,

Volkswagen Maggiolino: scommessa vinta anche nei rally

volkswagen maggiolino da rally

La storia della Volkswagen Maggiolino ha inizio per scelta di Adolf Hitler, che in un discorso del 1934 annunciò la sua scelta di mettere in produzione un’auto per tutti, dietro al motto: “l’auto non deve essere un privilegio”. Così, nel 1936, affidò al designer Ferdinand Porsche il compito di sviluppare una automobile per il popolo. Ed ebbe grande successo anche nei rally.

VW Type 1, detto Maggiolino, Käfer (in lingua tedesca), Beetle in America, Fusca in Brasile (dove ha venduto di più) e Sedan in Messico (dove qui venne prodotta fino al luglio del 2003, registrando un record di produzione tutt’ora imbattuto), è una piccola familiare a cinque posti, prodotta in Germania , e successivamente in Messico. È il simbolo dell’industria automobilistica tedesca, e sicuramente l’auto tedesca più conosciuta ed amata al mondo, la cui fama è stata ulteriormente ampliata dai film della Disney con protagonista questa automobile.

Detiene attualmente il record di auto più longeva del mondo (prodotta per 65 anni dal 1938 al 2003) e, record recentemente battuto dalla “sorella” Volkswagen Golf, di auto di progettazione europea più venduta al mondo, con oltre 21 milioni di esemplari.

La sua storia ha inizio per scelta di Adolf Hitler, che in un discorso del 1934 annunciò la sua scelta di mettere in produzione un’auto per tutti, dietro al motto: “l’auto non deve essere un privilegio”. Così, nel 1936, affidò al designer Ferdinand Porsche il compito di sviluppare una automobile per il popolo. Essa doveva avere le seguenti doti: capacità di trasportare 5 persone o tre soldati e un mitragliatore, viaggiare oltre i 100km/h consumando in media 7 litri per 100 km e non avere un prezzo superiore ai 1000 Reichsmark. Per fare un esempio, un operaio guadagnava in media 200 Reichsmark al mese (ma i meno abbienti erano stipendiati con circa 130 Reichsmark al mese, con ben poche possibilità di risparmio).In realtà, Ferdinand Porsche aveva in mente un progetto simile già dal 1929, quando propose la sua idea alla Daimler (la futura Mercedes) prima, e alla Zündapp, che produceva motociclette, in seguito. Entrambe le aziende rifiutarono il suo progetto.Nel 1936, i primi tre prototipi (due berline ed una cabriolet) vengono preparati, e Hitler chiede di cercare la zona ideale per costruire gli stabilimenti di quella che diverrà poi la Volkswagen. Viene scelta una zona nei pressi del castello di Wolfsburg. L’automobile, venne inizialmente nominata (il nome venne deciso da Hitler in persona) KDF-Wagen, Kraft Durch Freude Wagen, ovvero “auto della forza attraverso la gioia”.La KDF-Wagen (o Type 1) si dimostrò tecnologica e moderna per i tempi, vantando una meccanica semplice e robusta. Il design di Ferdinand Porsche era tondeggiante e aerodinamico (con un CX di 0.41), quasi a dare l’impressione di una automobile in movimento anche quando era ferma.Il motore era un boxer quattro cilindri da 985cc e 23.5 cavalli di potenza, con albero a camme centrale e distribuzione ad aste e bilancieri, come era solito per l’epoca. Rivoluzionarie, invece, le valvole in testa.

Il raffreddamento era ad aria, con un piccolo radiatore per l’olio. Il lubrificante contribuiva a mantenere stabile la temperatura del motore, e grazie al rapido raffreddamento garantito dal radiatore, la coppa dell’olio aveva una capienza di soli 2.5 litri. Questo modello è noto come Brezelfenster, “Due Vetrini” in Italia, per il lunotto posteriore separato in due. Il nome “Maggiolino” non le è stato attribuito sin dall’inizio. Alla Volkswagen era identificata come il “Type 1” fino al modello del 1968 (agosto 1967), quando, per la prima volta, una brochure pubblicitaria la definì “Der Käfer” (il Maggiolino).Debuttò al Salone di Berlino nel 1939, riscuotendo un grande successo. Ma nello stesso anno, l’inizio della seconda guerra mondiale convertì la produzione civile della Volkswagen in bellica. E per il neonato Type 1 arrivò un duro collaudo.

Il Maggiolino ha fatto la sua parte nell’esercito tedesco impegnato nella Guerra, fornendo servizio su tutti i fronti, dalla ghiacciata Russia all’infuocato deserto come mezzo bellico leggero. Celebre è la Kübelwagen (Type 82) della Wermacht (utilizzata anche su tutti i fronti di guerra), prodotta in 55.000 esemplari dal 1940 fino al 1945; costruita in lamierati piani, stampati con nervature di rinforzo, utilizzò prima il motore 985cc della KDF-Wagen, in seguito il motore 1131cc della Kommandeurwagen Type 82E. Tra i progetti più originali al fine di contrastare la penuria di benzina in Germania, c’è quello di una Kübelwagen alimentata a gas generato dai carboni di legna, dotata di un bruciatore nel cofano anteriore. L’anfibia Schwimmwagen (Type 166), capace di “nuotare” ad una velocità di 10km/h e sempre sviluppata sulla base della Kübelwagen, era dotata di trazione integrale e di una elica ribaltabile collegabile con un prolungamento all’albero motore. Le ruote anteriori fungevano da timone, e il passo accorciato rispetto al modello da cui derivava permetteva alla Schwimmwagen una buona manovrabilità in acqua. Venne prodotta dal 1942 al 1944 in 14.000 esemplari, ma attualmente solo 150 sono in condizioni di marciare. La Kommandeurwagen (Type 82E) era il Maggiolino in versione bellica, sviluppato sulla base della Kübelwagen, dotata di tetto in tela ripiegabile, 4 ruote motrici, cambio con rapporti ridotti, differenziale autobloccante. Venne impiegata nella campagna russa. Ben pochi Kommandeurwagen tornarono dalla Russia, e oggi sono rari.

Caratteristiche tecniche (comuni a tutte e tre i mezzi, con eccezioni riportate tra parentesi):

  • Motore boxer 4 cilindri 1.131cc
  • Rapporto di compressione 5.8:1
  • Potenza 25 cavalli a 3000 giri/minuto
  • Trazione posteriore con differenziale autobloccante (Schwimmwagen: trazione integrale)
  • Freni meccanici a tamburo
  • Pneumatici 5,25-16
  • Peso 755kg (Kübelwagen), 685kg (Kommandeurwagen), 910kg (Schwimmwagen)
  • Velocità massima 80km/h
  • Consumo medio 8,5 litri per 100km
herbie il maggiolino al rally monte carlo 1977
Herbie al Rally Monte Carlo 1977

Terminata finalmente la guerra, la Germania e l’industria tedesca devono risorgere al più presto. La fabbrica Volkswagen di Wolfsburg è per due terzi distrutta. Agli inizi si pensa di demolirla, ma gli inglesi cambiano idea e affidano l’azienda a Heinz Nordoff. Con pochi materiali e pochi operai, la produzione è bassissima, sulle centinaia di esemplari all’anno. Ma, poco a poco, la produzione prenderà ritmo fino a produrre e vendere, nel 1949, quasi cinquantamila esemplari. Un progresso che si arrestò solo negli anni 70. Sempre nello stesso anno, il Maggiolino prevede la miglioria della verniciatura acrilica anziché al nitro.Nel frattempo Ferdinand Porsche, accusato nel 1947 di crimini di guerra e arrestato in Francia, venne liberato, ma tornò in Germania solo nel 1949. Morì il 30 gennaio del 1951, lasciando a suo figlio Ferdinand “Ferry” Porsche la guida della sua casa automobilistica appena fondata. Si disse che, una volta tornato in Germania, si commosse vedendo quanti “suoi” Maggiolino giravano per le strade.

È all’inizio degli anni 50 che Volkswagen comincia a vendere il Maggiolino fuori dalla Germania, aprendo filiali in Brasile, Stati Uniti d’America (qui spopolò e, per avere un Maggiolino, si doveva attendere quasi sei mesi vista l’altissima domanda), Messico e Sud Africa. Nel 1953, l’auto vede il suo primo restyling: un lunotto posteriore unito anziché separato. Questa versione, molto apprezzata soprattutto nella versione Export, prende il soprannome di “Ovali”. Nel 1955 viene realizzato il Maggiolino numero 1.000.000, oggi conservato nel Museo Volkswagen di Wolfsburg.

Quattro anni dopo l’entrata in produzione della “Ovali”, l’ennesimo lifting. Per rinnovare l’ormai inossidabile Käfer, i tecnici Volkswagen si rivolgono a Pininfarina. Il designer studiò giorno e notte l’automobile, ma ai tecnici poté solo consigliare di ingrandire il lunotto posteriore. Così nacquero le versioni con lunotto quadrato, più ampio e luminoso, seppur considerato meno bello del lunotto ovale o del “due vetrini”. Sempre nello stesso anno, vennero adottati i pneumatici Tubeless, senza camera d’aria. E per dieci anni, il Maggiolino continuò così, modificandosi radicalmente solo nel 1967. I fanali diventarono tondi e quasi verticali, i paraurti più grossi, l’impianto elettrico portato da 6 a 12 Volt, modifiche nella meccanica (avantreno McPherson anziché barra di torsione) e nell’estetica: è il così detto “Maggiolone” (mod. 1302 / 1302S), soprannominato “vetro piatto” per il caratteristico parabrezza anteriore. Il “vetro curvo” arrivò nel 1973, insieme ad una nuova plancia imbottita.

Il Maggiolone, sia vetro piatto che curvo, e soprattutto in versione cabriolet, è il Maggiolino più facile da reperire nel mercato dell’usato, e quindi spesso anche il più soggetto a tuning estetici che tendono a svilire la vera natura dell’auto.Volkswagen, ormai, sopravviveva solo col Maggiolino, ma col passare degli anni, il calo di domanda e la mancanza di nuovi modelli stavano condannando l’azienda. La fusione con Audi e NSU consentì di sfruttare il progetto di una berlina a tre volumi iniziato dalla NSU fin dal 1967. Nacque così il modello K 70, prima autovettura con il marchio VW con motore raffreddato ad acqua e trazione anteriore. Tuttavia questa autovettura non produsse il successo sperato, e ne vennero prodotti soltanto 200.000 esemplari fino al 1975. La cattiva accoglienza della K 70 sul mercato internazionale, insieme ai problemi finanziari ereditati dalla NSU, gettarono la casa di Wolfsburg in uno stato preoccupante.

Al fine di contrastare questa grave crisi, il designer italiano Giorgetto Giugiaro venne incaricato di disegnare un’auto che potesse proporsi come l’erede ideale del Maggiolino. Giugiaro progettò, ispirandosi alla berlina media Fiat 127, l’auto che avrebbe reso nuovamente famosa e fruttifera l’azienda tedesca: la Golf. Per far spazio alla nuova arrivata, nel 1974 la produzione del Maggiolino si spostò a Emden. Due anni dopo, la versione berlina uscirà dal mercato europeo (la cabrio continuerà fino al 1980), e nel 1978 tutta la produzione viene affidata alle catene di montaggio presenti a Guadalajara, in Messico, ed a São Bernardo do Campo, in Brasile.

In America Latina, il Maggiolino visse una seconda giovinezza, assumendo il ruolo di auto di famiglia che aveva occupato in Europa per decenni. Insieme al Käfer, verrà prodotto e venduto anche il Type 2.Nel 2003, il 30 luglio, esce dal montaggio anche l’ultimo Maggiolino, terminando la carriera con oltre 21 milioni di esemplari prodotti e 65 anni di produzione. Il pulmino Type 2, seppure con una nuova meccanica, viene tutt’ora assemblato e venduto in Brasile con il nome “Kombi”, sia nella versione a 9 posti, sia come furgone chiuso. Recentemente ha visto l’arrivo di un propulsore 1600cc con raffreddamento a liquido, predisposto su richiesta per alimentazione ad etanolo o a GPL.

Il Maggiolino nelle competizioni

Ben pochi direbbero che il Maggiolino, fuori dal set del film “Un Maggiolino tutto matto”, abbia mai potuto vincere delle competizioni sportive. Eppure, ebbe i suoi momenti di gloria:

  • 1° al Rally di Montecarlo, 1954
  • 1° al East African Safari, 1953, 1954, 1957, 1962
  • 1° al Rally di Svezia, 1956
  • 1° al Mobilgas Trial (14.000km), 1956, 1958
  • 1° al Giro di Australia, 1958 (ben 8 Maggiolini nei primi 8 posti)
  • 1° al Rally dei 1000 Minuti, 1967, 1968, 1969
  • 43° alla Mille Miglia del 1954

Modelli derivati e fuoriserie

Dalla solida, economica e facilmente reperibile meccanica del Käfer nacquero molti altri modelli, non solo marchiati Volkswagen, ma anche Karmann-Ghia e Porsche. A queste, bisogna aggiungere varie fuoriserie messe in vendita da costruttori esterni o dalla Volkswagen stessa.