Storia di una foto fantastica: Rally del Portogallo 1981
Storia di una foto che ha fatto epoca e di una splendida carriera. Siamo a Serra de Sintra, è il 4 marzo del 1981. Migliaia sono gli spettatori che popolano la Laguna Blu e Peninha. Jorge Cunha, ancora da dilettante, va in quel Rally del Portogallo a dare una mano a Jose Nogueira, un fotografo professionista, noto anche come ”Xtrod”.
Storia di una foto che ha fatto epoca e di una splendida carriera. La Fiat 131 Abarth Rally di Markku Alen perde la ruota sulla PS Peninha, durante il Rally del Portogallo 1981, un evento che alla fine vincerà comunque lui. In quel momento, proprio in quel posto, si trova un ragazzino appassionato, come tanti. È pronto e scatta la foto. Un capolavoro dato dall’essere nel posto giusto al momento giusto. Da qui, per Jorge Cunha inizia una carriera inaspettata e strepitosa di fotografo.
“Quella immagine di Markku Alen mi ha aperto le porte alla una carriera professionale di fotoreporter”, ha raccontato Cunha. Per un fotografo, ci sarà sempre quella foto con una storia speciale. Jorge Cunha non fa eccezione e, nel suo caso particolare, la foto che, per puro caso, ha beccato Markku Alen quando ha perso la ruota sulla Peninha, è stata la porta d’ingresso per una carriera che continua ancora oggi come titolare di un’agenzia fotografica che segue le principali serie internazionali di rally.
Siamo a Serra de Sintra, è il 4 marzo del 1981. Migliaia sono gli spettatori che popolano la Laguna Blu e Peninha. Jorge Cunha, ancora da dilettante, va in quel Rally del Portogallo a dare una mano a Jose Nogueira, un fotografo professionista, noto anche come “Xtrod”. Quando arriva lì, non pensa di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, tanto meno che questo potrebbe segnare la sua carriera e la sua vita per sempre.
“Il piano era quello di fotografare il primo passaggio sulla PS Peninha e poi andare a Montejunto, ma ero con mio fratello e un amico che faceva il pilota. Entrambi mi chiesero di rimanere sulla Peninha, perché volevano vedere i passaggi più veloci. Mi ricordai di quella zona, verso il fine prova, con un leggero rettilineo e ci incamminammo. Eravamo noi tre e questo posto non era per nulla ricercato. Generalmente, i fotografi e gli spettatori non andavano oltre il salto, poi c’era una curva prima del termine della PS in cui i piloti avrebbero fatto sollevare la ruota anteriore sinistra”.
“Ero l’unico ad avere un obiettivo da 50 millimetri e una pellicola in bianco e nero. Secondo me, e dal modo in cui l’ho visto avvicinarsi al posto in cui ci trovavamo, la Fiat 131 Abarth Rally di Markku Alen aveva forato, o aveva qualche problema di sterzo. Deve aver toccato. Ha scartato proprio di fronte a me, provocando il sollevamento della parte posteriore della vettura mentre colpiva il lato delle rocce sul bordo strada. È stato tutto molto veloce”.

Il suo navigatore, Ilkka Kivimaki, scese dalla macchina e si rese conto che potevano muovere la vettura in retromarcia. Alen mise la retromarcia e si avviò rapidamente, fino alla conclusione di ciò che restava della PS. “Con la macchina fotografica in mano, in quel momentoscattai alcune foto, con la sensazione immediata di averlo colto in aria al momento dello schianto. Tuttavia, non potevo avere idea se la foto sarebbe uscita nitida”.
“A terra c’era rimasta la ruota della Fiat 131 Abarth Rally di Alen e la sospensione. Quando tornammo sul posto per raccogliere il “trofeo”, la ruota era già stata presa. Ed eravamo in ritardo per la PS Montejunto. Continuai a seguire la gara. Lunedì, quando andai a ritirare le foto pensai che dovevo aver sbagliato qualcosa. Non so, c’era qualcosa che non mi tornava…”.
“Quando alla fine Alen vinse la gara, però, le foto vennero apprezzate e pubblicate su vari media nazionali e stranieri. Non ottenni un soldo con la pubblicazione della foto, i rapporti con Jose Nogueira si deteriorarono e la sequenza originale di quel momento non esiste più. Però, questo episodio fu fondamentale nella mia carriera di fotografo professionista, poiché l’invito di Automundo arrivò due mesi dopo…”.