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Storia del Rally di Limone Piemonte e 100.000 Trabucchi

Busseni-Ciocca, Rally Limone 1985

Dopo la cancellazione dal calendario Csai 2001, si tornò a parlare del Rally di Limone e 100.000 Trabucchi per il 2002, con un cambio di nome e di percorso. Si sarebbe dovuto chiamare, infatti, Rally Città di Cuneo. Inutile dire che non se ne fece nulla…

Il Rally di Limone Piemonte e 100.000 Trabucchi esordisce nel 1971 e si rivela sin da subito una gara tecnica e selettiva. Nel 1976 fa registrare l’importante esordio assoluto della mitica Fiat 131 Abarth, portata in gara da Giorgio Pianta (che si piazza al quinto posto assoluto). L’anno successivo conquista la validità di gara Tricolore e offre la vittoria a Federico Ormezzano con una Opel Kadett GTE.

Nel 1978, invece, è Mauro Pregliasco ad aggiudicarsi il rally (Alfetta GT). Nel 1979 e 1980, l’albo d’oro viene “firmato”, invece, da Tony Fassina, che vi partecipa una volta con una Lancia Stratos e la seconda con una Ascona 400. Il primo cambio di nome, nella storia del Rally di Limone e 100.000 Trabucchi, arriva nel 1984. Infatti, quell’anno viene spostata la partenza da Saluzzo al vicino centro turistico di Limone Piemonte. E, così, la denominazione cambia in Rally di Limone. Fortunatamente, però, la validità Tricolore resta.

La prima edizione si chiude nel segno di Fabrizio Tabaton che, chi ha un po’ di memoria ricorderà, va a segno con la velocissima Lancia Rally. 1985 e 1987 sono altre due date che vedono vincere la Lancia, anche se al volante ci sono, prima, Nik Busseni e, poi, Piero Beltrandi. Manca all’appello il 1986, storica data che blocca l’attenzione di tutti sul duello tra Andrea Zanussi, su Peugeot 205 T16, e Dario Cerrato, al volante della Lancia Delta S4. Alla fine di una giornata memorabile da ogni punto di vista, il friulano batte Cerrato.

Sull’albo d’oro di questa gara troviamo anche Pierino Longhi, vincitore dell’edizione 1991 sulla Lancia Delta Integrale, Gianfranco Cunico, che sale sul primo gradino del podio nel 1992 con una Sierra Cosworth, e Romeo Delia, il quale fa suo il primo piazzamento assoluto nel 1993 e nel 1995 con una Delta Integrale. La partenza della gara fa ritorno a Saluzzo nel 1996 (quell’anno vince Alex Fiorio) e la denominazione riabbraccia quel… “100.000 Trabucchi”.

Renato Travaglia è il vincitore dell’edizione che scende in strada nel 1997 e Piergiorgio Deila conquista il primato in quella che si svolge l’anno successivo. La fine del vecchio millennio ridà speranza agli appassionati: il “Limone” è valido per la Coppa Italia a Zone e copre la Prima e la Terza. Ma i sogni non sempre si avverano. Ed ecco che un altro forte colpo di “singhiozzo” arriva quest’anno. Messo in calendario dall’Automobile Club cuneese per il 16 settembre 2001, sotto la regia organizzativa del “Delta Racing” (validità di Coppa Italia Prima e Terza Zona, coefficiente 1), il “Limone Piemonte e 100.000 Trabucchi” viene annullato dopo qualche mese.

Cesare Falco Bracco, Rally 100.000 Trabucchi
Cesare Falco Bracco, Rally 100.000 Trabucchi

Il sogno del ritorno con il Rally di Cuneo

Per il 2002, erano in tanti a sperarlo, la “base musicale” doveva cambiare. Le redini dell’organizzazione erano in mano agli uomini del Delta Racing Club e le intenzioni erano quelle di trovare i giusti budget per garantire la sopravvivenza dignitosa a questo storico rally che, se non avesse subito interruzioni, nel 2001 avrebbe potuto festeggiare le trenta edizioni consecutive.

Ma, dicevano in tanti, l’importante è guardare avanti (anche se sarebbe meglio guardare avanti, facendo tesoro delle esperienze passate). Ed ecco che Garnerone e compagni andavano a caccia di sponsor per rimettere in piedi il Rally di Limone che, di contro, era destinato a perdere quel nome e quel logo che lo avevano contraddistinto nel corso degli ultimi tre decenni.

Il nuovo simbolo era ancora in lavorazione (uno scorcio di Piazza Galimberti a Cuneo), mentre la nuova denominazione era pronta: 1° Rally Città di Cuneo. Appariva evidente, anche se i nuovi organizzatori preferivano non confermare, che dietro il cambio del logo e della denominazione c’era una ragione di natura economica.

Variazioni significative andavano segnalate anche sul percorso. La prima speciale sarebbe dovuta essere la prova spettacolo che, secondo i progetti dell’organizzazione, si sarebbe dovuta correre venerdì sera alle 21 in Piazza Galimberti a Cuneo. Poi, il sabato alle 8,30, le vetture sarebbero dovute partire dal parco assistenza-riordino in direzione della PS2 Cerati. Da lì si sarebbe dovuto andare in direzione Colletta di Valdieri (terza prova speciale), dove era previsto il primo riordino. La quarta speciale, nel nuovo programma, sarebbe dovuta essere la Valgrana, che si allacciava alla strada per Monterosso e si collegava alla quinta PS, quella di Montemale.

A questo punto, sarebbero iniziate le ripetizioni: Cerati PS6, Colletta di Valdieri PS7, Valgrana PS8 e Montemale PS9. Dalla nona prova si sarebbe tornati indietro in direzione Cuneo, dove la speciale numero 10 era progettata come un’ulteriore prova spettacolo, questa volta però da corrersi al Palazzetto dello Sport. Da Cuneo, infine, gli equipaggi si sarebbero dovuti dirigere a Limone, dove era posizionato il palco d’arrivo.

La lunghezza totale del percorso era intorno ai 360 chilometri, con oltre 100 chilometri di prove speciali. Se da un lato, però, dispiaceva che il rally avrebbe perso buona parte della propria identità e delle proprie radici che affondavano in quel di Limone, dall’altro ci si augurava che fosse la volta buona e che il cammino che stava per iniziare non fosse fatto di tante interruzioni, retrocessioni, promozioni e di nuovo retrocessioni. Ma, ovviamente, non se ne fece più nulla e la mitica gara cuneese restò nel cassetto dei ricordi per molto tempo…