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Fiat 131 Abarth Rally: campionessa del mondo rally

La Fiat 131 Abarth Rally campionessa del mondo

La Fiat 131 Abarth Rally ha avuto anche il merito di consacrare due campioni già molto bravi, ma che da questo progetto hanno ottenuto un imponente imprimatur: Markku Alen che poi arriverà ancora più in alto con le Lancia e Walter Rohrl che otterrà un titolo mondiale piloti e poi passerà alla Opel ed alle quattro ruote motrici dell’Audi.

Spesso sottovalutata, questa vettura dal look squadrato ha confermato le ottime doti di tanti ottimi piloti che l’hanno guidata, da Markku Alen a Walter Rohrl, da Bernard Darniche ad Attilio Bettega, da Adartico Vudafieri a Maurizio Verini. Interessanti i tanti racconti storici contenuti al suo interno da parte di chi la Fiat 131 Abarth Rally l’ha guidata, l’ha vissuta come navigatore, l’ha rialzata durante i parchi assistenza o anche solo seguita in capo al mondo.

Chiaramente “poco affascinante” sin dalla presentazione, la Fiat 131 Abarth Rally ha saputo guadagnarsi il plauso dei piloti e il tifo degli appassionati che avevano ancora negli occhi il fascino della meravigliosa Lancia Stratos, in cambio bisogna ammettere che l’affidabilità della vettura, la piacevolezza di guida al limite e un buon motore, forte come un mulo, ne hanno forgiato la carriera.

Tre titoli mondiali, dal 1977 al 1980, sono un buon record per una casa come la Fiat che finora non aveva saputo vincerne neanche uno con vetture tecnicamente migliori e budget faraonici… Un successo di squadra, con nuovi vertici, l’unione degli sforzi e quei tanti bravissimi tecnici e meccanici che si sono dannati l’anima per preparare la vettura in Abarth e per assisterla poi al meglio sui campi di gara.

La Fiat 131 Abarth Rally ha avuto anche il merito di consacrare due campioni già molto bravi, ma che da questo progetto hanno ottenuto un imponente imprimatur: Markku Alen che poi arriverà ancora più in alto con le Lancia e Walter Rohrl che otterrà un titolo mondiale piloti e poi passerà alla Opel ed alle quattro ruote motrici dell’Audi. Qui non troverete gli aspetti tecnici da ingegneri o un elenco interminabile di targhe e numeri di telaio…

La 131 Abarth Rally, visto che siamo in tema, fruttò alla Casa torinese tre Campionati del Mondo Rally Costruttori, uno nel 1977, l’altro nel 1978 e l’ultimo nel 1980, quando a Torino prendeva corpo la marcia del 40 mila e l’autunno caldo dei dipendenti Fiat che chiedevano garanzie per il futuro. Ai piloti che la portarono in gara portò in dote una Coppa Fia Piloti e un Mondiali Piloti: Markku Alén nel 1978 (Coppa Fia quando ancora non esisteva il Mondiale Piloti) e Walter Röhrl nel 1980.

La Fiat 131 Abarth Rally Alitalia
La Fiat 131 Abarth Rally Alitalia

Fiat 131 Abarth Rally deriva dalla Fiat Abarth 031

La versione Abarth Rally della Fiat 131 nacque dall’esigenza di sostituire la longeva 124 Abarth Rally, che all’inizio degli anni Settanta era arrivata alla fine della sua carriera agonistica. Nel 1982, la 131 Supermirafiori 2000 Volumetrico Abarth sostituì la 131 Abarth per quanto riguarda la produzione in serie, ma non nel mondo delle corse.

Dopo la Fiat 131 irruppe la Lancia. Tornando alla 131 Abarth, una premessa è doverosa. Prima che si decidesse di procedere allo sviluppo di una vettura da corsa su base 131, l’Abarth aveva già approntato un prototipo a partire dalla coupé X1/9. Quando arrivò l’ordine di interrompere il progetto, Bertone era già pronto alla produzione dei cinquecento esemplari necessari all’omologazione nel Gruppo 4.

Caratterizzata da un vistoso snorkel sul cofano motore, la X1/9 Prototipo partecipò al Giro automobilistico d’Italia del 1974 con alla guida Clay Regazzoni. Abbandonata l’idea di una vettura su base X1/9, e con la necessità di trovare un erede alla 124 Abarth Rally, la Fiat assegnò il compito di sviluppare la sua nuova arma per le competizioni su strada agli ingegneri dell’Abarth, ed è nel 1975 che apparve la prima elaborazione sulla base della Fiat 131 a due porte.

Si tratta del prototipo Fiat Abarth 031 che, a parte le linee della carrozzeria, ha poco a che vedere con la 131 di serie: il motore è il 3,2 litri V6 della 130 con cubatura aumentata a 3.481 centimetri cubi e alimentato da tre carburatori Weber. La potenza arriva a 270 cavalli a 6.800 giri/minuto, che consente alla 031 di sfiorare i 260 chilometri orari, e il cambio è uno ZF cinque marce transaxle. Il design venne curato dal Centro Stile Bertone di Caprie.

Nelle mani di Giorgio Pianta, questo prototipo vince il Giro d’Italia del 1975, e l’esperienza maturata con esso sarà fondamentale per lo sviluppo della futura 131 Abarth Rally. Con un ricco bagaglio di esperienze nutrite negli anni precedenti, gli ingegneri dell’Abarth si misero quindi al lavoro sulla 131 berlina a 2 porte. Per prima cosa si decide di alleggerire la scocca che era decisamente più pesante delle sue concorrenti in resina sintetica, materiale che viene scelto per sostituire porte, cofani e parafanghi.

Poi vengono aggiunti dei passaruota maggiorati, per ospitare gli pneumatici Pirelli P7 195/40 VR15, e grandi spoiler per garantire la necessaria deportanza. Delle grandi prese d’aria sul cofano e sulle fiancate provvedono invece alle esigenze di raffreddamento degli organi meccanici. Così modificata la Abarth Rally conserva solo il passo della vettura di serie rispetto alla quale è più corta, più bassa e più larga. Il motore è un inedito quattro cilindri in linea che ha qualche punto di contatto con quello della Fiat 132 e della Lancia Beta e sfrutta solo parzialmente la precedente esperienza con la 124 Abarth Rally.

Inedita è anche l’architettura della testata in lega leggera che, insieme alla classica distribuzione a due alberi in testa, presenta, per la prima volta su una Fiat di serie, le quattro valvole per cilindro. L’alimentazione è affidata a un carburatore doppio corpo Weber. Il cambio è un cinque marce ad innesti frontali, che consente cambiate rapide e precise, per cui sono previsti tre rapporti al cambio e otto rapporti al ponte. Particolare anche lo schema delle sospensioni che davanti ricalcano quelle della 131 standard e dietro sono più simili a quelle della X1/9.

Uno stile inconfondibile la Fiat 131 Abarth Rally
Uno stile inconfondibile la Fiat 131 Abarth Rally

La 131 Abarth Rally nasce come una campionessa

Sin dalle origini, il progetto della Abarth Rally doveva servire da base per un’elaborazione destinata all’uso agonistico e i quattrocento esemplari stradali erano necessari per l’omologazione nel Gruppo 4 della versione corsa. Le modifiche a cui fu sottoposta la versione stradale furono piuttosto consistenti e la trasformarono in una macchina molto diversa da quella in vendita nei concessionari.

Ad esordire in gara, a soli otto mesi dall’inizio della progettazione, è una vettura sperimentale con il 1,8 litri 16V della 124 Spider con una potenza di poco superiore ai 200 cavalli e diverse modifiche nel telaio. Tuttavia la versione definitiva della Abarth Rally da corsa, potendo contare sulla base della versione stradale ormai completata, adotta il due litri della 131 Abarth stradale ma con un impianto di iniezione indiretta Kugelfischer al posto del carburatore Weber.

Le altre modifiche apportate alla Fiat 131 Abarth Rally riguardarono l’adozione di un differenziale autobloccante e di diverse modifiche al pacchetto sospensioni oltre che di diversi altri particolari che le consentirono di dominare la scena internazionale fino al 1980.

Il risultato finale è una vettura che può erogare potenze superiori ai 215 cavalli nella prima versione del 1975 ma che arriveranno a superare i 230 cavalli negli anni successivi. La prima apparizione della 131 Abarth Rally in gara avvenne nel 1975 in due gare del Campionato Italiano Rally: il Rally 100.000 Trabucchi e il Rally delle Valli Piacentine, dove vinse dopo aver dominato la gara.

L’anno successivo è quello dell’esordio nel panorama internazionale e la 131 non fallisce l’esordio al Rally dell’Isola d’Elba (valido per il Campionato Europeo) dove conquista una doppietta con gli equipaggi Alen-Kivimaki e Bacchelli-Rossetti. Alen e Kivimaki concederanno il bis al Rally dei 1000 Laghi valido per il mondiale. Il 1977 è l’anno della consacrazione, la 131 domina nel Mondiale Rally: memorabile il Rally di Corsica dove cinque 131 figurano ai primi otto posti della classifica finale.

Con questo risultato il Mondiale Rally Marche è praticamente in tasca anche grazie alle cinque vittorie stagionali. La 131 si ripeterà nella serie iridata anche nel 1978 inscenando una lotta senza quartiere con le Ford Escort RS che però dovranno cedere alla supremazia della Fiat che conquisterà ben cinque vittorie oltre alla Coppa Fia Piloti del duo Alen-Kivimaki a fine stagione. Il 1978 è anche l’anno del titolo italiano conquistato da Adartico Vudafieri e Mauro Mannini.

Il 1979 è un anno di transizione: la Fiat, dopo aver ridotto il budget alla squadra corse da cui non ha lo sperato ritorno promozionale, decide la partecipazione ufficiale a soli tre appuntamenti del Mondiale Rally, uno dei quali vedrà la 131 ancora vittoriosa con i soliti Alen-Kivimaki.

Il 1980 è invece l’anno di Walter Rohrl, questi regalerà alla 131 la sua prima ed unica vittoria al Monte-Carlo, dove salirà sul podio anche l’equipaggio svedese Waldegaard-Thorzolelius, e alla fine della stagione avrà conquistato altre quattro vittorie e due secondi posti che gli permetteranno di vincere il Mondiale Piloti, istituito per la prima volta nel 1979, e che daranno alla Fiat il suo terzo titolo Costruttori.

C’è un aneddoto storico importante relativamente alla vittoria del titolo iridato 1980, che ho raccontato qualche anno fa sulla rivista “Grace classic & sport cars”. Nei giorni che precedevano la “marcia dei 40 mila” a Torino, la passione sportiva consentiva il miracolo. Dai cancelli degli stabilimenti del Gruppo Fiat, picchettati da sindacalisti e dipendenti, usciva di soppiatto (con livrea bianca e senza sponsor) la 131 Abarth Rally Gruppo 4 per andare a vincere il titolo Marche con Walter Rohrl.

Le stagioni 1981-1982 sono le stagioni del declino. Appagata dai trionfi degli anni precedenti e a causa dell’età della 131, la Fiat ha deciso di ritirarsi dalle corse e consacrare ai rally unicamente il marchio Lancia, che sta preparando con l’Abarth la vettura che sostituirà la 131 nei circuiti internazionali. La 131, grazie alle scuderie private, riesce comunque a conquistare ancora una vittoria al Rally del Portogallo e alcuni piazzamenti nel 1981, e un settimo posto all’Acropolis Rally del 1982.