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Storie di rally, di Stratos e di sogni che si avverano

Raffaella Serra Comas posa con la Stratos Zenith

Raffaella Serra Comas, moglie del pilota di F1 e di rally per auto storiche Erik Comas, racconta una storia esclusiva e per certi aspetti drammatica, ma per fortuna a lieto fine. Un omaggio ai rally, alle loro storie, alla passione di chi continua a crederci soffrendo.

Di Raffaella Serra Comas

Ypres è sicuramente una bella cittadina, le campagne limitrofe splendide ed il suo rally veloce ed allettante per molti. A me, però, riporta alla mente un fatto spiacevole ed un fatto drammatico, entrambi poi conclusi con un lieto fine. Due storie che si intrecciano e che vi voglio raccontare, perché anche queste sono storie di rally. Nel 2017, mio marito Erik (Comas, ndr) disputò per la prima volta il rally storico belga in quanto tappa del Campionato Europeo Rally.

Ricordo che, prima di partire da casa, riceviamo la telefonata di Mark Eaton, gentleman driver ed ingegnere inglese che nel 2015 prestò la sua Lancia Stratos replica appena prodotta da Lister Bell a Zenith, che a sua volta la espose nel corner della nota marca di orologi svizzeri presso Harrods. Questo perché quella di mio marito era ovviamente “sotto i ferri” di uno dei tanti preparatori dalla quale la bête è passata per disputare il Campionato Italiano.

Era stato proprio Erik, uomo di marketing oltre che pilota, ad orchestrare la cosa per accontentare lo sponsor che, a dirla tutta, in quanto a richieste non cominciava bene… Torniamo ad Ypres 2017. Mister Eaton, che per due anni ha tenuto e tiene tuttora la sua auto con i colori Zenith e con il nome Erik Comas bello stampigliato sulla portiera, giunge con la replica nel bed & breakfast fuori Ypres nel quale alloggiamo con il Team Chiavenuto ed il team inglese a seguito di Steve Perez.

Con il sesto senso femminile che in casi come questo non sarebbe affatto necessario sfoggiare, basterebbe quello di un lombrico, mi pronuncio: “Erik, questa visita porterà casini”. Non era difficile prevedere la confusione che due Lancia Stratos identiche, agli occhi dei profani, avrebbero creato. Le verifiche hanno inizio ed in tutti i luoghi in cui Erik si recava, Eaton già c’era alimentando sguardi increduli e facce sospette, tipo: “Anvedi l’ex pilota di Formula Uno…”.

I verificatori iniziano il loro lavoro sulla Stratos, quella originale grazie al Cielo, e ad un certo punto “booom”… L’estintore scoppia e si svuota nell’abitacolo. Di conseguenza l’equipaggio Comas-Roche non può prendere la partenza, se non dopo avere provveduto alla sistemazione di un nuovo estintore. La giornata per Andrea Chiavenuto diventa affannosa: scopre un difetto pregresso all’impianto elettrico, ma riesce a sistemare ogni cosa e a presentare una seconda volta l’auto in verifica. Lo colgo come un segno divino quell’incidente all’estintore: in caso di necessità non avrebbe funzionato. Mi viene la pelle d’oca e taccio. Se pensi al peggio questo sport non lo puoi neanche sfiorare.

La Lancia Stratos HF Zenith di Erik Comas
La Lancia Stratos HF Zenith di Erik Comas

La gara parte, mio marito è terzo nella classifica generale dietro alla Legacy ed alla M3 dei piloti locali. Un vero exploit per il mio amore, che per la prima volta affronta strade piatte e strette nelle quali i belgi raggiungono velocità a mio avviso folli. Io sono in auto con Seb, il figlio di Steve Perez, che insieme ad Erik affronta il rally a bordo della sua Stratos Amigos. Dico insieme e non contro poiché Steve si è rivelato da subito un amico ed il suo preparatore Dan ha aiutato Erik con la Stratos quando possibile.

Con me e Seb c’è Tom, un meccanico del team inglese. Ci muoviamo fulminei tra le campagne belghe per seguire le speciali, la replica di Eaton è spesso parcheggiata nei pressi dei CO e ogni volta sussultiamo pensando che Erik abbia concluso il rally prematuramente. A metà tappa ci fermiamo in un prato per seguire online la speciale, l’equipaggio Comas-Roche, secondo il sito, ha preso la partenza ma non è mai uscito dalla prova.

Mi prende un attacco di panico, non respiro, scoppio a piangere e stritolo le mani dei miei amici inglesi. Ci mettiamo in strada, vediamo passare tutti tranne la Stratos Zenith. Parcheggiamo, a me manca la terra sotto i piedi e al bordo di una strada cado in ginocchio sotto lo sguardo frustrato di Tom che, dopo tante telefonate e nessuna risposta, non riesce a capire. Dopo un lasso di tempo che solo la moglie di un pilota può quantificare, il mio non ancora marito mi chiama: “Mi hai cercato Amorrrre?”.

In realtà, i suoi tempi erano semplicemente spariti con il nome dell’equipaggio dalla classifica e questo si è verificato per le due PS successive. Decido di tornare al b&b. Questa gara mi sta sfinendo. Parte l’ultima prova, Erik ha già perso l’uso della frizione costringendolo a fare le partenze delle due speciali precedenti con il motore di avviamento. Mi incollo al telefono per seguire i risultati.

Comas-Roche prendono la partenza, ma il loro tempo non esce, almeno non secondo un ragionevole calcolo delle tempistiche. Suona il telefono, appare il numero di Andrea Chiavenuto: “Tranquilla Raffi, Erik ha finito il rally ma in seconda marcia. C’è stato un principio di incendio al motore a causa della protezione messa sotto l’auto ma ha terminato la gara”. Penso a quell’estintore e lo aspetto nella cucina del b&b guardando le mucche che pascolano vicine al giardinetto.

La Lancia Stratos HF Amigos in gara
La Lancia Stratos HF Amigos in gara

Erik e Yannick tornano distrutti. Steve entra in cucina con il capo chino e mette una mano sulla spalla del mio fidanzato. La tristezza si taglia a fette in quella stanza, quando udiamo un motore familiare e ci voltiamo: Mark Eaton è venuto a salutarci. Nelle settimane seguenti, mentre Andrea ha il suo da fare con il motore, leggiamo sulla rivista di auto storiche Grace classic & sport cars: “….Deluso Comas che disponendo tra l’altro di una Stratos muletto per le ricognizioni…”.

Erik mi guarda sfinito, senza pronunciare quelle parole magiche che normalmente riempiono una donna di orgoglio: “Hai sempre ragione”. Della ragione me ne frego in questa situazione e penso solo alla Yaris a noleggio utilizzata ad Ypres per le ricognizioni alla quale i commissari, come a tutte le vetture in gara, hanno imposto un GPS e due soli passaggi per prendere le note rigorosamente agli 80 all’ora.

Inveisco, augurandomi che nessuno della Fia legga quelle righe, perché questo significherebbe una squalifica e poi le dovute spiegazioni. Per certi piloti il regolamento viene applicato alla lettera. Se oggi ancora scrivo su quella rivista è chiaro che mio marito ha ricevuto delle scuse ma, la concentrazione di accadimenti negativi unita al fatto che al rally storico di Ypres è obbligatorio rifornirsi di benzina presso i loro distributori, con i loro addetti, a 3 euro al litro, ha fatto pronunciare ad Erik le parole alle quali stentavo a credere: “Non rifarò questo rally”.

Lo guardo interrogativa, lui non è uno che si fa fermare da coincidenze, guasti meccanici, incidenti dovuti a retromarce al c.o. o gatti neri. Ed infatti, nulla e nessuno l’ha fermato. Erik Comas ha vinto il II Raggruppamento del Campionato Europeo Rally Auto Storiche nel settembre 2017 con 108 punti. Questo significa che, se fosse esistita una classifica generale, sarebbe stato lui il Campione Europeo assoluto. Ma questo Ypres è, ormai, dietro le spalle.

Un anno dopo quell’evento, Erik ed io stiamo ultimando i preparativi per il nostro matrimonio, è il giugno 2018, abbiamo appena girato il film comico con la roulotte “Stratosferik wedding” e riceviamo un WhatsApp dal Belgio: la faccia buona e sorridente di Steve Perez in primo piano nella cucina del solito b&b e la scritta ironica “Here we are at your favourite rally”, che tradotto alla lettera sta per: “Eccoci al tuo rally preferito”. Io ed Erik ci ripromettiamo di seguire il rally online nel weekend.

Steve Perez non ha mai concluso quel rally, è stato mandato in coma farmacologico all’ospedale di Ypres, dopo che un incendio ha devastato la sua Stratos al distributore preposto per il refueling. L’abitacolo è andato in fiamme (le cause tutt’ora da accertare e le investigazioni ancora in corso) e Steve, con ritardo, è riuscito a liberarsi dalle cinture ed uscire.

La notizia ci giunge tramite un post Instagram che mostra la sua Stratos Amigos carbonizzata. Angie, la sua compagna, trova la forza di chiamarci dall’ospedale, non capisce i medici francesi, non capisce esattamente cosa sia accaduto ma non lascia un minuto l’amato. Soffocata dal dolore trova pure l’altruismo di pensare a noi e dice: “Amici miei, purtroppo non saremo con voi per il vostro giorno più bello”. Certo che no amica mia…

Nei giorni che seguirono, la mia testa andò in posti che non conosceva, visitò mondi che appartenevano alla gioventù di Steve dei quali io avevo solo letto o appreso dai suoi racconti e tutte le notti mi appariva in sogno. Immaginavo scene del suo passato, rivivevo la sua incredibile storia di uomo, di pilota, di imprenditore e poi scoppiavo a piangere. Steven J. Garcia Perez ha una storia fatta di sudore e di successo.

La Stratos Amigos carbonizzata
La Stratos Amigos carbonizzata

Nato nel 1956 da padre spagnolo immigrato a Chesterfield, da ragazzino lo aiutava nelle cucine del pub Red Lion. Il padre muore che Steve è solo un adolescente, il ristorante viene messo in vendita e questo lo induce a partire per Barcellona dove lavora come cameriere e aiuto cuoco.

Tornato nel Regno Unito, dopo diversi lavori, decide di importare birre straniere e questa operazione gli consente il suo primo consistente guadagno. Fonda la Global Brand, azienda che si apre all’import-export e creazione di svariate bevande tra le quali la sua birra “flavoured Tequila”, la Amigos. Costruisce dalle fondamenta l’Hotel Casa, sopra al quale posiziona il quartiere generale della sua azienda ed al contempo inizia la sua carriera da rallysta.

Con il Kick Energy Rally Team gareggia con molte auto, inclusa una Ford Focus WRC del 2007 (ex Marcus Gronholm), la Lancia Stratos, la Porsche 911S (campione nazionale rally storici 2003), la Porsche SCRS del 1975, la Datsun 240Z, la Audi Quattro e la Mitsubishi Evo IX (Peru Rally). Il Kick Energy Rally Team vince il campionato nazionale nel 2004 e 2005. Perez diviene campione ANCRO British National Rally nel 2004 e vince il campionato Silverstone Tyres BTRDA Gold Star nel 2010.

Credo l’acquisizione più importante della sua vita sia tuttavia Walton Lodge, circa 140 ettari di terreno nel centro del quale sorge un’abitazione unica, meravigliosa appartenuta allo zio di Angie. In questa immensità di prati e boschi trova spazio l’allevamento di bovini ed ovini che forniscono la materia prima al Casa e sorge il garage del team Dan Sport. Erik conobbe Steve nel 2009, durante L’East African Safari Rally. Il coraggio di Steve infatti non si limita al business ma si manifesta soprattutto su terreni accidentati.

Pochi giorni prima del nostro matrimonio, Angie ci invia una foto di Steve, naturalmente bendato ed in ospedale: è sveglio, fuori pericolo e sorride dall’unico spazio che le fasciature lasciano intravedere. Lei è sempre stata al suo fianco come negli ultimi 16 anni, dimostrando forza ed umorismo in una situazione in cui non c’era nulla di scontato. È una donna eccezionale. Ci saranno interventi da affrontare, ma Steve è di nuovo con noi.

Il 14 luglio 2018, Erik e io ci sposiamo e, prima di cominciare la cena, chiediamo al nostro amico e fotografo Max Ponti di girare un piccolo video da inviare oltremanica. A dicembre riceviamo una busta contenente una foto: Angie e Steve sorridono con i calici alzati e annunciano di volerci con loro per qualcosa di speciale che accadrà il 5 luglio 2019. Siamo tornati da poco da Chesterfield: Steve ed Angie si sono sposati presso il Red Lion, il pub che Steve è riuscito a ricomprare pochi anni fa trasformandolo in un hotel con annesso il ristorante tipico più bello che abbia visto.

Ci arriviamo con la Stratos stradale rossa che lo sposo ha mandato per noi all’hotel Casa. Le sue attenzioni sono sempre sorprendenti in tutte le circostanze. Angie fa il suo ingresso nel giardino al braccio del figlio Dan,  è avvolta in un abito avorio. Bellissima. Raggiunge Steve al gazebo allestito nel centro di un prato di un verde accecante, il sole è insolitamente scintillante per la Gran Bretagna e le signore presenti indossano cappellini visti solo ai Royal weddings. Si alzano i petali di rosa verso il cielo al loro ritorno dalla pagoda, sono marito e moglie.

Nel parco senza fine di Walton Lodge iniziano i festeggiamenti e, in una elegantissima tensostruttura dal cui soffitto cadono fiori freschi bianchi, ci si accomoda per la cena. Malcolm Wilson è seduto alla mia sinistra. Penso se dire al re del WRC mondiale che io soffro la macchina, ma poi soprassiedo e sto sul generico e, con gli altri amici del tavolo, indirizziamo alla coppia sguardi commossi e colmi dell’affetto più puro che abbia mai avvertito nel profondo del cuore.

Tra i discorsi di quello che in Gran Bretagna si chiama “the best man” (il compare di nozze del sud Italia), esilaranti e commoventi speach di vari amici ed un sentito discorso del figlio di Seb, la fresca notte inglese ci porta alle danze. Mentre mio marito si scatena mostrando uno stile del tutto improbabile (guida indubbiamente meglio di come balla), io improvviso una danza celtica con Mark Higgins, noto rallysta e stunt-man delle acrobazie auto di James Bond il quale indossa un kilt dell’Isola di Man del quale è originario.

Ogni cosa è divertente, grandiosa, romantica, appropriata ed al tempo stesso lussuosa. Insomma, tutto è perfetto. L’happy end di questa storia d’amore fa dimenticare il fuoco, il dolore, il terrore, le ansie drammatiche di momenti durati mesi, Ypres, la Stratos replica, le bende di Steve, il futuro incerto di un anno prima. Per una volta viene voglia di credere davvero che le fiabe esistano e accadano alle persone buone.