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Storia di una rivincita, quella della Peugeot 405 Mi16

Storia di una rivincita, quella della Peugeot 405 Mi16

Agonisticamente nata per il Super Turismo francese e, quindi, omologata in Gruppo A sembrava davvero poco adatta ai rally per via delle misure, nonostante la fiche d’omologazione fosse ben ricca, al pari della Peugeot 309.

Di Alessio Sucato

Nata dalla matita di Pininfarina ed in listino dal 1987, al pari delle sorelle tranquille, fu una delle berline ad alte prestazioni tanto in voga negli anni Ottanta e Novanta. Una berlinona nel suo caso, lunga 4,41 metri, non era proprio l’emblema dell’agilità come lo erano, sempre rimanendo in Casa Peugeot, la 205 1.9 GTI e la 309 GTI 16V, con la quale condivideva buona parte della meccanica a partire dal 1.9 litri da 160 cavalli bialbero e 16 valvole.

Agonisticamente nata per il Super Turismo francese e, quindi, omologata in Gruppo A – allora vi si correva proprio con le Gruppo A, prima dell’avvento delle classi S1-S2 del 1991 e D1-D2 del 1993, che erano comunque delle estensioni della suddetta categoria – sembrava davvero poco adatta ai rally per via delle misure, nonostante la fiche d’omologazione fosse ben ricca, al pari della Peugeot 309 almeno impiegata ufficialmente da Peugeot Sport nel Campionato Francese Rally con Francois Delecour, Fabien Doenlen…

Nella cintura di Torino, precisamente a Trofarello, un gruppo capitanato dal vulcanico Mariolino Cravagnero, non la pensava affatto così. Un po’ come il calabrone che tecnicamente non potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso. Grazie al formidabile lavoro fatto dagli uomini della Italtecnica, tra i quali un certo ingegner Claudio Berro, e un giovanissimo Mario Fornaris, papà della poco fortunata Mitsubishi Lancer WRC04, la 405 nel triennio 1989-1991 era la 2RM da battere.

Impiegata ufficialmente dalla filiale italiana della Casa do Sochaux, nelle abili mani (e piedi) dell’allora astro nascente Andrea Aghini ed i suoi compagni di squadra Paolo Fabrizio Fabbri e Giacomo Bossini, faceva il bello e il cattivo tempo tra le A7, allora chiamate A4 nelle gare non Fia, prendendosi perfino il lusso di fare tre vittorie assolute in gare del Cir.

Vero è che allora il Cir aveva una miriade di gare a coefficienti e che solo le più blasonate e più alte di coefficiente erano appannaggio dei big come Dario Cerrato, Gianfranco Cunico & Co con le Gruppo A turbo 4×4 da 350 e più cavalli, contro i 220 della “Francesona”, ma in quelle gare erano subito dietro di loro, stravincendo tra la tutto avanti.

Federico e Javier Villagra al Rally Argentina 1998
Federico e Javier Villagra al Rally Argentina 1998

La bella e filante Peugeot 405 Mi16 si dimostrò molto competitiva anche a livello locale, quelle ben preparate (spesso ex-ufficiali) come gli esemplari OVS Racing Team o AutoSportItalia, dominavano nei rally sprint, elegendola a Reginetta di quella tipologia di gare almeno fino all’avvento della Renault Clio 16v.

Alcuni esemplari finirono in Argentina dove ebbero un discreto successo fino a fine anni Novanta. Snobbata dal reparto corse ufficiale (Peugeot Sport) il team italiano si prese il lusso di battere proprio la Casa Madre che usava la 309 a casa loro, nella finale europea Peugeot del 1990. Mai fu così vero: Italians do it better. Costo dell’epoca circa 200.000.000 di lire.

Scheda tecnica

Motore XU9 J4, anteriore trasversale, 1926 cc, 4 cilindri in linea, due alberi a cammes (acciaio) in testa, 4 valvole per cilindro
Alesaggio x corsa 83,5×88 mm
Potenza circa 220 CV a 7800 giri/min
Coppia 23,22 kw a 6000 giri/minuto
Trasmissione trazione anteriore, frizione monodisco a secco
Cambio 6 marce ravvicinato ad innesti frontali x-Trac, differenziale autobloccante
Differenziale autobloccante
Sospensioni anteriori a ruote indipendenti tipo MacPherson con molle elicoidali, bracci tubolari e uniball, ammortizzatori Marzocchi e barra antirollio. a ruote indipendenti tipo MacPherson con molle elicoidali, bracci tubolari e uniball, ammortizzatori Marzocchi con molle elicoidali coassiali, barra di torsione regolabile
Freni doppio circuito indipendente (anteriore/posteriore) con ripartitore nell’abitacolo, dischi sulle 4 ruote (anteriori AP entilati), con pinze a 4 pistoncini all’anteriore, a 2 al posteriore, freno a mano idraulico
Cerchi 7,25″ x 16″ Speedline (asfalto), 15” (terra)
Peso 930 kg