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Pioggia di successi WRC per le Escort RS1800 e RS2000

Ari Vatanen con la Ford Escort RS1800 MK2

Nel 1975, a gennaio, arriva la Ford Escort MK2. Sviluppata principalmente a Colonia da Ford Deutschland – la MK1 era stata concepita dalla filiale Ford inglese – la nuova Escort conserva interamente la solida meccanica della serie precedente, abbinandola però ad una carrozzeria completamente nuova, almeno per le berline. Ford non avrebbe mai rinunciato a ciò che aveva iniziato: la scalata al Mondiale Rally. Infatti, pochi mesi dopo il debutto della vettura stradale viene presentata la versione RS1800, con motore bialbero di 1834 cc e 115 cavalli.

In un articolo precedente è stata tracciata la storia della Ford Escort MK1 da rally nelle versioni TC, GT ed RS, una storia ricca di emozioni durata dal 1968 al 1974. Poco più di cinque anni in cui i successi sportivi e commerciali sono letteralmente piovuti.

Nel 1975, a gennaio, arriva la Ford Escort MK2. Sviluppata principalmente a Colonia da Ford Deutschland – la MK1 era stata concepita dalla filiale Ford inglese – la nuova Escort conserva interamente la solida meccanica della serie precedente, abbinandola però ad una carrozzeria completamente nuova, almeno per le berline.

Proprio l’estetica è la parte più controversa della vettura. Si presenta con linee più tese e più squadrate, secondo la moda di quegli anni, e ha una coda fortemente discendente, quasi una fastback, in realtà l’impostazione è a tre volumi, con bagagliaio separato dall’abitacolo, senza portellone, e lascia un po’ perplessi gli addetti ai lavori.

In commercio, la gamma delle versioni disponibili della Ford Escort MK2 all’atto del suo debutto ufficiale, appunto il 1975, era più articolata rispetto a quella della precedente versione: tre le varianti, sei gli allestimenti e cinque le motorizzazioni. Per quei tempi un record.

L’ampiezza dell’offerta, unita alla tradizionale fama di robustezza e affidabilità, costituisce una delle carte vincenti del modello, anche se con prestazioni modeste in rapporto alla cilindrata e con una tenuta di strada scarsa sul bagnato, a causa della trazione posteriore e del motore anteriore.

Questa caratteristica, dovuta anche al retrotreno a ponte rigido, era comune anche alla MK1, ma ora diventa più evidente a causa della concorrenza a trazione anteriore e retrotreno a ruote indipendenti: Fiat 128, Renault 14, Alfa Romeo Alfasud, o a ruote interconnesse, come la Volkswagen Golf.

Ma nei rally? C’è sempre la RS1600? Ford non avrebbe mai rinunciato a ciò che aveva iniziato: la scalata al Mondiale Rally. Infatti, pochi mesi dopo il debutto della vettura stradale viene presentata la versione RS1800, con motore bialbero di 1834 cc e 115 cavalli.

La versione commerciale del ‘mostro’ impiegato nel Mondiale Rally. La Ford Escort RS1800 da gara era specificatamente progettata per partecipare al WRC dal 1975 al 1982, vincendo due volte il titolo piloti con Bjorn Waldegaard nel 1979 e Ari Vatanen nel 1981 ed una volta quello Costruttori nel 1979.

La vettura rappresentò il modello di punta di casa Ford dal Campionato del Mondo Rally 1975 e fece dimenticare la leggendaria Ford Escort RS1600 che lo era stata sino all’anno precedente. Successivamente, dopo due anni di assenza dal Mondiale Rally, la Casa statunitense tornò con la Ford RS200 a partire dal WRC 1986. Ma questa è decisamente un’altra storia, legata alle auto da rally Gruppo B.

Bjorn Waldegaard su Ford Escort al Rally Portugal 1979
Bjorn Waldegaard su Ford Escort al Rally Portugal 1979

Dalla Ford Escort RS1800 alla RS2000 MK2

Questa Escort è stata in produzione da giugno 1975 fino a settembre 1977. I primi cinquanta esemplari erano stati costruiti sul corpo vettura dell’Escort Sport, telaio inglese quindi, nella fabbrica di Pilot Plant (Aveley) dove dopo la chiusura dell’AVO c’era un nuovo dipartimento di assemblaggio.

Tutti i successivi esemplari, invece, avevano il corpo vettura che derivava dall’Escort Mexico “tedesca” prodotta nella factory di Saarlouis: in sostanza vennero trasportate in Inghilterra le Escort Mexico e venne sostituito il motore Pinto di 1,6 litri con una nuova versione del BDA portato ora a 1835 cc.

Per nulla sbagliando, molti considerano la RS1800 come una Mexico ipervitaminizzata. Infatti, della Mexico rimasero anche i freni, le sospensioni, il differenziale, l’asse posteriore e lo spoiler anteriore e posteriore, mentre a sviluppare il propulsore da 1800 cc fu, come spesso accadde nella storia di questi motori, Brian Hart.

Nonostante l’incremento di cilindrata passato dai 1599 cc della RS1600 MK1 ai 1835 cc della RS1800 MK2, la potenza della versione stradale scese di poco (115 cavalli anziché 120). In ogni caso, la cilindrata superiore permise, sulla base dei nuovi regolamenti sportivi di allora, di utilizzare la RS1800 da subito col motore di 2 litri dando origine a quella che può essere considerata la più grande auto da rally di tutti i tempi.

Sia per la versione omologata in Gruppo 2 sia per quella omologata in Gruppo 4 (omologata il 1 aprile 1977), il cambio era uno ZF a 5 marce. Il 2 litri della versione da rally aveva potenze comprese tra 240 e 275 cavalli, rispettivamente delle prime versioni con due carburatori doppio corpo o delle seguenti ad iniezione. Gli ammortizzatori a gas erano della Bilstein, i freni a disco sulle quattro ruote e i passaruota erano allargati. Della RS1800 venne realizzata anche una versione asfalto (tarmac) e la vettura continuò a vincere fino all’avvento delle 4×4 Gruppo B.

Sulla Ford Escort omologata nel 1977 fu apportato un leggero restyling dei fari quadrati per tutte le versioni (escluse le Sport), fu realizzata la nuova mascherina con marchio Ford nell’Ovale blu e sparì l’allestimento base per la berlina. Vennero, inoltre, introdotte anche le varianti 1.3 L, berlina due e quattro porte, e Wagon 1.1 L, e viene lanciata la RS2000, equipaggiata con un bialbero DOHC di 1993 cc da 130 cavalli.

Basata sulla RS 1800, la RS2000 ha un frontale più pronunciato e dotato di quattro fari circolari e paraurti neri integrati. La RS2000 fa da base per la versione che, impiegata nel Campionato del Mondo Rally, vince il titolo nel 1979. Non basterebbe un libro per parlare dei successi e delle storie legati a questa vettura.

Diciassette vittorie nel Mondiale Rally tra il 1975 ed il 1981, un titolo WRC Costruttori e un titolo WRC Piloti nel 1979 (Waldegaard) e uno nel 1981 (Vatanen, con una vettura Escort privata sponsorizzata Rothmans e preparata da David Sutton), un Europeo Rally con Antonio Zanini nel 1980.

E ancora, cinque vittorie consecutive al RAC (1976-1979), dominio al Safari 1977, un numero impossibile da citare di gare e campionati rally nazionali ed internazionali vinti in ogni angolo del pianeta. La Escort RS 1800 MK2 non è un’auto da rally, è ‘l’auto da rally’ per antonomasia.

Per tanti anni questa vettura continua a vincere le classifiche assolute di molte gare, infischiandosene e quasi umiliando l’avvento del turbo e della trazione integrale. Nel 1983, la RS1800 vince gare in Australia, Nuova Zelanda, Cipro, Kenya, Finlandia e Norvegia. La MK2 esce di produzione nel 1980.

Ari Vatanen con la Ford Escort all'Acropolis Rally
Ari Vatanen con la Ford Escort all’Acropolis Rally

Il terzo Mondiale Rally, punto di arrivo

Se è vero che la storia sportiva di questa auto da rally è lunga, è altrettanto vero che un giornale con un nome tanto importante come quello di Storie di Rally non può esimersi dal tracciarla. Come in una magia, la prima vittoria iridata arriva al RAC Rally, dove la nuova MK2 piazza una tripletta più incredibile che allucinante: primo Timo Makinen, secondo Roger Clark, terzo Tony Fowkes.

Ovviamenete, Roger Clark è arrabbiato per la mancata vittoria e si rifà esattamente un anno più tardi andando a vincere per la seconda volta in carriera la gara di casa. Il meglio arriva, come accennato poco prima, l’1 aprile 1977: la Ford Escort RS1800 MK2 viene omologata in Gruppo 4, perché rispetta la norma dei quattrocento esemplari costruiti in ventiquattro mesi dal Special Vehicle Enginnering e dalla Ford tedesca.

Nell’omologa è previsto il motore BDA nella versione in alluminio alimentato a carburatori o a iniezione, potenza 240-265 cavalli, lubrificazione a carter secco, cambio ZF a cinque marce, freni a disco sulle quattro ruote, l’assale posteriore Atlas a quattro tiranti e barra Panhard, il roll-bar integrato alla struttura, e i passaruota allargati per montare pneumatici di varie dimensioni.

La nuova Ford Escort RS1800 Gruppo 4 è scorbutica è vince quattro prove del WRC su undici in calendario: il Safari e l’Acropoli con Bijorn Waldegaard, il 1000 Laghi con il pilota locale Kyosti Hamalainen, e il RAC, sempre con il campionissimo svedese al volante. Ford è seconda nel Campionato del Mondo Rally Costruttori, alle spalle della Fiat. Nel 1978 si ripropone la “stagione fotocopia” dell’anno prima: Waldegaard primo in Svezia e Mikkola in Gran Bretagna.

Nel 1979, a dieci anni di distanza dell’ultimo titolo Costruttori vinto dalla Escort TC, con cinque primi posti, tre di Mikkola e due di Waldegaard, e due secondi posti, la RS1800 diventa campione del mondo rally Costruttori, mentre nel Mondiale Piloti si registra la strabiliante doppietta con Bijorn Waldegaard e Hannu Mikkola, divisi da un solo punto.

Questo è il punto di arrivo e contemporaneamente di non ritorno. Ford lascia i rally a livello ufficiale per dedicarsi al progetto Gruppo B, anche se la Escort continua a correre privatamente grazie a David Sutton che punta forte su Ari Vatanen.

Nella prima stagione il biondo finnico vince all’Acropoli, poi l’anno seguente compie un’autentica impresa diventando il primo Campione del Mondo, con una scuderia privata. Anche in questo caso, arriveranno vittorie a pioggia, senza dimenticare i successi in Gruppo 1, della XR3i, della RS2000, e più tardi della turbo Gruppo N, che in Italia regalò spettacolo tra le mani di Angelo Presotto, Bruno Bentivogli e Gabriele Folco Zambelli.