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Tommi Makinen: quattro volte campione del mondo rally

Tommi Makinen con la Mitsubishi Lancer Evo VI

Al debutto lo nota Timo Jouhki, manager della Nokia e grande appassionato di rally che, come ha fatto e come farà con tanti altri campioni finlandesi, a cominciare da Hannu Mikkola. Non è semplice la prima parte della carriera per Tommi Makinen, quattro volte campione del mondo. La sua carriera ha un punto di svolta ben preciso, il Rally 1000 Laghi del 1994. Vince, da outsider, quella gara iridata e passa da pilota di seconda fascia a campione.

La sua indubbia abilità di pilota gli fa guadagnare il soprannome di Flying Finn, ovviamente non è l’unico. Tommi Makinen inizia a praticare rally nel 1985, alla guida di una Ford Escort RS2000 al Nokia Rally, diventando campione finlandese nel 1988 e del mondo per ben quattro volte dal 1996 al 1999, al volante di diverse evoluzioni della Mitsubishi Lancer. La sua ultima vittoria la conquista nel 2002 al Rally di Monte-Carlo.

In carriera, Tommi Makinen corre con diverse macchine, tra cui Nissan Sunny, Lancia Delta, Mitsubishi Lancer Evo III, IV, V ed VI. Dal 2002 al 2003, anno del suo ritiro definitivo dalle corse, è sotto contratto con il Subaru World Rally Team, ma non è più in grado di riproporre i fasti della prima parte della sua carriera. Sposato e padre di due figli, vince un totale di ventiquattro gare iridate.

Nato il 26 giugno 1964 a Puuppola, nei pressi di Jyvaskyla, il pilota finlandese comincia a correre in auto a quattordici anni, ma fatica a trovare spazio. Arriva tardi rispetto agli standard nel circo del rally. Siede per la prima volta in una vettura Gruppo A in modo stabile per tutta la stagione solo nel 1995, quando viene ingaggiato dalla Mitsubishi Motorsport a fianco del veterano svedese Kenneth Eriksson.

Non è semplice la prima parte della carriera per Tommi Makinen, quattro volte campione del mondo. La sua carriera ha un punto di svolta ben preciso, il Rally 1000 Laghi del 1994. Vince, da outsider, quella gara iridata e passa da pilota di seconda fascia a campione. Si diceva che nel 1985 avviene il suo esordio nei rally con una Ford Escort. Lo nota Timo Jouhki, manager della Nokia e grande appassionato di rally che, come ha fatto e come farà con tanti altri campioni finlandesi, a cominciare da Hannu Mikkola, gli dà una mano ad iniziare la carriera ad alto livello. Nel 1988 vince il campionato nazionale e disputa qualche gara all’estero con una Lancia Delta 4WD Gruppo N.

L’anno dopo passa ad una versione Gruppo A della vettura torinese, ma disputa poche gare senza brillare particolarmente. Nel 1990 la prima svolta della sua carriera: Seppo Harjanne, storico navigatore di Timo Salonen, con cui vince il titolo mondiale nel 1985 sulla Peugeot 205 T16, dopo il ritiro di Salonen passa sul sedile di destra del giovane connazionale.

I due in quella stagione corrono nel Mondiale Rally con una Mitsubishi Galant VR-4 Gruppo N, con cui vincono alcune volte la categoria piazzandosi al terzo posto nella classifica finale del Mondiale Produzione. I buoni risultati non servono a fargli trovare un volante “interessante”.

I due passano la stagione 1991 saltando dal Gruppo N, con una Ford Sierra Cosworth, al Gruppo A, con una Mazda 323 GTX, ma senza ottenere risultati di rilievo. Grazie ancora una volta ai buoni uffici di Timo Jouhki, Makinen nel 1992 trova posto nel team ufficiale Nissan. Con la Sunny GTI-R, Tommi Makinen corre tre gare del Mondiale Rally, due ritiri ed il nono posto a Monte-Carlo. Poi, si ricomincia di nuovo daccapo.

Punta sull’Italia e si accorda con l’Astra Team di Mauro Pregliasco per correre con una delle Lancia Delta Gruppo A della squadra piemontese. Si piazza quarto in Svezia ed al 1000 Laghi, mentre all’Acropoli è sesto. Finalmente la sua carriera imbocca la via giusta. Per la stagione 1994, Nissan lo mette nuovamente sotto contratto per correre con la Sunny GTI a due ruote motrici lasciandolo libero di gareggiare con altre Case dove non sarà presente ufficialmente. Con la piccola giapponese si fa vedere e i risultati gli valgono un ingaggio da parte di Ford per correre il 1000 Laghi con una Escort Cosworth ufficiale. Tommi sente che quella deve essere la sua occasione.

Tommi Makinen ha avuto anche una grande carriera come manager Toyota
Tommi Makinen ha avuto anche una grande carriera come manager Toyota

Tommi Makinen è veloce come una gazzella

Sui dossi di casa sua salta più in alto di tutti, è veloce come una gazzella ed imprendibile come il vento. Makinen-Harjanne vincono la gara. Sarà il primo di ventiquattro successi nel WRC per il finnico. Mitsubishi gli offre il sedile della Lancer Evo III per il Sanremo, dove rompe una sospensione, ma soprattutto un contratto per il 1995 da pilota ufficiale.

Quell’anno,Tommi Makinen è secondo in Svezia ed ancora primo nel 1000 Laghi, gettando le basi per un 1996 “importante”. Stagione che inizia con il successo allo Swedish Rally e che prosegue con altre vittorie al Safari, in Argentina ed in Australia, risultati che uniti al secondo posto all’Acropoli ed al quinto al Rac gli valgono il titolo mondiale.

Nel 1998 si ripete con la Lancer Evo IV grazie ai successi in Portogallo, al Catalunya, al 1000 Laghi ed in Argentina. Tripletta con la Lancer Evo V nel 1998, anno in cui Harjanne si ritira lasciando il posto a Risto Mannisenmaki: Argentina, 1000 Laghi, Sanremo ed Australia le sue perle, ma la fortuna al Rac, ultimo impegno stagionale, gli dà decisamente una mano. Makinen già nelle prime prove picchia scivolando su una macchia d’olio e rompendo una sospensione, incidente che lo obbliga a ritirarsi. Al diretto avversario, Carlos Sainz, con la Toyota Corolla WRC, è sufficiente il quarto posto per portare a casa il titolo iridato.

Lo spagnolo per tutta la gara è attento a non prendere rischi e sembra andare tutto bene, ma a cinquecento metri dalla fine dell’ultima prova speciale, improvvisamente, si rompe una biella sulla Corolla. Sainz, in diretta tv, è obbligato a fermarsi ed a rinunciare al sogno di vincere il suo terzo titolo mondiale che invece va ad un incredulo Makinen.

Quarto ed ultimo alloro per il finlandese nel 1999 sulla Lancer Evo VI, con le vittorie a MonteCarlo, in Svezia, Nuova Zelanda e Sanremo. Ormai la Mitsubishi, una Gruppo A, mostra la corda contro le più performanti vetture WRC ed il successo nel Monte-Carlo edizione 2000 è solo un fuoco di paglia.

Nel corso di quella stagione, Tommi Makinen ottiene solo qualche piazzamento ed il quinto posto nel Mondiale Rally. Deve lasciare lo scettro di campione del mondo rally al connazionale Marcus Gronholm. Con la Evo 6,5 il finlandese nel 2001 vince Montecarlo, Portogallo e Safari, ma i troppi incidenti e le rotture consegnano il titolo al più regolare Richard Burns. Secondo è Colin McRae e lui è solo terzo.

In quello stesso anno è protagonista, al Tour de Corse, di un brutto incidente. In una zona molto impervia, nell’attraversamento di un passaggio stretto, Makinen stringe troppo una curva urtando la parete di roccia alla sua sinistra. La macchina cappotta e finisce a ruote all’aria in bilico sull’orlo del precipizio che si trova sulla destra. I soccorsi impiegano non poco tempo a trarre d’impaccio Makinen e il navigatore Mannisenmaki.

Nonostante quell’anno Makinen non abbia vinto il titolo, Mitsubishi crea un’edizione speciale della sua Lancer Evolution stradale, denominata proprio Tommi Makinen Edition, siglata TME, per commemorare i grandi successi degli anni precedenti. La TME è basata sulla Evolution VI ed è caratterizzata da una colorazione rossa con bande orizzontali bianche e nere, esattamente come la vettura che il campione finlandese usa nel WRC.

Makinen capisce che il suo tempo in Mitsubishi è finito e per il 2002 firma con Subaru per sostituire proprio Burns, passato alla Peugeot. Arriva subito il successo a Monte-Carlo, grazie alla squalifica di Sébastien Loeb per cambio gomme in area non autorizzata, ma nel corso dell’anno sono più i ritiri che i risultati di rilievo.

Tommi Makinen con la Mitsubishi Lancer Evo VI al Rally d'Australia del 2000
Tommi Makinen con la Mitsubishi Lancer Evo VI al Rally d’Australia del 2000

A fine 2003 Tommi appende il casco al chiodo

Sempre nel corso di quella stagione, gli capita un altro drammatico e spettacolare incidente, questa volta al Rally di Argentina, nel quale la sua Subaru Impreza WRC è protagonista di un capottamento multiplo a forte velocità. Quest’ultimo incidente, unito a tutta una serie di prestazioni negative che ormai si protraggono da un po’, lo convincono che è giunto il momento di abbandonare, con la consapevolezza, comunque, di essere stato uno dei piloti più titolati.

La stella di Tommi Makinen è appannata. Nel 2003 è solo secondo in Svezia e terzo al Rac, comprende che è il momento di smettere. Fonda il team Tommi Makinen Racing facendo correre delle Subaru Impreza Wrx STi Gruppo N fino al 2015, quando riceve una telefonata da Toyota… Anche in questo caso, facciamo un passo indietro. Dopo il ritiro dai rally, Makinen diventa buon amico con il presidente di Toyota Motor Corporation, Akio Toyoda, e con lui inizia la costruzione di una versione a quattro ruote motrici della GT86, che ha fatto la sua comparsa in alcuni rally del WRC dalla Finlandia all’Australia, passando per la Germania.

Quando un progetto riesce, si sa, una parola tira l’altra e ci si ritrova a sognare. Ma in questo caso a sognare è sempre il presidente di Toyota, non un dodicenne aspirante calciatore. Nasce Toyota Motorsport e non risorge dalle ceneri di quello che un tempo fu il Toyota Team Europe. I giapponesi conferiscono a Makinen l’incarico di dare vita alla squadra che nel 2017 ha fatto debuttare nel Mondiale Rally la Yaris WRC. Tommi Makinen, dal 1999, vive tra Monaco e Jyvaskyla insieme alla sua famiglia.

Makinen e l’avventura vincente in Toyota

Tommi Makinen è stato fino al 2020 il team principal di Toyota nel team Toyota Gazoo Racing al suo rientro, con la Yaris WRC, nel campionato mondiale, avvenuto al Rally di Montecarlo 2017 per la sua 85esima edizione. Durante il 2016, ha occasionalmente testato personalmente la nuova Yaris quando ancora la vettura era in fase di test e soddisfaceva i requisiti antecedenti al 2017. Successivamente verrà portata allo stadio di WRC Plus (la nuova classe regina, con alcune nuove regole sulla potenza dei motori, sulle dimensioni delle auto e sull’aerodinamicità delle vetture), con un nuovo profilo aerodinamico e un vistoso alettone posteriore.

Ha inoltre contribuito a designare gli attuali piloti della nuova Yaris WRC Plus (curiosamente tutti suoi connazionali), puntando sull’ex pilota Volkswagen Jari-Matti Latvala, sull’ex campione IRC 2010 Juho Hanninen e sul promettente Esapekka Lappi, vincitore del titolo europeo nel 2014 e del titolo WRC2 nel 2016. Alla fine della stagione d’esordio, Latvala e Lappi conseguiranno una vittoria a testa, rispettivamente in Svezia e in Finlandia, dimostrando che la vettura ha sì ancora qualche problema su certe superfici, ma è competitiva.

Per la stagione 2018 il team manager finlandese sostituisce Juho Hanninen, prelevando dal team M-Sport l’estone Ott Tanak, vincitore, a bordo della Fiesta WRC del team anglo-americano, del rally d’Italia in Sardegna e del rally di Germania nel 2017. Tanak si dimostra competitivo con una Yaris migliorata, al punto di arrivare vicinissimo alla vittoria nel rally di Montecarlo (un errore e una guida perfetta di Ogier glielo impediscono) e arrivando secondo in Corsica, dopo una rimonta dal quarto posto. Nel 2018 la Toyota conquista dopo 19 anni il titolo costruttori, mentre nel 2019 arriva quello piloti con Tanak.