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WRC alias World Rally Car: le auto da rally del Mondiale

La Toyota Yaris WRC sulla PS Ouninpohja

Il regolamento tecnico delle World Rally Car viene introdotto nel 1997 per favorire l’arrivo nel Mondiale Rally di nuovi Costruttori. Dal 2011, queste auto hanno una cilindrata 1600 cc turbo e una potenza compresa tra i 300 e i 310 cavalli, elevata nel 2017 a 400 con le Plus. Le vetture WRC inizialmente prevedevano un motore 2000 turbo a benzina con potenze nell’ordine dei 330-340 cavalli, ma dal 2011 il regolamento è stato cambiato portando la cilindrata a 1600 cc.

Le World Rally Car le vediamo correre dal Rally MonteCarlo 1997, gara in cui vinsero Piero Liatti e Fabrizia Pons al debutto con la Subaru Impreza WRC, e le abbiamo viste evolversi in maniera radicale almeno due volte dalla loro introduzione: quando è stato necessario ridurre le cilindrate passando alle auto WRC 1.6 Turbo 4×4 e quando sono evolute a vetture WRC Plus.

Ma cosa sappiamo realmente delle auto WRC che animano il Campionato del Mondo Rally? Cosa conosciamo della loro storia, della loro evoluzione e della loro tecnica costruttiva? Le WRC, acronimo letterale di World Rally Car, sono la massima espressione delle vetture da rally, che partecipano al Mondiale Rally, organizzato dalla Federazione Internazionale dell’Automobile dal 1997.

Queste vetture, che inizialmente erano vincolate al World Rally Championship, sono oggetto di culto e di conseguenza oggetto di deroghe dalle federazioni nazionali per autorizzarne l’utilizzo in alcuni campionati: in Italia le World Rally Car sono ammesse nel Campionato Italiano WRC, nelle Ronde e nell’International Rally Cup, serie riservata ai rally internazionali non titolati.

Il regolamento tecnico relativo alle vetture WRC fu introdotto dalla Fia nel 1997 al fine di favorire l’arrivo di nuovi costruttori nel Campionato del Mondo Rally riducendo, rispetto alle vetture del Gruppo A, i vincoli legati alla produzione di serie. Il peso a vuoto di queste vetture è di 1230 chili.

Le vetture WRC inizialmente prevedevano un motore 2000 turbo a benzina con potenze nell’ordine dei 330-340 cavalli, ma dal 2011 il regolamento è stato cambiato portando la cilindrata a 1600 cc. La potenza sviluppata dalle WRC 1600 è circa 300-310 cavalli.

In ambo i casi la caratteristica peculiare di questi motori non è la potenza ma la quantità di coppia sviluppata. Le auto WRC sono dotate di trazione integrale anche se nel modello di serie da cui derivano non è prevista. Il cambio è di tipo sequenziale ad innesti frontali non sincronizzato con numero di rapporti a scelta del Costruttore (generalmente 6 marce).

I rapporti come in tutte le vetture da rally sono decisamente corti rispetto agli standard delle vetture stradali e da competizione su pista, la velocità massima raggiungibile è di circa 190–200 km/h. Sulle WRC 2000 il cambio era a comando elettro-idraulico tramite un palette dietro al volante, mentre nelle nuove WRC 1600 non è permesso, per cui sono dotate di un comando meccanico a leva identico a quello utilizzato nel regolamento Super 2000.

Nel regolamento è permesso allargare la carreggiata fino ad un limite ben definito, ed è quindi anche permesso sostituire parti di carrozzeria del modello di serie da cui è derivata la vettura con altre più adatte. I cerchi sono di 18 pollici su asfalto e di 15 pollici su sterrato. Come per tutte le auto turbo presenti nei rally le WRC sono dotate dell’ALS (Anti-Lag System) che mantiene la turbina in pressione anche in fase di decelerazione generando i classici scoppi.

La Toyota Yaris WRC Plus
La Toyota Yaris WRC Plus sfreccia sulle strade del Campionato del Mondo Rally

Aspetti tecnici di una World Rally Car

Le World Rally Car sono le regine dei rally e sono l’evoluzione più esasperata delle Gruppo A. Hanno trazione integrale, motore turbo da 2000 cc (per un periodo 1600 cc) e cambio sequenziale. Una WRC del 2000 già disponeva anche di sistemi elettronici che permettevano di migliorare notevolmente le prestazioni.

Oltre alla trazione integrale, le World Rally Car possono disporre di vari tipi di differenziali: idraulico, meccanico e elettronico. Sicuramente i tipi di differenziale piu “usati” sono il tipo meccanico e il tipo elettronico. Il differenziale meccanico e del tipo Torsen (abbreviazione di Torque Sensible=coppia sensibile), questo tipo di differenziale completamente meccanico ha la caratteristica di ripartire la coppia motrice in base all’aderenza della ruota.

Un inconveniente di questo differenziale è che durante il suo funzionamento genera molto calore (dovuto all’attrito degli organi interni) ed assorbe potenza. Le 206 WRC schierate al Rally di Sanremo 2000 hanno utilizzato tre Torsen cogliendo una fantastica doppietta.

Il differenziale elettronico è molto utilizzato nei rally: normalmente lo si usa come differenziale centrale, solo i team WRC possono permettersi il budget di disporre di tutti e tre i differenziali sulle proprie vetture (la Ford usa normalmente tre differenziali elettronici sulle sue tre WRC), il vantaggio del differenziale elettronico è che può avere tante combinazioni di bloccaggio modificabili istante per istante durante la gara. I difetti del differenziale elettronico sono un elevato costo e una difficile taratura del sistema.

Il motore delle WRC è un 2000 cc turbo con intercooler e non è sbagliato ipotizzare che un motore rally ufficiale possa raggiungere i 330-340 cavalli. Il problema del turbo-lag (il ritardo di risposta del motore tipico dei motori turbo molto potenti) e stato risolto mediante l’utilizzo del cosi detto sistema “bang-bang”.

Il sistema “bang-bang” consiste nel tenere in rotazione la turbina (al regime in cui inizia a lavorare normalmente) anche al minimo, mediante l’utilizzo di un iniettore che spruzza benzina nel condotto di scarico. Il risultato è quello di avere un motore senza ritardi di risposta sempre pronto e reattivo ma di conseguenza un motore rabbioso e difficile da gestire e senza avere alcun freno motore in frenata.

Per quanto riguarda il cambio, nei rally viene utilizzato il tipo sequenziale che permette di cambiare rapporto senza premere la frizione o togliere il piede dal gas in accelerazione. Anche in questo campo è presente l’elettronica. Infatti la maggior parte delle WRC dispone di cambi sequenziali a controllo elettronico gestiti tramite joystick o “farfalle” dal pilota.
Per quanto riguarda gli pneumatici le World Rally Car utilizzano cerchi da 18×8 pollici su asfalto e 15×7 su terra e 16×5 sulla neve.

Le WRC che hanno affrontato il Campionato del Mondo Rally 2001 erano, ad esempio: la Peugeot 206 WRC, la Ford Focus WRC, la Subaru Impreza WRC, la Mitsubishi Lancer Evo VI, la Skoda Octavia WRC, la Hyundai Accent WRC, la Citroen Xsara T4 ( anche se nel 2001 affronterà solo quattro rally mondiali) e le non ufficiali Toyota Corolla WRC e Seat Cordoba WRC.

Omologazione e sicurezza di una auto da rally WRC

Il processo di omologazione di una World Rally Car prevede che solo ed esclusivamente un costruttore (casa automobilistica) possa chiedere alla Fia di omologare una WRC. La vettura prescelta per la “mutazione” deve essere già omologata precedentemente in Gruppo A, per poi richiedere la variante da A8 ad A8/WRC.

Il modello prescelto dalla Casa deve essere prodotto in almeno 2.500 esemplari all’anno e deve appartenere ad una gamma di vetture prodotte in almeno 25.000 esemplari all’anno. La vettura deve essere inoltre lunga almeno 4 metri e deve appartenere ad una famiglia di vetture ognuna lunga almeno 3,75 metri.

Le norme sulla sicurezza della vettura sono estremamente rigide, soprattutto per evitare il ripetersi di nefasti incidenti come quelli avvenuti durante gli anni in cui gareggiavano vetture Gruppo B (come l’italiana Lancia Delta S4, la Peugeot 205 T16 e la Ford RS200).

Dopo aver attraversato positivamente tutta questa trafila, la vettura in variante WRC deve essere prodotta in almeno 10 esemplari (solo i particolari che fanno parte del kit WRC sono soggetti a questo minimo di produzione imposto dalla Federazione Internazionale dell’Automobile) e deve superare la severa ispezione del responsabile del servizio tecnico incaricato dalla Fia. Superata quest’ultima verifica “tecnica”, l’esistenza della WRC è finalmente riconosciuta.

Dalla stagione 2011 le WRC adottano solo il motore 1600 cc turbo come la Citroën DS3 WRC, la Ford Fiesta RS WRC e la Mini Countryman WRC. Nel 2013 è stata introdotta la Volkswagen Polo R WRC. Il 2014 ha visto l’entrata di una nuova vettura, la Hyundai i20 WRC.

Dal 2017 è cambiato di nuovo il regolamento, con l’arrivo delle vetture WRC Plus (o WRC 2017-spec) al posto delle vecchie WRC: queste nuove auto hanno un regolamento simile alle precedenti, sono sempre 1600 turbo ma con una potenza di circa 380 CV, permettono appendici aerodinamiche molto più sviluppate e reintroducono il differenziale a controllo elettronico. Per l’anno 2017 è tornata la Toyota, con la Yaris WRC.

C’erano anche le Kit Car e le Super 1600

L’altra categoria che si voleva avvicinare alle vetture WRC era Gruppo Kit Car, durato poco e sostituito con la Super 1600. Le auto da rally Kit Car avevano trazione anteriore, motore 2000 cc aspirato e cambio sequenziale. Disponevano di circa 220-230 cavalli anche se le case da tempo non continuavano lo sviluppo del motore. Le Kit Car erano: la Peugeot 306 Maxi, la Peugeot 106 Maxi, Renault Megane Maxi, la Renault Clio Maxi e la Citoren Xsara Kit.

Infine la Super 1600. La FIA ha creato un vero e proprio campionato dedicato a scopo offrire spettacolo contenendo i costi e aumentando la sicurezza. Le caratteristiche tecniche di queste vetture sono: motore 1600 cc, trazione anteriore e cambio sequenziale. Anche la Fiat ha partecipato al “Mundialito” con la Punto Kit, che se la è dovuta vedere con la Peugeot 206 Super 1600 e la Citroen Saxo Kit.