Rally Monte-Carlo 1995: cronaca di un capolavoro
Al Rally Monte-Carlo, fanno discutere le nuove regole tecniche, adottate dalla FIA per il 1995, fanno discutere pure chi queste regole le ha fortemente volute. E’ imposta l’abolizione di pneumatici slick, sostituiti da pneumatici con battistrada scolpito in origine, sulle Gruppo A è imposta una flangia di immissione aria più piccola al sistema di sovralimentazione, al fine di ridurre le potenze, salite vertiginosamente, così come i costi, per tale motivo sono state limitate anche le assistenze, che restano libere, ma possibili solo in determinati tratti di trasferimento ogni 50-60 km di tratti cronometrati.
La stagione iridata 1995, come da tradizione si apre con il Rally di Monte-Carlo, 63 edizioni alle spalle per la gara del Principato ed una ferrea volontà a non piegarsi ai nuovi regolamenti introdotti dalla FIA a riguardo del format di gara. Anche per l’anno 1995 viene riproposta l’anacronistica Tappa di avvicinamento da sei Città Europee che impegnerà i concorrenti per 2 giorni di trasferimento verso Valance.
Ai due giorni impiegati per l’avvicinamento ne vanno aggiunti altri tre, comprendenti 21 impegni cronometrati per un totale di 546,80 km di speciali, che fanno salire a cinque i giorni di gara, contro i tre delle altre gare del mondiale secondo il format imposto dalla federazione internazionale.
La Toyota si presenta ai nastri di partenza con la nuova Celica GTFour ST205 che ha debuttato a Sanremo, l’anno precedente nelle mani di Juha Kankkunen. Tre Celica Castrol, per i tre ufficiali Didier Auriol, campione del mondo uscente, Kankkunen ed una per il rientrante in Toyota Armin Schwarz.
Tre auto ufficiali, anche per Subaru, che affida le sempre più competitive Impreza 555 Gruppo A al “Matador” Carlos Sainz (foto Rally Azores), a Colin McRae, e a Piero Liatti.
La Ford,nel frattempo diventata Ford Ras-Giesse, gestite sul campo dal team italo-belga di cui fa parte l’equipe di Mauro Pregliasco, ha messo nelle mani di Francois Delecour e Bruno Thiry, quella Ford Escort Coshwort Gruppo A che negli ultimi due anni è parsa la vettura da battere sulle insidiose strade della Francia Meridionale.
La quarta squadra ufficiale che partecipa al Campionato del Mondo Rally è Ralliart Mitsubishi, che vuole in tutto e per tutto distaccarsi da quel ruolo di comprimaria, fin qui avuto. La Lancer Evo è stata oggetto di lunghi test invernali, e in questo primo round sarà portata in gara da Tommi Makinen e dallo specialista dell’asfalto Andrea Aghini.
A Monte-Carlo è presente pure un altro team ufficiale, la Renault Diac, che presenta l’innovativa Clio Maxi, capostipite delle “Maxi Kit” destinate a diventare protagoniste assolute della seconda metà degli anni 90. La tuttoavanti transalpina è nelle mani della “leggendario” Jean Ragnotti, e del biondissimo Philipe Bugalski.
Fanno discutere le nuove regole tecniche, adottate dalla FIA per il 1995, fanno discutere pure chi queste regole le ha fortemente volute. E’ imposta l’abolizione di pneumatici slick, sostituiti da pneumatici con battistrada scolpito in origine, sulle Gruppo A è imposta una flangia di immissione aria più piccola al sistema di sovralimentazione ,al fine di ridurre le potenze, salite vertiginosamente, così come i costi, per tale motivo sono state limitate anche le assistenze, che restano libere, ma possibili solo in determinati tratti di trasferimento ogni 50-60 km di tratti cronometrati.
Barcellona, Reims, Bad Homburg ,Torino, Losanna e Monte-Carlo, il primo atto del 63° Rallie di Monte-Carlo ha luogo in queste sei città, per concludersi a Valance, dove si chiude la tappa di avvicinamento e si apre il percorso comune. Da qui la gara entra nel vivo.
Prima Tappa: Valance-Valance 23/1/1995
Lunedì 23 Gennaio si apre la tappa di classificazione da Valance a Valance, 416 km con sei impegni cronometrati per 169 km tra cui i micidiali oltre 41 km del Burzet. Il fondo si presenta in parte innevato, in parte asciutto con lunghe alternanze neve-asfalto-verglass.
Sono le Subaru 555 ad imporre subito il loro dominio con McRae e Sainz che vincono 4 prove su 6,ma è lo spagnolo a trarre il massimo, mentre McRae “bacia” la neve già sulla “seconda” perdendo ben 2’38”. Lunedì sera Sainz comanda con 44” su Delecour, reduce da una errata scelta di gomme sulle prime prove e che ha dovuto votarsi all’attacco nella seconda parte di tappa, vincendo le PS 4 e 6, per limitare i danni.
Il “matador” e “Frenatarde”,fanno gara a se, dietro loro il solo Makinen riesce a tenere un buon passo, sui continui cambi di fondo, chiude a 1’38”. Le Celica sono invece in crisi, penalizzate, forse più degli altri dalla strozzatura imposta al turbo, Auriol è quarto a 1’56”,dietro di lui di soli 3” “KKK”.
La seconda Ford RAS-Giesse dello spettacolare Thiry in crisi di gomme, è solo sesta. Seguono: Liatti che non ha preso troppi rischi specie nei tratti più coperti di neve, Schwarz, non ancora in perfetta sintonia con la Celica, e McRae.
Aghini, forse troppo cauto, è chiuso invece nella morsa delle due Clio Maxi Diac di Bugalski e Ragnotti. La vettura della Regiè vola letteralmente sull’asciutto, ma paga troppo alle 4×4 turbo nei tratti ricoperti di neve e ghiaccio. Bella e sfortunata, infine la gara di PG Deila, al debutto con la Peugeot 306 S16 Gruppo A, appena messa a punto dall’ItalTecnica, che è stato bravissimo nelle prime due prove, prima di ritirarsi per problemi nella terza.

Seconda Tappa: Valance-Monte-Carlo 24-25/1/1995
Martedì 24, ha preso il via la lunga tappa comune, divisa in due frazioni, la prima da Valance a Digne con sei tratti per 167 km e che ha il suo apice nella prova n.12,quella di Sisteron, il cosiddetto “giudice di gara”; la seconda da Digne a Monte-Carlo con tre tratti per 59 km.
Questi 226 km serviranno a capire se la lotta per il più alto gradino del podio sulla Rocca dei Grimaldi sarà un affare a due tra il Madrileno e Delecour, oppure qualcun altro riuscirà ad inserirsi nella lotta.
Delecour sferra immediatamente un attacco micidiale, e complice un testacoda di Sainz ottiene la leadership nella generale (leggi qui l’aneddoto sul gatto nero, relativo a questa gara). Il suo primato però è effimero e dura non più di due speciali prima di ricederla al “Matador” per il più classico degli errori monegaschi, uno sbaglio di gomme.
Il duello per il vertice è in ogni caso, tutt’altro che concluso, Sainz infatti giunge a Monaco con soli 12” di vantaggio sul transalpino. Tutti gli altri sono off-side, a partire dal terzo, regolare, Makinen con una Lancer Evo che ha fatto enormi progressi. Makinen paga un gap di 1’4”. Troppi per avere sogni di gloria in vista dell’ultima notte.
Leggeri miglioramenti si sono visti dalle due Toyota, in alcuni tratti vicinissime ai primi, se non più veloci, in altri pagano, però, alla concorrenza distacchi troppo alti. Eloquente il distacco di Juha Kankkunen quarto a 3’14”. Auriol è subito dietro.
Thiry, autore di due scratch di giornata, è sesto. Aghini con la seconda Lancer pare essere più a suo agio sui fondi viscidi che quelli asciutti, il suo distacco è comunque pesantissimo, oltre 8’ da Sainz. Il Sisteron, dice malissimo alle due 555 di McRae e Liatti ,che escono nella stessa curva, ma se per lo scozzese è il ritiro, il biellese riesce a ripartire se pur dopo oltre 30’.
Terza Tappa: Monte-Carlo-Monte-Carlo 25-26/1/1995
L’ultima notte, la Notte dei lunghi coltelli, così viene mitizzato da anni il leggendario epilogo del Rally di Monte-Carlo, 148 km per sei speciali da far tremare i polsi, tra cui l’ascesa al Turini dal versante di Moulinet, con tutte le sue insidie invernali poste sulla sommità, e le rocce a strapiombo di Pont des Miolans.
Al via dell’ultima notte, tutti si aspettano l’attacco di Delecour, ma poco dopo le 23,sulla prova più celebre, il Col de Turinì, la prima in programma della frazione, esce il responso che chiude la gara. Sainz azzarda le Pirelli da fondo secco (leggi qui la storia delle gomme senza chiodi), non temendo il tratto parzialmente innevato sulla cima del Turinì. Scelta azzardata, scelta azzeccata, e lo spagnolo rifila 17” al rivale, il colpo decisivo alle speranze di Delecour, speranze che saranno definitivamente affossate da problemi agli ammortizzatori della Cosworth nelle speciali successive.
Il “Turinì” mette fine anche alla gara di Auriol, che esce e nonostante l’aiuto del pubblico non riesce a ripartire. La fase finale mette in luce Thiry che vince sul Col St. Raphaèl, e Kankkunen che vince le ultime due prove in programma, agguantando la terza piazza di Makinen, attardato da problemi al differenziale ,e che chiuderà quarto.
Dietro, a Thiry chiude Aghini, sesto, bravo a non commettere errori alla prima gara con la Lancer. Seguono, settimo Ragnotti, con la Clio velocissima sui tratti asciutti, e Liatti impegnato in una nottata finale di rimonta al debutto con la 555 ufficiale. Il Produzione va allo svizzero Camandona, che chiude addirittura nono assoluto con la Ford Escort, mentre Isolde Holderaide con la Lancer Gruppo N, vince femminile e si prende l’ultimo posto nella top ten.
Sainz, apre con una vittoria il suo 1995, che lo rifà in parte della cocente delusione patita al Rac dell’anno passato ,quando perse il titolo a una manciata di prove dal termine, ed inanella il suo secondo successo nel principato dopo quello del 1991 ottenuto con la Toyota Celica.