,

Maurizio Verini: rally, amore a prima vista

Maurizio Verini e Mario Mannucci al Rally Elba 1978

Il primo contatto con i rally per maurizio Verini avviene al 999 Minuti: assiste da spettatore ad una prova speciale sul Lago Maggiore, dove la famiglia è proprietaria di un hotel. Rimane rapito, affascinato dal passaggio delle vetture da corsa. È amore a prima vista. Esordisce come pilota privato, al volante di una Fiat 124 Coupé, nel 1968.

Sono gli anni in cui l’Italia dice ancora la sua nel Mondiale Rally, e non solo perché c’è più di un Costruttore nazionale che investe nei giovani piloti e diversi sponsor pronti a sostenere le spese delle squadre, ma anche perché la politica federale gestisce i rally come un’“azienda florida”, da arricchire con passione perché la passione arricchisce. Non come ora, ridotta a coltivare orticellli. Maurizio Verini, nato nel Ravennate, a Riolo Terme, il 9 luglio del 1943, è l’ultima “promessa” nazionale di questo leggendario periodo.

Lascia da giovanissimo l’Emilia Romagna e si trasferisce a Milano con la famiglia. Debutta nel 1968, a venticinque anni. È un pilota veloce e dal ritmo costante. Dal 1973 corre per Fiat. Molto attivo con la Fiat 124 Abarth Rally, la sua prima apparizione in una gara di World Rally Championship avviene a Sanremo nel 1973, dove si piazza secondo assoluto. Un risultato che ripete due anni dopo, durante l’edizione 1975 della manifestazione, anno in cui, coadiuvato da Francesco Rossetti, diventa anche campione europeo. Nel 1974 è classifica terzo nel Cer.

Nel corso della stagione precedente, cioè nel 1974, Maurizio Verini conquista il titolo nazionale, con alle note Gino Macaluso sulla 124 Abarth Rally. A livello internazionale nel 1974 si aggiudica il Costa Brava, nel 1975 vince il Vltava e il Rally Lyon-Charbonnières, con Rosetti. Corre con la Casa torinese fino al debutto della Fiat 131 Abarth Rally, con cui centra due podi nella Coppa del Mondo, 1977 e 1978. Fino agli inizi degli anni Ottanta, è molto attivo nei rally. Poi segue un fisiologico calo e un altrettanto fisiologico momento di stop. Che, però, non è definitivo.

Il suo primo contatto con i rally avviene al 999 Minuti: assiste da spettatore ad una prova speciale sul Lago Maggiore, dove la famiglia è proprietaria di un hotel. Rimane rapito, affascinato dal passaggio delle vetture da corsa. È amore a prima vista. Esordisce come pilota privato, al volante di una Fiat 124 Coupé, nel 1968 e presto, grazie alle sue qualità agonistiche, entra a far parte della squadra ufficiale Fiat. Siamo nel 1972 e Verini inizia a far coppia con Macaluso (destinato a diventare presidente della Commissione sportiva della federazione automobilistica italiana).

Quello stesso anno fa sua la classifica riservata ai Junior della Mitropa Rally Cup. Durante la stagione successiva, navigato da Francesco Rossetti, riesce a strappare un secondo posto nel Campionato Italiano Rally, vice-campione nazionale, alle spalle di Amilcare Ballestrieri. Riesce a vincere il Cir nel 1974, al volante della Fiat 124 Abarth Rally. Con la stessa vettura, nel 1975 domina e vince il Campionato Europeo Rally, il suo trampolino per il Mondiale Rally, che affronta in coppia con Ninni Russo sia con la 124 sia con la 131.

Maurizio Verini: rally, amore a prima vista
Maurizio Verini: rally, amore a prima vista

Con la 131 si piazza quattro volte secondo a Sanremo. Una di queste, per rispettare ordini di scuderia a favore di Andruet, non vince la sua prima gara iridata. Nel complesso gli vengono offerte poche occasioni, ma le sfrutta bene. Nel 1977 e nel 1978 contribuisce attivamente alla vittoria del Mondiale Marche da parte di Fiat con la 131. Nel 1977, tra i confini nazionali, Maurizio domina e vince anche il Colline di Romagna, gara test disputata in coppia con Bruno Scabini sulla 131 Abarth Rally, nonostante problemi al cambio.

La separazione con la squadra nazionale si consuma nel 1978, stagione in cui vince il Costa Smeralda. Nel 1979 passa alla Opel, che gli dà un ruolo importante nello sviluppo dell’Ascona SR 2.0 Gruppo2. Nel 1980 e nel 1981 indossa la tuta ignifuga dell’Alfa Romeo, che gli affida un programma nel Campionato Europeo Rally con l’Alfetta GTV Turbodelta. Quest’avventura con le macchine del Biscione porta più dispiaceri che soddisfazioni. Alfa Romeo getta la spugna e lascia a piedi Verini, che negli anni successivi partecipa a qualche gara come privato e vince un Valli Piacentine con l’Ascona 400 di Gabriele Noberasco.

La carriera da ufficiale è finita. Nel 1983 diventa direttore sportivo di Citroën Italia e torna a guidare un’auto da corsa al Conca d’Oro, dove porta al debutto vincente la Visa 4×4. Sono anni in cui si raccolgono discrete soddisfazioni. Poi, nel 1985, arriva la delusione della BX 4×4 Turbo e Citroen Italia decide di abbandonare il programma corse. Verini si rivedrà solo occasionalmente nei rally di suo gradimento. Dopo una più o meno lunga pausa, negli anni Novanta, fa delle apparizioni spot come pilota privato, come al “Monte” del 2013 con una Mitsubishi Lancer Evo IX Gruppo N.

Maurizio Verini lascia i rally, ma non il mondo delle auto. Dal 1996 si occupa di organizzare corsi di guida sicura e collabora inizialmente con l’Automobile Club Milano e successivamente con l’Automobile Club d’Italia, per il quale opera in esclusiva per l’organizzazione di corsi per neopatentati. Nel 2005, fonda una propria scuola di guida sicura, la Master Driving, e prosegue la collaborazione con alcuni Automobile Club provinciali con corsi di formazione del personale che utilizza vetture aziendali. L’esperienza sportiva in aiuto della sicurezza sul lavoro.