Nel 1969 nasce un binomio di successo: Conrero e Opel
Diciassette irripetibili anni durante i quali le vetture Opel, più note allora per la loro tranquilla immagine di auto da famiglia che non per la loro vocazione sportiva, conquistarono allori su allori grazie a Virgilio Conrero. L’avventura ebbe inizio alla fine degli anni Sessanta quando l’importatore italiano affidò al piemontese Virgilio Conrero l’incarico di preparatore ufficiale e direttore della neocostituita squadra corse.
Conrero e Opel: un binomio di successo che ha portato alla Casa di Russelsheim molta fortuna in campo agonistico tra il 1969 e il 1986. Diciassette irripetibili anni durante i quali le vetture Opel, più note allora per la loro tranquilla immagine di auto da famiglia che non per la loro vocazione sportiva, conquistarono allori su allori in pista, nei rally e nelle corse in salita, cambiando per sempre l’immagine della marca tedesca.
L’avventura ebbe inizio alla fine degli anni Sessanta quando l’importatore italiano affidò al piemontese Virgilio Conrero l’incarico di preparatore ufficiale e direttore della neocostituita squadra corse (la lunga storia personale e sportiva di Virgilio Conrero la trovi qua). L’esordio avvenne esattamente cinquanta anni fa, nel 1969, quando Giorgio Pianta, Pino Pica e Gianpaolo Benedini debuttarono in alcune gare in salita con una Opel GT 1900 dotata di un motore elaborato a 165 cavalli.
L’anno successivo Benedini con un’altra GT 1900 vinse la classe 2000 Gruppo 4 al circuito del Mugello e nel 1971 Salvatore Calascibetta e Paolo Monti risultarono primi di classe alla Targa Florio, sempre con una GT, sbaragliando avversarie come le temutissime Porsche 911.
Dal 4 cilindri della piccola coupè Virgilio Conrero era riuscito a ottenere fino a 220 cavalli (contro i 90 cavalli del modello di serie) mediante l’adozione fra l’altro di una testata speciale, dell’alimentazione Kugelfisher e di un impianto di scarico senza marmitta. Le prestazioni erano eccezionali: per raggiungere i 100 chilometri orari con partenza da fermo bastavano in 7″2, mentre per arrivare a 160 all’ora ne occorrevano soltanto 19″2 secondi.
Il chilometro, sempre con partenza da fermo, veniva percorso in 27″9 e la velocità massima era di 235 orari. Esteticamente la GT di Conrero si riconosceva per i parafanghi supplementari fissati alla carrozzeria mediante rivetti che consentivano il montaggio di ruote a canale molto largo. L’abitacolo manteneva la fisionomia originale, ad eccezione del roll-bar e dei sedili da corsa. La strumentazione infine era stata integrata con termometro olio e indicatore della pressione del carburante.
Nel 1972 una Opel GT 1900 sulla quale Conrero aveva montato un motore da 225 cavalli fu condotta alla vittoria da Alberto Rosselli, che si piazzò primo nella classe fino a 2 litri e ottavo assoluto in occasione della Coppa Intereuropa a Monza.