Salvador Servìa i Costa: veloce, falloso e coraggioso
È veloce, è falloso, è coraggioso, è anche sfortunato. Ha fretta di crescere. Sbaglia. Cade e si rialza. Passano tredici anni. Nel 1983, vince in maniera rocambolesca il Rally Race-Sigüenza con la Ford Escort RS 1600 e con alle note il connazionale Jordi Sabater. Dall’anno dopo diventa un pilota vincente. L’opportunità gliela offre il “Mago dei motori”, Virgilio Conrero, che gli mette a disposizione una Opel Manta 400 Gruppo B che va meglio di quelle ufficiali.
Salvador Servià i Costa entra di diritto nel filone dei “rally della leggenda”, un periodo storico che non tornerà più, ma che c’è stato e nel quale, per gli interessi dei Costruttori, per le “manie” dei progettisti e in nome dello spettacolo, vengono riscritte le regole della specialità. La storia dei rally che cambiano. Da specialità sportiva molto seguita e appassionante, il rallismo diventa epopea.
Servià è un pilota catalano di Pals, città nei pressi di Gerona, dove viene alla luce il 29 giugno 1944. Quando decolla, la sua carriera lo vede alternarsi splendidamente a varie squadre ufficiali e correre con piloti del calibro di Carlos Sainz, Genito Ortiz e Antonio Zanini, nell’Olimpo dei più grandi rallisti spagnoli, quelli che con le vetture Gruppo B sono in grado di ottenere grandi risultati nei rally europei. Il 29 giugno del 1968, a ventiquattro anni inizia a correre con una Seat 124 di serie mettendo in mostra doti di guida da acrobata.
È veloce, è falloso, è coraggioso, è anche sfortunato. Ha fretta di crescere. Sbaglia. Cade e si rialza. Passano tredici anni. Nel 1983, vince in maniera rocambolesca il Rally Race-Sigüenza con la Ford Escort RS 1600 e con alle note il connazionale Jordi Sabater. Dall’anno dopo diventa un pilota vincente. L’opportunità gliela offre il “Mago dei motori”, Virgilio Conrero, che gli mette a disposizione una Opel Manta 400 Gruppo B che va meglio di quelle ufficiali.
Con quella vettura può disputare tutto il Campionato Spagnolo Rally, che chiude con un ottimo secondo posto assoluto nella graduatoria generale. In quella stagione è in molte occasioni più veloce del campione Ognoro, su Manta 400. Questo risultato mette in luce Servià. La Lancia lo nota e gli offre un ingaggio per due stagioni al volante della “regina dei rally”, la 037. Il 1985 e il 1986 sono per il driver catalano due anni vissuti al massimo.
Con il volante del “mostro” tra le mani e con l’appoggio della scuderia Jolly Club, prima con i colori Rothmans e poi con quelli Lancia Racc, il “cecchino” mette a segno un’indimenticabile doppietta nel campionato spagnolo. Il miglor modo per coronare una splendida carriera. Prosegue ottenendo risultati strepitosi in gare prestigiose come il Rally di Madrid, il Costa Blanca, l’Asturias e il Monte-Carlo del 1986, dove è dietro ai più forti piloti del mondo ed è primo tra le vetture a due ruote motrici.
Tra il 1984 e il 1987 vince tanto. I successi più memorabili sono quelli al Catalunya del 1984, al Madeira del 1985 e al Costa Brava del 1987. Arriva quarto nel Campionato Europeo Rally del 1984 e terzo nell’edizione del 1985. Partecipa a diverse gare del Campionato del Mondo Rally. Il suo miglior risultato, però, è un settimo posto al “Monte”, anche se ottiene un terzo posto al Catalunya del 1994, valido per il Campionato del Mondo 2 Litri.

Si aggiudica due volte la classe a Monte-Carlo, nel 1982 e nel 1983. Dopo il pensionamento delle vetture di Gruppo B, il pilota spagnolo continua a correre nei confini nazionali con le vetture di Gruppo A, tra cui Volkswagen Golf GTi e la Lancia Delta HF Integrale, con cui miete discreti risultati, ma non più successi clamorosi. Nel 1989, con la Lancia Delta HF Integrale vince al Rally Lloret de Mar, è terzo a quello della Costa Cálida, secondo ad Avilés e al Ciudad de Lugo de Tierra, terzo al Toledo e quarto a Madrid.
Negli ultimi anni della sua carriera disputa alcune gare del Campionato Spagnolo Tout Terrain e i raid in Africa come il Faraoni e la Parigi-Dakar, di cui si innamora. Assetato di velocità e di ostacoli insormontabili, adora il raid più difficile del mondo “perché ti dà la possibilità di correre per chilometri e chilometri senza sosta”, è il suo parere. E infatti, alla Dakar partecipa diciassette volte, arrivando quinto nel 1996 con il team ufficiale Citroën e sesto nel 1993 con una Lada Samara e nel 1997 con una Nissan Patrol.
Suo il titolo nel Campionato Spagnolo Tout Terrain del 1992 e la vittoria di classe Marathon della Coppa del Mondo Tout Terrain del 1993. Come per tutti, anche per lui arriva il momento di appendere casco e guanti al chiodo. Resta vivo il ricordo degli spettacoli che ha regalato lungo le prove speciali al pubblico assiepato per ammirare i suoi passaggi con la Manta 400, con la 037 e con la velocissima Delta HF Integrale. Così come le sue non particolarmente fortunate dieci partecipazioni al Monte-Carlo. Ma Servià non è solo un pilota.
Alla sua vita sportiva bisogna accostare un’altra vita parallela. A lui più di altri. È un importante imprenditore impegnato nella sostenibilità ambientale ed è anche un uomo politico. È amministratore della Servià Cantó dal 1968 e di Moviterra dal 1969. Dal 2011 è direttore generale del Circuito della Catalunya. Come politico, è stato eletto senatore per la provincia di Gerona dalla Convergència i Unió. Suo fratello Josep Maria Servià è un famoso corridore, così come suo figlio Oriol Servià. Peccato non essere riusciti a vederlo emergere nel Campionato del Mondo Rally, come Carlos Sainz.