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Rally del Portogallo 1978: la vittoria prima della vittoria

Markku Alen, Rally Portogallo 1978

Per Alen invece, indipendentemente dal risultato finale, è stato forse il rally più bello della sua carriera, una dimostrazione di forza che lo consacra fra i “grandi” di questa difficile specialità. Dalla lotta esce vincente anche la Fiat 131 Abarth, maturata fino a riuscire a battere la Ford sul suo terreno, su quegli sterrati che sinora erano stati il punto debole della vettura italiana.

La gara finirà domenica 24, ma intanto il 23 aprile 1978 si sta già scrivendo un importante capitolo di storia dei rally. Solo sette secondi dividono Markku Alen, leader del Rally del Portogallo, e la sua Fiat 131 Abarth da Hannu Mikkola, secondo in classifica, alla guida della Ford Escort 2000, al termine della terza e penultima tappa. Ma in questi 7 secondi c’è tutta una gara, oltre ventisei ore di corsa tirata allo spasimo durante la quale sono caduti tutti i tabù, le remore, le intenzioni dei due protagonisti, sono passati in secondo piano gli ordini di scuderia, la prudenza, la tattica.

E’ difficile descrivere in poche parole cosa hanno Fatto Alen e Mikkola in quelle ore, prendendo rischi incredibili, maltrattando le macchine ai limiti delle loro possibilità, dando prova di un senso agonistico, di una voglia di arrivare primi che va al di là dell’immaginabile. Spinti da una rivalità che rasenta l’odio, almeno in gara. Alen e Mikkola, nati a pochi chilometri uno dall’altro, nei pressi di Helsinki, hanno dato vita ad un duello che non è stato solo una prova di abilità e coraggio ma anche un’autentica battaglia psicologica, dalla quale il più vecchio, Mikkola, seppure con l’onore delle armi, esce sconfitto.

Per Alen invece, indipendentemente dal risultato finale, è stato forse il rally più bello della sua carriera, una dimostrazione di forza che lo consacra fra i “grandi” di questa difficile specialità. Dalla lotta esce vincente anche la Fiat 131 Abarth, maturata fino a riuscire a battere la Ford sul suo terreno, su quegli sterrati che sinora erano stati il punto debole della vettura italiana.

Con meno cavalli, a disposizione, la 131 si è rivelata più che competitiva sul piano dell’affidabilità, della tenuta di strada, della meccanica complessiva, superando un test che non ha eguali per difficoltà. Nel 1975 con il 124 Spider e nel 1977 già con la 131, Alen aveva vinto con un pizzico di fortuna. La stessa cosa non si potrà dire oggi se il finlandese riuscirà a tagliare per primo il traguardo. La sua e quella della macchina sarà una prova di forza nella quale la buona sorte non avrà avuto una parte determinante.

Detto questo bisogna dire alla fine della gara, da questo epico momento, mancano ancora dodici prove speciali, cioè tutta la quarta tappa. Si tratta di 88 chilometri di velocità pura da percorrere tutti sull’asfalto. Il terreno preferito dalla 131 Abarth che, se non succederà nulla d’imprevisto, non avrà difficoltà a mantenere, anzi ad aumentare, il vantaggio acquisito. Sulla carta, visti anche i risultati delle prime prove speciali disputate sull’asfalto, dove le Fiat hanno sempre preceduto le Ford, si tratta di una formalità.

E’ chiaro che può ancora accadere di tutto, perché potrebbe bastare una foratura a rimettere la vittoria in discussione. Ma in questo caso si potrebbe parlare di un’incredibile sfortuna. Ed ecco, per confermare quanto scritto sopra, la cronaca dell’incredibile finale della terza tappa che ha portato i pochi concorrenti superstiti da Viseu, sino ad Estoril. il 23 il rally vedeva Alen in testa seguito da Nicolas a 15 secondi e da Mikkola a 17″.

Mentre il francese da quel momento ha iniziato a perdere irrimediabilmente terreno sino a rimanere tagliato fuori dalla lotta, i due finlandesi hanno dato inizio al loro show. Mikkola si è scatenato ed ha vinto cinque prove speciali una dietro l’altra. La bravura di Alen è stata quella di contenere il rivale. Il pilota della Fiat si è visto succhiare prima 3″, poi 7″, poi ancora 4″, poi 1″, poi 3″.

A quel punto Mikkola è passato in vantaggio ed a Arganil (47 chilometri di sterrato) ha tentato la botta decisiva. Ma Alen ha resistito, perdendo solo dieci secondi. In svantaggio ormai di 13 secondi, quando si pensava che avrebbe dovuto arrendersi all’avversario, il bravissimo Markku ha fatto l’impossibile, andando a vincere le ultime due prove, entrambe con 10 secondi netti di vantaggio. Questo vantaggio è un soffio, ma vale — come abbiamo detto — una vittoria. L’ultima tappa non permetterà a Mikkola di prendersi la rivincita.