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Pino Mariella: dalle salite alla Formula 3 passando per i rally

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Pilota di alto livello nella scena automobilistico sportiva italiana della Formula 3 per tre anni, Giuseppe ”Pino” Mariella ha iniziato la sua carriera nei primi anni ’60, gareggiando con un certo successo nei rally e nelle gare GT.

Pino Mariella ha iniziato la sua carriera poco più che ventenne, al volante della sua Porsche 356 personale nelle cronoscalate locali. Ottenne vittorie di classe alla Castell’Arquato-Vernasca e alla Nave-Colle Sant’Eusebio e un secondo posto alla Malegno-Borno del 1966. Nello stesso anno gareggiò anche come copilota di Franco Guerra nel Rallye dei Fiori a Sanremo, su Alfa Romeo Giulia TI, e di Alcide Paganelli nel Rally San Martino di Castrozza, su Renault 8 Gordini.

Pino Mariella ha partecipato a diverse edizioni della classica corsa su strada Circuito del Mugello, disputata sui tortuosi 66,2 chilometri tra le montagne toscane, simile alla Targa Florio ma decisamente più veloce. Condividendo una Lancia Fulvia HF con Arturo Merzario, nel 1967 si classificò quarto di classe, 46° assoluto.

Alla fine degli anni ’60, Pino Mariella entra a far parte del Jolly Club e con l’amico di lunga data Peppino Zonca, abile meccanico che in seguito fondò la Tam-Auto Tuning, diventa uno dei sodalizi meccanico-pilota di maggior successo nella storia del Campionato Italiano di Formula 3.

La combinazione delle capacità di guida di Mariella e il talento nelle messe a punto di Zonca si concretizzò prima in una Bellasi-Ford nel 1968, e poi in una Brabham. I due brillarono anche in quello che fu forse il primo telaio Chevron B15 importato in Italia. Mariella e Zonca hanno esteso la loro collaborazione ad altre discipline, compreso il rally. Nel 1969 i due partecipano al Rally 999 Minuti a Novara, condividendo un’Autobianchi Primula Coupé con Zonca in qualità di navigatore di Pino Mariella.

Più avanti nella stagione, Mariella ha condiviso una Lancia Fulvia HF con lo spagnolo José Manuel Lencina nel prestigioso Tour de France Automobile. Sin dalle prime battute di gara e fino al ritiro, la coppia si è trovata nel gruppo di testa della classe TS-1.3, lottando con l’Alfa Romeo GTA Junior di Christine Beckers-“Biche”.

Nel Campionato Italiano Formula 3, nel 1969 Pino Mariella si classificò nono in classifica, con 5 punti, alla guida della sua Chevron B15-Ford, iscritta dal team Jolly Club e messa a punto dall’amico Peppino Zonca. La sua ultima incursione agonistica nota fu la Coppa Chevron, gara conclusiva della serie, disputata a Vallelunga a fine settembre 1969.

Pino Mariella si classificò ottavo, accusando problemi al motore negli ultimi giri, dopo aver lottato per il podio durante tutta la gara con eroi del calibro di Gianluigi Picchi, Vittorio Brambilla e Giancarlo Gagliardi. Dopo il suo ritiro dalle corse attive, Pino Mariella è diventato un noto dottore commercialista a Milano, in Italia. È deceduto venerdì 15 dicembre 2017, all’età di 74 anni.

Parlando delle corse di una volta, Mariella disse: “Allora era molto diverso da oggi, soprattutto i costi. Se non avevi troppe pretese potevi correre con nulla. Correre, non vincere, perché anche allora contavano i soldi, ma meno di oggi. Cominciai presto, nel ’63 con i rallies, per divertirmi. Poi proseguii cominciando anche a correre in salita, prima con la mia macchina una Porsche 356 con cui andavo in giro tutti i giorni, senza modifiche, poi cambiai la marmitta ed un’altro particolare di poca importanza, ma era sempre e comunque una macchina normale, senza assetto, senza elaborazioni eppure mi prendevo qualche soddisfazione (1° di classe alla Castell’Arquato-Vernasca, 2° alla Malegno-Borno, 1° alla Nave-Colle Sant’Eusebio ndR). Alla fine del ’66 mi capitò l’occasione. La Lancia che voleva lanciarsi nelle corse fece un’offerta: una HF 1300 ad un prezzo scontato speciale a patto di impegnarsi a fare almeno dieci gare in salita. Io vendetti la mia Porsche 356 e presi l’HF. Anche questa era una macchina quasi normale e dovevo vedermela con gente che aveva mezzi preparati ai migliori preparatori e non avevo strada. Fu allora che entrai al “Jolly Club” con Roberto Angiolini e la mia carriera cambiò. Da allora guidai sempre macchine del “Jolly” non più mie, decisamente più competitive, preparate da Facetti, e cominciai a correre anche in Formula 3″.