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Renato Monzeglio: dalle Alfa Romeo da pista alle Rally 037

renato monzeglio alla trieste opicina

Il banco degli attrezzi e tutte le chiavi del mestiere. Ma Renato Monzeglio – quel preparatore privato che con le sue Alfa tante volte ha “legnato” quelle ufficiali – non ha lasciato eredi in termini sportivi. Ha lasciato un nome che suscita tanta tanta ammirazione, che richiama alla memoria un animo nobile, trasparente, pulito, orgoglio di una parte dell’Italia sportiva, sinonimo di creatività, competizione, vittorie, tenacia, passione. Soprattutto passione.

Il diploma di motorista conseguito in quel di Milano, la concessionaria Lancia e successivamente quella Alfa Romeo a Torino. Una vita trascorsa nelle gare e per le gare. Questo era Renato Monzeglio, con i suoi traguardi e i suoi segreti, che si portò dietro insieme ai suoi successi e alle sue sconfitte.

Una carriera decollata a piccoli passi, con il coraggio di un leone che solo Renato Monzeglio da Vignale Monferrato possedeva. Se ne andò a cavallo tra una stagione agonistica e l’inizio di un’altra, dopo aver chiuso la stagione 2003 e prima dell’inizio di quella 2004. Pare aver scelto meticolosamente il “momento giusto”: tra il tramonto e l’alba.

Il ricordo della sua officina chiusa da anni diventa più nitido che mai. L’odore della benzina usata per pulire le componenti del motore, tutte quelle macchie d’olio sul pavimento, il sacco della segatura e la scopa riposte in un angolo. Carburatori, viti e bulloni.

Il banco degli attrezzi e tutte le chiavi del mestiere. Ma Renato Monzeglio – quel preparatore privato che con le sue Alfa tante volte ha “legnato” quelle ufficiali – non ha lasciato eredi in termini sportivi. Ha lasciato un nome che suscita tanta tanta ammirazione, che richiama alla memoria un animo nobile, trasparente, pulito, orgoglio di una parte dell’Italia sportiva, sinonimo di creatività, competizione, vittorie, tenacia, passione. Soprattutto passione.

Per lui, l’officina era un vero e proprio rifugio spirituale, un ricovero per l’animo, la valvola di sfogo di un’infinita, ardente inclinazione. Una seconda casa. Se Monzeglio non c’è più, le sue sperimentazioni restano, a testimoniarne l’operato.

Monzeglio se ne andò a febbraio del 2004, il terzo giorno del mese per la precisione, tra il tramonto e l’alba di una nuova annata. Esalò l’ultimo respiro in casa sua, a Vignale Monferrato, proprio dove era nato. Renato era uno dei grandi preparatori italiani di auto da competizione.

alfa gta zantti ruspa
Alfa GTA Zantti-Ruspa alla Targa Florio 1971

Il suo nome richiama alla memoria di chiunque quelle Alfa Romeo da competizione che spesso riuscirono a battere pure quelle ufficiali. Nato nel 1921 a Vignale Monferrato (AL), all’età di 12 anni Renato Monzeglio si trasferisce a Milano, città in cui consegue il diploma di motorista. Al termine della Seconda Guerra Mondiale apre un’officina a Torino e a partire dagli Anni Sessanta inizia a preparare auto da corsa: la sua prima “creatura” è una Fiat Topolino C che vince la “Sassi-Superga” del 1963, cui seguono numerose Lancia Aurelia.

Dall’officina subalpina, diventata nel frattempo servizio autorizzato della Casa di Chivasso, esce la prima Fulvia Coupé da competizione, che nel 1964 è terza di classe alla Targa Florio, gara che le macchine di Monzeglio firmeranno poi per ben sette volte. Nel 1967 l’officina diventa concessionaria Alfa Romeo: cambiano di conseguenza anche le macchine preparate dalla Monzeglio Corse.

È l’epoca delle GTA, le scattanti e sofisticate vetture in alluminio che si fecero onore nelle più importanti competizioni della categoria Turismo: l’attività aumenta in maniera vertiginosa. Nel 1969 l’azienda si trasferisce alle porte di Torino, a Beinasco, dove viene impiantata una delle prime sale prova motori, attorno alla quale ruotano ormai una quindicina di dipendenti che si occupano anche delle monoposto di F3 e di alcune sport-prototipo.

Il 1969 è un anno importante per Renato Monzeglio. Gli impegni agonistici diventano sempre più pressanti soprattutto grazie alla sua bravura come preparatore. A Beinasco nasce anche la Squadra Corse e la prima sala prova motori. La Squadra Corse, il cui presidente è Monferrini, amplia il proprio raggio d’azione, puntando anche sulla F3 e sulle sport prototipo. Di Monferrini è anche l’idea della colorazione delle vetture, giallo e marrone, decisamente inusuali per l’epoca.

Nel 1970 anche dal settore Sport Prototipo giungono soddisfazioni con un primo di Zanetti nella classe 1300 alla Targa Florio. Certamente nell’anno successivo, il 1971, Renato Monzeglio ottiene il massimo dei successi. Con Zanetti vince la Coppa Csai gruppo 4 con la GTA 1600 e la classe 2000 del Gruppo 2 con GTAm mentre con Luigi Pozzo, oltre alla Coppa Csai per la 1300, vince anche il Campionato Italiano Gruppo 2 battendo le Alfa ufficiali.

Nel 1972 partecipa esclusivamente al Campionato Europeo per non “disturbare” i clienti privati che avevano acquistato le sue GTA vincenti della stagione precedente. Una dimostrazione di correttezza ma anche di intuito commerciale.

Il doloroso distacco dagli autodromi avviene nel 1975, per un motivo molto semplice: erano scadute tutte le omologazioni delle macchine con cui Monzeglio correva in circuito. Per non smettere l’attività, Renato inizia quasi per scommessa a preparare una 131 Abarth.

Anche lì i risultati non tardano a venire, e quando scompare il Gruppo 4 passa alle Porsche e alle 037 Gruppo B. La Lancia Rally è praticamente l’ultima auto da corsa uscita dalla sua officina, che ha chiuso i battenti circa una quindicina di anni fa quando Renato, rimasto nel frattempo vedovo, ha deciso di ritirarsi nella sua terra natale. Preparò anche Fiat 127 molto apprezzate.

Rimasto vedovo e non riuscendo più a seguire la tecnologia ormai fuori dalla portata dei piccoli preparatori, sul finire degli anni ottanta, decide di chiudere l’officina e ritirarsi nella sua Vignale, pago dei molti successi ottenuti in anni di duro lavoro ma anche ricco di grandi soddisfazioni.

Nell’autunno del 2003, poco prima della sua dipartita che avverrà in pieno inverno del 2004, Vignale Monferrato decide di premiare questo suo figlio dedicandogli una grande festa. Un gruppetto di vetture Alfa Romeo fanno da “testimonial” all’evento, terminato con la consegna di una targa ricordo. Durante quel pranzo, Renato Monzeglio, affiancato per l’occasione da Luigi Pozzo giunto appositamente da Torino, ha allietato i presenti con alcuni suoi ricordi, principalmente indirizzati sulla Targa Florio, di cui conta sette vittorie di classe.