Lutto nel mondo dei rally: addio a Vareno Grassini

Lutto nel mondo dei rally: addio a Vareno Grassini

Senese nel sangue, con i rally scritti nel dna, Grassini (con la sua copilota Silvia Galleni) resta uno dei rallisti italiani più forti negli anni Ottanta e Novanta, tra i più eccellenti esponenti della cosiddetta “scuola toscana” dei rally, curatore dell’organizzazione dello storico Rally della Fettunta, correva sempre con lo stesso preparatore: Silvio Terrosi.

Mentre alle 8 prendeva il via il Rally del Ciocco, Vareno Grassini smetteva di respirare. E da gentiluomo sportivo, quale è sempre stato, se ne andava silenziosamente in punta di piedi. Non è pioggia quella che bagna in queste ore il Rally del Ciocco, partito alle 8 di stamattina, alla stessa identica ora in cui Vareno ci lasciava. Sono lacrime. Lacrime di un Granducato da rally già in lutto. Toscana e Italia attonite. Vareno Grassini era conosciuto ovunque, da decenni, per il suo carattere cordiale, per il suo fair play sportivo, per la sua filosofia in cui primeggiava l’onesta.

Senese nel sangue, con i rally scritti nel dna, Grassini (con la sua copilota Silvia Galleni) resta uno dei rallisti italiani più forti negli anni Ottanta e Novanta, tra i più eccellenti esponenti della cosiddetta “scuola toscana” dei rally, curatore dell’organizzazione dello storico Rally della Fettunta, correva sempre con lo stesso preparatore: Silvio Terrosi.

Grassini ha lasciato un segno indelebile sulle strade dei rallies italiani, con ben 18 vittorie assolute e prestazioni tricolori e non solo di alto livello anche nelle gare su terra, delle quali a cavallo del nuovo millennio divenne uno dei riferimenti del gruppo N (l’ultima sua vittoria assoluta, al Rally Alta Val di Cecina, risale al 2006 e l’ultima gara disputata fu il “Valtiberina” del 2009).

Nel 2016, quando smise di essere l’organizzatore del suo amato Rally, il Fettunta, disse: “Ci sono vari motivi che, messi insieme, aiutano il Rally della Fettunta a rimanere sempre sulla breccia nonostante i decenni trascorsi dalla prima edizione e le trasformazioni dello sport e della società. Uno dei fattori di successo è sicuramente il piacere di soggiornare in Toscana dove si possono trascorrere alcuni giorni di relax con la famiglia col pretesto di correre in una gara nel Chianti, vicino a città d’arte come Firenze e Siena. Per questo ogni anno tanti vengono a correre qui da fuori regione. E’ sempre stato così fin dal 1977″.

“Questo, da sempre, è il segreto del Rally della Fettunta, che tra l’altro è sempre stato vicino di data alla festa dell’8 dicembre, un momento che ha facilitato, per piloti e familiari, l’organizzazione di un ponte in Toscana. Inoltre è sempre stato apprezzato per le sue caratteristiche tecniche e sportive che hanno sempre garantito il divertimento ed esaltato le qualità di pilotaggio dei concorrenti. La zona di Tavarnelle e Barberino inoltre si è rivelata molto recettiva, i sindaci hanno accolto bene la corsa e i Comuni sono molto collaborativi anche perché saggiamente viene colta l’occasione che un evento sportivo consolidato come questo può dare”.

“Nel tempo ho contribuito all’organizzazione del Fettunta per alcuni decenni, e da presidente della Squadra Corse Valdelsa l’ho direttamente organizzato in prima persona negli anni 2000 fino a che con gli altri consiglieri della scuderia abbiamo deciso di fare un passo indietro e cedere il testimone a un gruppo di eredi, tutti giovani molto motivati che collaborano bene insieme, stanno crescendo, e questo fa piacere a me a tutti i ‘vecchi’ della Valdelsa Corse. Sono sicuro che il Fettunta con questo nuovo gruppo di lavoro avrà un lungo futuro”.