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Rally Valle d’Aosta 1979: vittoria scontata di Bettega-Mannucci

Luigi Tabaton e Attilio Bettega: subito feeling

Il regolamento del Valle d’Aosta è uguale, per quel che riguarda le gommature, a quello del Monte. Audetto, ds dell’Asa. sperava nella neve aostana per mettere a punto una serie di collaudi che, probabilmente, non ci saranno. Ma chissà che il Monte Carlo 1980 non si riveli privo di neve come quello del 1979, si pensava… Allora anche il Rally di Saint Vincent potrebbe dare, così com’è, utili indicazioni ai dirigenti delle vetture torinesi.

Alla data del 3 dicembre 1979, i titoli italiani erano già stati tutti assegnati, ma il 9° Trofeo Valle d’Aosta, che dalla cittadina valdostana avrebbe preso il via quella sera alle 21, aveva attirato concorrenti e vetture di tutto rispetto. Il motivo c’era. O almeno avrebbe dovuto esserci. Abitualmente il rally della Vallèe ha sempre fatto registrare una partecipazione qualificata: la stagione dovrebbe assicurare la neve e la corsa diventa valido banco di prova per la sperimentazione e le prove di gomme e chiodature in vista del successivo Rally di Monte Carlo (1980), previsto a gennaio.

Forse, se non succederà qualcosa all’ultima ora, le speranze andranno deluse. Da quasi una settimana soffia un vento tiepido e la neve caduta in precedenza è quasi del tutto scomparsa. Solo in una prova speciale, quella di Testa d’Arpy. che sale più in alto delle altre, è rimasta un po’ di neve per terra! Per il resto il percorso si presenta bello asciutto come non mai. L’Asa, ente che gestisce l’attività sportiva automobilistica Fiat-Lancia-Autobianchi. ha portato ad Aosta tre equipaggi: Bettega-Mannucci e Cunico-Lappo (entrambi su Fiat 131 Abarth: i secondi sono i recenti vincitori del Campionato Autobianchi), quindi Paolo Vittadini che ha abbandonato la fida A112 con la quale ha disputato il Rac Rally per una Ritmo ufficiale, premio per il suo terzo posto ottenuto nel campionato A 112.

Il regolamento del Valle d’Aosta è uguale, per quel che riguarda le gommature, a quello del Monte. Audetto, ds dell’Asa. sperava nella neve aostana per mettere a punto una serie di collaudi che, probabilmente, non ci saranno. Ma chissà che il Monte Carlo 1980 non si riveli privo di neve come quello del 1979, si pensava… Allora anche il Rally di Saint Vincent potrebbe dare, così com’è, utili indicazioni ai dirigenti delle vetture torinesi.

Centotrentanove i concorrenti iscritti, tra i quali spiccano Bacchelli-Fassina (Renault Alpine). Pasetti-De Antoni e Lorenzelli-Serra (entrambi su Fiat 131 Abarth: il primo su quella della scuderia veneta Quattro Rombi). Poi ancora la Lancia Stratos di Casarotto-Battaro, le Porsche di Uzzeni-Fogagnolo e di Pantaleoni-Maida (che onorano il titolo italiano conquistato in Gruppo 3), la Talbot Sunbeam del torinese Gerbino e la Fiat Ritmo del suo concittadino Carlo Capone. Il Rally Saint Vincent è lungo 816 chilometri con 24 prove speciali: sei si corrono nella notte (la prima tappa terminerà alle 3 del mattino) le rimanenti tra la sera del sabato (la seconda tappa ripartiva nel pomeriggio del giorno dopo alle 16) e domenica, quando la corsa sarebbe tornata a Saint Vincent verso le 9.30.

Il report del Rally Valle d’Aosta 1979

Malgrado la mancanza di neve, sulla quale confidava l’Asa per effettuare alcuni test su pneumatici e chiodature in vista del “Monte” a gennaio, quello della Valle d’Aosta è stato nel complesso un bel rally. Tempo stupendo, quasi tiepido, nottate di luna sulle cime innevate delle montagne valdostane, tutto che è filato per il verso giusto. Scontata la vittoria della 131 Abarth Alitalia di Bettega-Mannucci, che non ha mai avuto avversari (erano assenti Pinto, Pasetti, Bacchelli, che avevano dato forfait), peccato per i ritiri di Gianfranco Cunico (uscito di strada quasi alla fine dopo essere stato sempre secondo) e di Paolo Vittadini (che ha incocciato nella vettura di un concorrente accidentato, subito all’inizio della seconda tappa, sabato sera).

I due protagonisti del Campionato Autobianchi 1979 (primo e terzo assoluto) erano qui al rally di Saint Vincent con una 131 Abarth ed una Ritmo ufficiale, quale premio per il risultato ottenuto alla guida delle A112 Abarth. L’Asa, secondo il regolamento del campionato e la politica Fiat che vuole valorizzare i piloti giovani, ha messo le due vetture a loro disposizione. È necessario però che qualcuno spieghi a tutti i ragazzi dell’A112 che, non necessariamente, diventeranno piloti ufficiali dello squadrone torinese. Perché allora non basterebbero una dozzina di macchine ed un piccolo esercito di meccanici per la preparazione e le assistenze.

Bravi i piemontesi. Franco “Speedy” Perazio, all’epoca quarantaduenne pilota biellese, ha avuto sfortuna con la sua Stratos: mentre era terzo e si era anche aggiudicato la terza prova speciale della tappa conclusiva, poi ha forato e il pneumatico sgonfio si è arrotolato nella sospensione facendogli perdere 6 minuti.

Ha riforato nella prova speciale successiva ed ha abbandonato, troppo avvilito per continuare. Il suo concittadino Sassone, la cui Porsche aveva dato noie dovute a carburazione difettosa, ha conquistato invece il terzo posto assoluto e la vittoria del Gruppo 3, con la quale risulta terzo del Campionato Italiano di categoria, alle spalle di Pantaleoni e Pasutti. Una bella gara l’hanno fatta Carlo Capone ed il suo navigatore Maran.

I due torinesi, oltre ad essere quarti assoluti, hanno vinto il Gruppo 2 con la loro Ritmo. “Ho iniziato con calma – ha detto Capone, memore dell’uscita di strada del 1978 con la Ritmo ufficiale – poi ho attaccato nella seconda parte della gara”. Capone era anche lui un ex-centododicista (era arrivato secondo assoluto l’anno prima nel Campionato Autobianchi 1978) che nel 1979 aveva trovato impiego e macchina con la scuderia genovese Grifone.

Proveniente dall’Autobianchi anche Michele Cinotto, di Cuorgnè, reduce dal Rac Rally inglese, nono assoluto con la Talbot Sunbeam, pur avendo rotto l’acceleratore in prova speciale nella prima tappa (3′ di ritardo) ed avendo effettuato le ultime 5 prove speciali senza la seconda marcia. Anche Cinotto era espressione e testimonianza della validità del campionato dedicato alle A112 Abarth, dal quale escono giovani di talento.