Storia delle Citroen AX 4×4 1000 Pistes spagnole
Nel corso del tempo questi prototipi sono stati conservati in garage, altri ancora hanno avuto una seconda giovinezza sportiva, sempre sulla terra. Le specifiche originali prevedevano motore 1440 cc, iniezione e cambio a rapporto chiuso DMC Mathiott, bracci posteriori indipendenti 1000 piedi, sistema 4WD della Visa 1000 Pistes e differenziali anteriori e posteriori meccanici.
La Citroen Visa con la 1000 Pistes ebbe un discreto successo nei rally e questo confortò la casa del Doppio Chevron che, proprio con la Visa, ebbe la prima vettura 4×4 francese andando a pareggiare la concorrenza. La Visa presto lasciò il posto ad un nuovo modello, la AX. Il team Citroën Spagna è stato molto attivo nei rally – soprattutto sulla superficie sterrata – con questa macchina, che ha regalato importanti successi ad Antonio Zanini.
Citroën ha voluto continuare lo sviluppo con l’arrivo del nuovo modello e così è nata l’idea di sviluppare un prototipo su un base AX con il pianale della Visa 1000 Pistes per disputare il Campionato Spagnolo Rally Terra. Un lavoro non facile visto che i telai delle due vetture erano totalmente diversi (asse rigido AX e barre di torsione) e per questo bisognava fabbricare delle particolari staffe per il differenziale posteriore, oltre a modificare trasmissione e vano motore.
Il suo piccolo ma potente cuore da 1440 cc con il sistema ad iniezione Webber portava la vettura verso i 150 CV di potenza. Questi piccoli “mostri” venivano costruiti da Piedrafita Sport-Zanini alla fine degli anni ’80 per competere, appunto, nel Campionato Spagnolo Rally Terra dove i regolamenti erano molto più liberi rispetto al Campionato Asfalto e i prototipi erano consentiti anche bimotore.
Il peso ridotto a soli 700 kg la faceva volare in alto in classifica questa AX, a volte riuscendo ad essere tra le prime tre posizioni dell’assoluta. Insomma, era perfettamente in grado di battere auto di più potenti, comprese alcune vetture di “seconda fascia” del Gruppo B.
Alcune versioni di questa AX Proto 4×4 erano evolute e dotata di sistemi di iniezione elettronica al posto dei carburatori utilizzati nei motori Visa e avevano cilindrate di 1560 cc o anche 1600 cc. Questi piccoli mostri erano guidati da piloti come Antonio Zanini o Guillermo Barreras tra il 1988 e il 1990. Nel corso del tempo questi prototipi sono stati conservati in garage, altri ancora hanno avuto una seconda giovinezza sportiva, sempre sulla terra.
Le specifiche originali prevedevano motore 1440 cc, iniezione e cambio a rapporto chiuso DMC Mathiott, bracci posteriori indipendenti 1000 piedi, sistema 4WD della Visa 1000 Pistes e differenziali anteriori e posteriori meccanici. Da 0 a 100 km/h (62mph) schizzava in 6,2 secondi, con una velocità massima di 173 km/h (103 mph). Il peso in ordine di marcia era di 810 kg. Il motore è un 4 cilindri in linea a benzina, con il codice motore KDY TU3M/FM/L, in grado di erogare senza modifiche 75 CV a 6200 rpm e una coppia massima di 111 Nm (81 lb.ft) a 4000 rpm (più del doppio come prototipo da corsa).

Citroen AX nella produzione di serie
La Citroen AX è stata prodotta tra il 1986 ed il 1998. L’AX doveva inizialmente essere prodotta anche come erede della Talbot Samba, doveva avere lo stesso corpo vettura, ma altro marchio sul frontale. Il progetto si interruppe per la decisione di far chiudere definitivamente la Talbot stessa.
Nel gennaio del 1981 il direttivo Citroën diede il via al progetto S9. Scopo di tale progetto fu quello di trovare un’erede ai modelli Visa ed LNA. La Visa, pur essendo in listino in quel momento da tre anni, montava soluzioni tecniche oramai obsolete, come il vecchio bicilindrico di origine 2CV. Quanto alla LNA, si trattava semplicemente di una riproposizione della 104 a 3 porte, dotata quindi della medesima carrozzeria, ma con lo stesso bicilindrico raffreddato ad aria. Quanto alla 2 CV, si scelse provvisoriamente di non sostituirla con il nuovo modello che sarebbe nato dal progetto S9, poiché rappresentava un’icona del marchio francese.
Per quanto riguarda il disegno della carrozzeria, furono vagliate molte proposte stilistiche provenienti da svariate personalità legate in un modo o nell’altro al Gruppo PSA, ma anche da alcuni atelier esterni tra cui quella di Art Blakeslee (all’epoca responsabile per il design della Talbot) e quella di Fergus Pollock, che propose una carrozzeria monovolume, all’epoca rivoluzionaria.
La direzione della progettazione della carrozzeria della nuova utilitaria fu infine affidata a Trevor Fiore, incaricato di vagliare le varie proposte. Venne inoltre avviata una ricerca di mercato presso la potenziale clientela della nuova vettura.
Durante i primi anni di progettazione, la casa francese presentò una piccola serie di concept, tutte denominate con la sigla ECO 2000, caratterizzate da una carrozzeria molto aerodinamica (Cx pari a 0.22), dimensioni compatte e buona abitabilità interna in rapporto agli ingombri esterni. Da questi prototipi sarebbe derivata la futura utilitaria dove il fattore aerodinamico avrebbe permesso una riduzione dei consumi ed una maggior brillantezza nel comportamento su strada. La riduzione dei consumi era uno dei punti fermi ed imprescindibili del progetto, per questo venne data molta importanza anche al risparmio di peso.
Per quanto riguardava la meccanica, si scelse di rinunciare a motori tradizionali della Citroën per puntare sulle nuove unità quadricilindriche PSA; per la nuova utilitaria si scelse di realizzare una nuova gamma di motori direttamente derivata dalla vecchia serie X, realizzata dalla Peugeot ancora anni prima della sua fusione con la Citroën.
Il debutto avvenne al salone dell’automobile di Parigi del 1986, con il nome di AX, una sigla con la quale si intendeva dare continuità alla gamma Citroën del tempo, composta principalmente dall’ammiraglia CX e dalla media BX oltre che dalla 2CV e dalla Visa. In realtà, se la AX sostituì la LNA, non fece lo stesso per la Visa, poiché questa si trovava un gradino più in alto nella gamma e proponeva anche motorizzazioni di livello superiore e la configurazione a 5 porte, non presente al debutto della AX. Pertanto, la Visa continuò ad essere prodotta ancora per un paio di anni prima di essere sostituita nel 1991 dalla ZX.
Caratterizzata da un Cx di appena 0.31, uno dei migliori all’epoca per un’utilitaria, la AX era contraddistinta dalla presenza di linee semplici, che a prima vista ricordavano quelle della Visa, grazie al suo corpo vettura a due volumi con lunotto e montanti posteriori leggermente inclinati ed i passaruota posteriori carenati. Anche il frontale, molto più semplice e liscio rispetto a quello della Visa, appariva più una evoluzione che non una rivoluzione stilistica in senso stretto. La coda era la parte più interessante: i nuovi gruppi ottici erano a sviluppo verticale ed era presente una sorta di spoiler integrato posto alla base del lunotto.
L’abitacolo è stato progettato tenendo conto del fattore ergonomico e del comfort di marcia, nonché della massima capacità possibile per il vano bagagli, da 265 litri ampliabili a 1.160 grazie alla possibilità di abbattere lo schienale.
La produzione fu avviata nello stabilimento di Aulnay-sous-Bois, presso Parigi, nella sola carrozzeria a tre porte. L’AX riscosse subito successo grazie alle doti di economicità e praticità di utilizzo. Il merito va alle caratteristiche aerodinamiche, tra le migliori all’epoca per un’utilitaria, ed al peso ridotto, circa 650 kg a vuoto, che conferì alla vettura prestazioni rimarchevoli anche con motori di piccola cilindrata. Il pianale utilizzato la rese molto maneggevole nel traffico cittadino. Tutte caratteristiche che, unite anche al prezzo molto concorrenziale, sancirono di fatto il consenso in tutta Europa.
Poco tempo dopo il lancio, nel 1987, il listino fu completato con l’arrivo della versione 5 porte e, per alcuni mercati, delle primissime versioni provviste di convertitore catalitico, queste ultime solo con motore 1.1 e 1.4 e negli allestimenti TRE e TRS. Nello stesso anno arrivarono le versioni sportive: la AX Sport, già svelata l’anno prima ed equipaggiata con un motore da 1290 cm³ e 95 CV di potenza massima, associati ad un peso di appena 715 kg. La si riconosceva per la livrea, sempre bianca, e per i cerchi in acciaio verniciati di bianco come sulla Peugeot 205 Rallye. L’equipaggiamento scarno di questa versione, ancor più che sulle versioni di accesso alla gamma, ne fecero una base per gli appassionati che desideravano cimentarsi con le corse. Altra versione sportiva era la AX GT, una versione più accessoriata, che montava una versione potenziata del classico 1.4 PSA e raggiungeva gli 85 CV di potenza massima.
Nel 1988 arrivò la versione diesel da 1.4 litri e 53 CV di potenza massima, particolarmente parca nei consumi e disponibile negli allestimenti D, RD e TRD, equivalenti agli allestimenti E, RE e TRE presenti nelle versioni a benzina. Contemporaneamente, i motori 1.4 a benzina non catalizzati salirono da 65 a 70 CV. Nel 1989 le versioni E e RE vennero sostituite rispettivamente dalle versioni TE e TGE, ed in più arrivò anche la AX 11 TRS, che portò una dotazione più completa. Il motore rimase lo stesso da 55 CV. Ma già nel 1990, dopo un solo anno di commercializzazione, la TRS cedette il posto alla TZX, ancora più dotata e rifinita. Nello stesso anno la AX Sport uscì dai listini.
Nell’ottobre del 1991 vi fu un lieve restyling: vennero ridisegnati i paraurti, ora meno spigolosi, e gli indicatori di direzione anteriori avevano plastiche bianche anziché arancio; all’interno il cruscotto divenne più completo e la plancia più imbottita. Per quanto riguarda la gamma, cambiarono gli allestimenti: a fianco della AX 10E rimasta immutata nella denominazione, apparve la AX Ten che sostituì la RE; inoltre le versioni con motore da 1.1 litri videro l’arrivo degli allestimenti Classic, First e Allure. Le versioni 1.4 a benzina passarono da 70 a 75 CV e furono proposte negli allestimenti Allure e Tecnic. Le versioni diesel furono disponibili negli allestimenti Ten, Allure ed Echo, ma non tutti erano previsti per qualsiasi mercato. La vera novità nella gamma fu però l’arrivo della AX 4×4, una versione a trazione integrale adatta per i terreni accidentati e nata per tentare di frenare il successo della Fiat Panda 4×4. Il suo motore era il 1.4 da 75 CV, qui nell’inedita variante ad iniezione, ma senza catalizzatore.
La AX GT fu affiancata dalla AX GTi, una versione ancor più potente ed accessoriata, sempre dotata del 1.4 TU, ma con 98 CV (72 KW) di potenza massima e dal peso di 795 kg.
Nel 1992, a causa delle incombenti normative antinquinamento, l’intera gamma AX fu prodotta non più a carburatori, ma ad iniezione elettronica e con scarico catalitico su tutti i modelli. Contemporaneamente, i motori da 1 litro di cilindrata passarono da 45 a 50 CV, mentre quelli da 1.1 litri salirono da 55 a 60 CV. L’avvento del catalizzatore segnò la fine della produzione della AX GT, così come era nota fino a quel momento: continuò ad essere prodotta, ma in versione catalizzata e con il normale motore 1.4 da 75 CV. Quanto alla AX GTi, essa vide la sua potenza ridotta a 95 CV dalla presenza del catalizzatore.
La carriera della AX cominciò quindi la sua fase discendente: non vi furono grosse novità per il 1993, salvo una particolare versione con motore da un litro di cilindrata e con cambio a 5 marce. Tale versione fu commercializzata con allestimenti differenti a seconda del mercato di destinazione, per esempio in Italia fu proposta con allestimento Dolly e New Way.
Nel 1994 la AX 10i fu proposta in Italia solo in un livello di base senza particolari sigle identificative e con carrozzerie a 3 o a 5 porte. In altri Paesi europei erano ancora presenti gli allestimenti Cascade, Debut, X e Neon. La principale novità del 1994 fu però l’introduzione del nuovo motore diesel da 1.5 litri e 58 CV.
Nel 1996 fu presentata la Citroën Saxo, che avrebbe prima affiancato la AX e nel giro di poco tempo l’avrebbe sostituita. L’AX, dal canto suo, fu proposta con un listino più scarno di versioni. Nel 1998 fu tolta di produzione dai principali mercati europei, mentre in Francia la produzione proseguì per ancora qualche mese.