Patate, carta di alluminio e lacci per le scarpe: le ”magie” dei team sulle auto
Se la Coca Cola era la soluzione preferita per lo slittamento della frizione di tutte le macchine, non si può assolutamente dimenticare la tecnica della birra versata nel radiatore al posto del liquido refrigerante per effettuare i rabocchi ed evitare di bruciare la guarnizione della testata. E non solo. Ecco una carrellata di magagne.
Alla Coca Cola, a volte abbinata al detersivo VIM in polvere, per fermare temporaneamente lo slittamento della frizione, si possono abbinare anche altre tipologie di “stregonerie” dei meccanici che hanno operato nei rally sin dai primissimi anni ’70. Va detto che quello delle “magagne” è un capitolo vasto e che, in base alle situazioni, agli anni e ai team, la “ricetta” salva-gara può cambiare.
Ripensando alle storie goliardiche legate alla bibita americana, che a questo punto ha alimentato le frizioni di tantissime auto, Audi comprese, ad alcuni meccanici dei rally anni ’80 è tornato in mente anche un altro utilizzo che si faceva della famosa bevanda con le bollicine. La Coca Cola, infatti, veniva utilizzata da team ed equipaggi insieme alla fecola di patate per riparare le forature delle gomme. Bastava creare una poltiglia.
E così, se la Coca Cola era la soluzione preferita per lo slittamento della frizione di tutte le macchine, non si può assolutamente dimenticare la tecnica della birra versata nel radiatore al posto del liquido refrigerante per effettuare i rabocchi ed evitare di bruciare la guarnizione della testata. Tra l’altro, all’epoca era facile che vi fossero disponibili più litri di birra che di liquido per il radiatore, specialmente in prova speciale.
Ma non solo. Chi non ricorda la tecnica che prevedeva l’impiego della carta di alluminio del pacchetto delle sigarette – ben arrotolata e schiacciata – per ricreare il contatto con le candele dell’accensione o nel pannello fusibili? Anche il più sprovveduto motociclista, in questo caso, sapeva cosa doveva fare per tornare a casa e non restare in panne in mezzo alla strada. Figurarsi con quale abilità era utilizzata nei rally.
E i lacci delle scarpe usati per continuare ad accelerare la vettura se capitava che si spezzasse il cavo dell’acceleratore non li ricorda nessuno? Chi non ha mai visto qualche foto in cui si vede chiaramente il pilota che tira un laccio collegato nel vano motore con il braccio fuori dal finestrino? Una scena capace di fare sognare e mandare in visibilio qualsiasi appassionato di motorsport. Una su tante, nel 1997 Armin Schwarz riuscì ad arrivare a fine speciale al Safari Rally legando i lacci delle scarpe di Giraudet al cavo dell’acceleratore che si era rotto.
Ultima, ma non per importanza, delle soluzioni miracolose a basso costo che tanto piacevano ad Enzo Ferrari e a Cesare Fiorio è l’utilizzo della patata per evitare che si appannassero i vetri in gare come il Rally MonteCarlo, il Rally Svezia e persino l’Acropolis e il Safari quando pioveva.