinese che nella prima tappa era stato molto brillante dovrà difendersi dagli attacchi del rivali che sono piuttosto vicini. Infatti in questa prima prova speciale che ha visto il ritiro di Munari, i piloti della Fiat hanno subito attaccato. Il miglior tempo è stato realizzato da Verini che ha rosicchiato qualche secondo a Carello, mentre Andruet e Bacchelli hanno ottenuto risultati più 0 meno simili.

Parecchio in ritardo invece Waldegaard che soprattutto nel primo settore della prova speciale è passato con un distacco piuttosto vistoso, circa un minuto dal diretti avversari. La situazione comunque a questo punto vede sempre Carello al comando della classifica con 3 ore 30’20” seguito da Andruet, da Verini, da Bacchelli e da Waldegaard.

La Fiat, che è riuscita a mettere tre macchine davanti alla Ford di Waldegaard (Vatanen, vittima di una foratura, era piuttosto staccato) in questa prima parte del rally, a parte l’uscita di scena di Rorhl, può mettere in conto un bilancio positivo. Si tratta di vedere come i piloti del team torinese riusciranno a contenere il prevedibile ritorno di Waldegaard, che soprattutto nella terza tappa, nella notte fra venerdì e sabato, cercherà di rimontare lo svantaggio.

Le strade sono bagnate, ma il ritmo è elevatissimo. Un ritmo che ha eliminato in una sola tappa 40 dei 116 equipaggi che avevano preso il via. Per lo più si è trattato di incidenti, di uscite di strada e di urti contro muretti, cordoli, marciapiedi ed alberi. Le strade strettissime non permettono errori. E non bisogna dimenticare la componente pneumatici. Quasi tutti, anche molti privati, sull’asciutto usano ormai gomme slick, cioè con battistrada completamente liscio; questo significa che in caso di un errore di guida o di un’emergenza, è molto difficile recuperare perché non si riesce più a tenere la strada.

Le vittime più illustri degli incidenti sono stati Pinto, Rohrl, Balestrieri e Lucky. Pinto non ha neppure fatto in tempo a prendere gusto alla guida che era già fuori con una sospensione fuori uso per un testacoda terminato sul cordolo in un tornante. Rohrl è scivolato sulla ghiaia ed è finito in bilico sulla sponda della strada. Balestrieri ha preso una bella botta mentre completava la quinta prova speciale e stava comportandosi molto bene. Disgrazia ha voluto che l’incidente sia avvenuto su una strada che Balestrieri conosce benissimo, a pochi metri da casa sua.

Lucky che era In testa al Gruppo 2 è stato fermato da un altro incidente. Pochi, tutto sommato, i guai meccanici: soltanto Pittoni è stato fermato con l’Alletta dal cedimento di un pistone. Chi ha guidato pulito, comunque è riuscito a fare grandi cose. E’ il caso di Carello, partito in seconda posizione dopo una bellissima prova (per poi balzare al comando dopo il ritiro di Munari), di Andruet che è andato fortissimo malgrado risentisse ancora dei postumi del colpo preso alle costole in allenamento, di Verini e Bacchelli che sono riusciti ad inserirsi di prepotenza davanti alla potente Ford di Waldegaard con tre Fiat 131 Abarth.

Molto bene è andato anche Tony Fassina che con una 131 del Jolly Club era subito alle spalle dello svedese, davanti a Vatanen che guidava la seconda Escort. Il finlandese, del resto, anche se attardato da una foratura, ha dimostrato di non gradire troppo queste stradine strette ed asfaltate che non gli permettono di esibirsi nel suoi numeri preferiti. Sfortunato invece Pregliasco che ha dovuto subire un ritardo di circa otto minuti a causa della rottura di un uniball della sua Stratos, il pezzo che tiene attaccata la sospensione alla ruota.