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Vincenzo Lancia: pilota, ingegnere e costruttore

Vincenzo Lancia

Vincenzo Lancia non fu solo un meccanico, ma anche un collaudatore e contemporaneamente un pilota. Si dilettò, infatti, anche nelle prime corse automobilistiche del secolo, divenendo anche il primo automobilista a vincere con una vettura Fiat nella gara Torino-Sassi del 1902. La sua carriera automobilistica proseguirà, sempre su vetture Fiat, fino al 1908, ovvero per 2 anni dopo la fondazione della sua casa automobilistica, la Lancia. Nel 1906, infatti, Vincenzo grazie alla collaborazione dell’amico e collega della Fiat, Claudio Fogolin, fonda, a Torino, l’industria che ancora oggi porta il suo nome.

Il 24 agosto 1881, in un piccolo paese della Valsesia (Fobello) nacque Vincenzo Lancia, pioniere dell’automobilismo, pilota di buon livello, ma soprattutto fondatore dell’omonima casa automobilistica, diventata nel tempo una delle più importanti aziende automobilistiche non solo italiane. Figlio del Cavalier Giuseppe, anziano imprenditore che aveva ottenuto il successo commerciale in Argentina grazie alla produzione di cibi in scatola, Vincenzo Lancia, ultimo di 4 figli, fin in giovane età scoprì la passione per i motori.

Un amore che gli fece ben presto abbandonare gli studi di giurisprudenza, in cui era stato indirizzato dalla famiglia borghese, per cominciare a lavorare prima come ragioniere e poi come meccanico presso l’officina torinese di Giovan Battista Ceirano che inizialmente produceva le biciclette Welleyes e successivamente incominciò a costruire prototipi di autovetture. Ma Vincenzo Lancia non fu solo un meccanico, ma anche un collaudatore e contemporaneamente un pilota. Si dilettò, infatti, anche nelle prime corse automobilistiche del secolo, divenendo anche il primo automobilista a vincere con una vettura Fiat nella gara Torino-Sassi del 1902.

La sua carriera automobilistica proseguirà, sempre su vetture Fiat, fino al 1908, ovvero per 2 anni dopo la fondazione della sua casa automobilistica, la Lancia. Nel 1906, infatti, Vincenzo grazie alla collaborazione dell’amico e collega della Fiat, Claudio Fogolin, fonda, a Torino, l’industria che ancora oggi porta il suo nome. Nello sviluppo della Lancia mise tutte le sue energie e conoscenze, sfruttando anche le sue ottime capacità di collaudatore maturate negli anni precedenti riuscendo così fin da subito a produrre delle ottime automobili sotto un profilo di sicurezza e affidabilità.

Vincenzo Lancia, nonostante il successo della sua scuderia, rimase sempre legato anche al mondo delle cors aiutando la realizzazione dell’Autodromo Nazionale Monza,di cui nel 1922 pose la prima pietra. Nel 1930, inoltre, con altri industriali – Gaspare Bona, Battista Farina detto Pinin, Giovanni Battista Devalle, Pietro Monateri, Arrigo De Angeli – fondò la carrozzeria Pininfarina. Morì nel 1937, a soli 55 anni, vittima di un attacco improvviso di cuore durante la notte del 15 febbraio. Questo in breve. La storia di don Censin Lancia va raccontata nei dettagli. Ma non prima di una curiosità.

L’unica Lancia iscritta ha vinto

Vincenzo Lancia, uno dei più grandi piloti all’inizio del secolo scorso, una volta che divenne industriale non volle più partecipare alla competizioni, ne personalmente, ne con le sue auto. Sono gli anni d’oro dei veri pionieri dei veicoli a motore, c’è un grande e genuino entusiasmo molto ben raccontato nel romanzo “Quando l’automobile uccise la cavalleria” di Giorgio Caponetti. Vincenzo Lancia, dunque riteneva che l’impegno tecnico ed economico richiesto per la partecipazione alla corse nuocesse alla produzione. Aveva ragione e se una quarantina di anni dopo il figlio Gianni avesse ragionato allo stesso modo sicuramente la storia della Lancia avrebbe avuto un altro corso. Lo racconta così, Alfio Manganaro sul quotidiano la Repubblica.

Ma Lancia fu comunque il primo pilota delle sue auto, infatti nel 1908 partecipò al Record dei 20 km Pavova-Bovolena al volante di una 12 HP ( poi ribattezzata Alpha, come la lettera dell’alfabeto greco) di due litri e mezzo e percorse la distanza alla straordinaria media 87,01 km/h. Fu questo il primissimo successo sportivo di una Lancia. Verso l’autunno dello stesso anno, le prime vetture di serie Lancia stavano arrivando negli Usa, un mercato ideale per le geniali auto piemontesi, e il pilota di casa William Hilliard si piazzò terzo nella corsa di Long Island lasciando dietro di sé ben 24 concorrenti. Un risultato straordinario sempre inquadrato nel periodo storico e nel contesto americano.

Ma il vero capolavoro avvenne l’anno successivo quando sempre Hilliard, sempre su un Alpha sempre rigorosamente di serie vinse Il Grand Prix d’America una corsa riservata alle piccole cilindrate, che si teneva a Savannah in Georgia. Percorrendo la distanza di 315 Km alla media di 84,6 Km/h, arrivò davanti a tutto il fior fiore delle concorrenza statunitense. Buick, Maxwell, Chalmers, ecc. L’anno dopo nello stesso Gran Prix cambiò il pilota, Knipper, ma non l’auto e non il risultato: la Lancia Alpha rimise in fila tutte le più agguerrite concorrenti presenti sul mercato.

All’epoca non esisteva ancora il concetto di pubblicità, così come lo conosciamo oggi, e ancor meno si pensava ad un “claim”, ma ci fu un geniale sconosciuto antesignano dei creativi pubblicitari che realizzò una pagina commemorativa della vittoria, con solo in calce (pensate un po’!) uno slogan che oggi sarebbe stato ripetuto allo sfinimento su tutti i media: “Così nel 1909 come nel 1910 l’unica vettura Lancia inscritta è quella che è arrivata prima!!”.

Storie e curiosità su Censin Lancia

Quarto e ultimo figlio di una famiglia agiata in cui il padre, il Cavalier Giuseppe Lancia, è un imprenditore che aveva fatto fortuna con la produzione di carne in scatola e dadi per brodo. Questo è Vincenzo Lancia, che viene indirizzato dalla famiglia agli studi in giurisprudenza. L’attività scolastica del giovane Censin non fu però brillante, visto che l’allievo non si impegnava come era auspicato dai genitori.

Venne invece preso giovanissimo dalla passione per i motori, riuscendo a strappare al padre l’autorizzazione di lavorare come ragioniere – e, indirettamente, come meccanico – presso l’officina di Torino di Giovanni Battista Ceirano che produceva dapprima biciclette dal nome anglofono Welleyes e in un secondo tempo realizza il prototipo di una automobile con lo stesso marchio (1899).

L’autovettura suscita un notevole entusiasmo alla presentazione e, al fine di produrla su scala industriale, viene fondata la Fabbrica Italiana Automobili Torino, conosciuta anche con l’acronimo Fiat, che acquisterà la piccola officina di Ceirano, assorbendone il lay-out e le maestranze.

In questo modo, a soli 18 anni, Vincenzo Lancia intreccia il suo destino con la più grande azienda torinese di autoveicoli. Dopo un primo periodo da collaudatore, Lancia riesce a dimostrare un’attitudine alle corse e inizia a correre per l’azienda nelle corse locali, cogliendo anche il primo successo della storia Fiat nella Torino Sassi-Superga del 1902. Vinse per due volte la Susa-Moncenisio.

Il giovane Lancia fece parte anche della squadra corse di Angelo Mosca, imprenditore tessile biellese appassionato di automobili, uno dei primissimi nella sua città a possederne qualcuna. Una fotografia esposta al museo dell’automobile a Torino li ritrae nel giardino di Villa Mosca a Biella, ad un’esposizione delle proprie vetture.

Il suo carattere di guida è irruente e incappa spesso in piccoli incidenti dovuti alla troppa esuberanza, pertanto diventa più famoso, nel mondo delle corse, per dei record su un singolo giro della gara che per le vittorie conseguite. La sua carriera automobilistica proseguirà, sempre su vetture Fiat, fino al 1908, cioè per 2 anni ancora dopo la fondazione della sua casa automobilistica, la Lancia.

Le cronache raccontano di un uomo molto meticoloso ed esigente nella sfera professionale e totalmente diverso nel privato: gioviale, amante delle mangiate in buona compagnia e della musica, in particolare di Richard Wagner. È da raccontare il modo con cui selezionava i propri collaudatori: Lancia, per saggiare la capacità di guida di un candidato collaudatore, non faceva semplicemente guidare una delle sue auto, ma era importante che il candidato superasse il “test della corda o della fune”.

Al candidato veniva affidata un’auto, in genere più performante, con la quale doveva seguire l’auto guidata da Lancia per un determinato percorso; a prima vista, il test di guida sembrava molto semplice, ma fra le due auto c’era una corda di alcuni metri. Infatti, al paraurti posteriore dell’auto guidata da Lancia veniva legato un capo della fune, l’altro era legato al paraurti anteriore dell’auto del candidato tester. Il tester doveva essere abile nel seguire Lancia mantenendo una distanza costante fra le due auto. Se il cavo veniva spezzato o, ancora peggio, il candidato urtava il paraurti dell’auto di Lancia, immancabile era la bocciatura.

Nel 1906, come detto, riesce a coronare un suo sogno, quello di avere una azienda sua e, con la collaborazione dell’amico e collega della Fiat, Claudio Fogolin, fonda, a Torino, l’industria che ancora oggi porta il suo nome. Nello sviluppo della Lancia mette tutte le sue energie, le sue conoscenze e le sue intuizioni, non ultimo sfruttando anche le sue capacità di collaudatore maturate negli anni precedenti. Per questa sua attività rinuncia in parte anche alla sua vita privata, sposandosi solamente nel 1922 con Adele Miglietti, sua segretaria; negli anni successivi ebbe con lei 3 figli: Anna Maria, Gianni ed Eleonora.

Lancia rimase sempre legato anche al mondo delle corse, dando anche pieno appoggio alla costruzione dell’autodromo nazionale di Monza, pista famosissima in tutto il mondo e che ancora oggi ospita, tra gli altri, il Gran Premio d’Italia di Formula 1, di cui Vincenzo pose la prima pietra nel 1922. Nel 1930, con gli industriali Gaspare Bona, Battista Farina detto Pinin, Giovanni Battista Devalle, Pietro Monateri e Arrigo De Angeli, fondò la Società anonima Carrozzeria Pinin Farina, in seguito Pininfarina. Tre anni dopo la morte l’amico Amedeo Costa, di Rovereto, volle dedicare alla sua memoria l’omonimo rifugio alpino sul Pasubio.

La documentazione prodotta da Vincenzo Lancia nel corso della propria attività imprenditoriale è conservata a Torino dall’Archivio Storico Fiat, nel fondo Lancia (estremi cronologici: 1906-1990). Esso comprende atti societari, verbali delle assemblee e del consiglio di amministrazione, atti notarili, compravendite, procure, bilanci e carte relative all’amministrazione della contabilità, documentazione sulla gestione del personale (libri matricola, libri paga, accordi con il sindacato, infortuni), documentazione inerente alle partecipazioni societarie, alle consociate estere della Lancia, tutte le carte relative alla produzione, all’amministrazione, al personale, oltre alle carte riguardanti la sezione commerciale della società, la produzione, la progettazione, la direzione generale e alle cartelle del personale impiegati dal 1906 al 1970.