Storia della Lancia Delta: l’inizio al Salone dell’Auto 1979
Nel progetto iniziale della Delta non ci sono programmi agonistici. Ma nel 1985 il Gruppo Fiat decide di entrare nel Gruppo B del World Rally Championship con la Delta S4, progettata dall’ingegnere Lombardi della Squadra Lancia Abarth. La sigla S4 indica le due particolarità tecniche di questo ”mostro”: S sta per ”sovralimentata” e 4 per ”4 ruote motrici”. Il motore è un esempio di alta tecnologia. Per la prima volta una Casa realizza un propulsore 1,8 litri a quattro cilindri dotato di turbo e compressore volumetrico Volumex che eroga 250 cavalli. La Delta S4 raggiunge i 225 all’ora e scatta da 0 a 100 chilometri orari in appena 6 secondi.
Salone dell’auto di Torino, anno 1979. Viene presentata la compatta destinata a divenire l’icona della storia automobilistica. Nasce la Lancia Delta. Un’auto che vede la luce per la necessità di ampliare la gamma della Casa verso il “basso”. Bisogna tentare di colmare il vuoto lasciato dalla Fulvia.
Il design è curato dalla matita magica di Giorgietto Giugiaro. La piattaforma è la stessa della Fiat Ritmo, con sospensioni anteriori e posteriori indipendenti. La Delta rappresenta l’offerta di Lancia nel segmento C, come testimoniavano le sue misure compatte: 390 centimetri di lunghezza, 170 di larghezza, 138 di altezza e 254 di passo.
La vettura torinese si distingue dalle concorrenti per una forte vocazione al lusso: prima auto della sua categoria ad adottare paraurti in resina sintetica SMC e in tinta con la carrozzeria. La dotazione di serie comprende il volante regolabile in altezza e il lunotto termico dotato di tergilavalunotto.
Al momento del lancio, la neonata Lancia è disponibile in due motorizzazioni, entrambe a benzina: il 1300 centimetri cubici da 75 cavalli e il 1500 da 85 cavalli. Il motore più piccolo è disponibile in due versioni, una economica a 4 marce e l’altra tradizionale con cambio a 5 marce. L’entusiasmo che si crea attorno alla Delta non passa inosservato: viene eletta “Auto dell’anno 1980”.
Nel 1982, la gamma si amplia. Arrivano le versioni eleganti LX: alzacristalli elettrici e cerchi in lega di serie. In questo periodo parte la commercializzazione in Svezia della Saab Lancia 600, versione scandinava della Delta. Nel 1983 la berlinetta viene sottoposta ad un restyling.
La gamma viene interamente rivista. Vengono introdotte le versioni sportive 1,6 litri GT da 105 cavalli e 1,6 litri Turbo HF da 130 cavalli. Nasce anche una versione base da 1100 centimetri cubici e 60 cavalli, destinata solo al mercato greco. La 1500 è disponibile solo con un cambio automatico a 3 rapporti. Le versioni 1300 rimangono immutate.
Nel progetto iniziale della Delta, come si è visto, non ci sono programmi agonistici. Ma nel 1985 il Gruppo Fiat decide di entrare nel Gruppo B del World Rally Championship con la Delta S4, progettata dall’ingegnere Lombardi della Squadra Lancia Abarth. La sigla S4 indica le due particolarità tecniche di questo “mostro”: S sta per “sovralimentata” e 4 per “4 ruote motrici”.








L’ingresso nel Gruppo B e la Delta S4
Il motore della Delta S4 è un esempio di alta tecnologia. Per la prima volta una Casa realizza un propulsore 1,8 litri a quattro cilindri dotato di turbo e compressore volumetrico Volumex che eroga 250 cavalli. La Delta S4 raggiunge i 225 all’ora e scatta da 0 a 100 chilometri orari in appena 6 secondi.
I “padri” la definiscono “laboratorio tecnologico su quattro ruote”. E’ dotata di telaio a traliccio in tubi d’acciaio, carrozzeria realizzata in kevlar e fibra di carbonio. Ne vengono realizzati 200 esemplari, sufficienti per ottenere l’omologazione Fia per farla “scannare” tra le Gruppo B.
La Delta S4 partecipa alle stagioni 1985 e 1986 del Campionato del Mondo Rally. In gara l’auto è competitiva ma ingestibile. Solo Henri Toivonen riesce a domarla un po’. E solo fino al 2 maggio 1986, giorno in cui il pilota finlandese muore bruciato insieme al suo navigatore Sergio Cresto al Tour de Corse, gara in cui l’anno prima, aveva perso la vita Attilio Bettega, a bordo della Lancia Rally 037.
La morte di Toivonen e il precedente incidente della Ford RS200 in Portogallo coincide con la fine dell’epopea del Gruppo B e della Delta S4. Nel frattempo, la vettura viene sottoposta ad un altro restyling. L’abitacolo ricalca l’interno della Prisma, mentre i motori 1600 della GT e 1600 turbo della HF arrivano ad erogare rispettivamente 109 e 140 cavalli.
Viene adottata l’iniezione elettronica. Ma non finisce qui. Arriva anche la versione 1.900 turbo diesel da 80 cavalli. La novità più importante è la Delta HF 4WD: motore 2 litri turbo ad iniezione elettronica da 165 cavalli. E non ci si dimentichi della trazione integrale con giunto viscoso centrale e differenziale autobloccante Torsen al posteriore, con ripartizione della coppia al 56% sull’anteriore e al 44% sul retrotreno.
La Lancia Delta HF 4WD si distingue dalle altre Delta precedenti per i fari tondi sdoppiati e l’allestimento specifico. L’auto si rivela ideale per un impiego nei rally. Debutta nel WRC 1987 con il Team Lancia Martini. Alla prima stagione conquista il titolo Mondiale Marche e quello Mondiale Piloti con Juha Kankunnen. E nel frattempo, viene anche migliorata la versione stradale: è il momento della Delta HF Integrale con potenza da 185 cavalli.
L’Italia si scopre appassionata di rally. E’ una escalation di successi impressionanti. Nel Mondiale Rally del 1988, la Delta conquista di nuovo il titolo Marche e quello Piloti, ma alla guida guida c’è Miki Biasion, che si laurea campione del mondo anche nel 1989. Proprio l’anno in cui debutta la Delta HF Integrale 16V da 200 cavalli. Questa vettura, oltre all’incremento di potenza e alla distribuzione multipla delle valvole, è caratterizzata da una ripartizione degli assali al 47 per cento sull’anteriore e al 53 sul posteriore.

La Lancia Delta HF Integrale 16 V
Nel 1991 arriva sulla scena la Delta HF Integrale Evoluzione: la “Deltona”, per l’aspetto “vitaminizzato”. Motore identico a quello della HF Integrale 16V, ma la potenza arriva a 210 cavalli. La Delta Evo è in grado di raggiungere una velocità massima di 220 chilometri orari e scatta da 0 a 100 in 5,7”.
Prestazioni simili alla Delta S4. La Deltona è disponibile in cinque inconfondibili e indimenticabili colori: rosso monza, verde bottoglia, bordeaux, bianco e nero. Nei rally, la Delta Evoluzione permette a Kankunnen di vincere il titolo Piloti 1991. L’anno successivo la Lancia conquista il sesto titolo Marche consecutivo. Nel 1993 nasce la Evo 2, dotata di catalizzatore e con potenza incrementata a 220 cavalli. L’auto continua ad essere assemblata nell’impianto di Chivasso. Sono gli anni in cui la Lancia decide di affidarsi al Jolly Club, che ha appena ingaggiato Carlos Sainz. La stagione si rivela deludente e la Casa torinese abbandona le corse.
Il resto è storia di oggi, inframezzata da alcune versioni speciali a tiratura limitata: la Martini 5, la Martini 6, la Verde York, la Club Italia, la Club Lancia, la Cabrio destinata all’Avvocato Agnelli, la Giallo Ginestra, la Bianco Perla, la Dealer’s Collection destinata ai concessionari Lancia, la Blu Lagos e la Club Hi.Fi. I 250 esemplari della versione Final Edition, destinati al solo mercato giapponese, sono le ultime unità della Delta Evoluzione, la cui produzione si ferma nel 1995.
In nove anni di carriera, la Delta 4WD e la Integrale vengono prodotte in 44mila 296 esemplari. Per il ritorno della Delta bisogna attendere il 2007, quando viene presentata la concept Delta HPE, voluta da Luca De Meo. Il debutto della Delta terza serie risale al 2008. Ma questa, oltre ad essere un’altra macchina, diciamo un caso di omonimia, è anche un’altra storia.