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Opel Ascona 400 e le bugie a fin di bene per omologarla

Jochi Kleint e Gunter Wanger al Tour de Corse 1982

All’interno di Opel Rally Team c’è un pilota già famoso e molto vincente, Walter Rohrl, ereditato dall’epopea della Opel Kadett GT/E, modello ormai da sostituire e non adatto all’obiettivo. I regolamenti prevedono, che per primeggiare sarebbe necessario costruire una vettura Gruppo 4, che provenga dalla serie. Bisogna realizzare minimo quattrocento esemplari in un breve periodo di tempo.

Di Norberto Droandi

Sono gli anni in cui la Opel cerca una nuova vettura per emergere nei rally (ma non ha ancora creato la Opel Ascona 400), possibilmente un modello di grande diffusione da poter essere poi utilizzato come leva commerciale per le famiglie, soprattutto in Germania, e che possa imporsi nel Mondiale Rally a livello assoluto. In quel periodo, vincere il Campionato del Mondo Rally significa vendite assicurate e grande prestigio.

All’interno di Opel Rally Team c’è un pilota già famoso e molto vincente, Walter Rohrl, ereditato dall’epopea della Opel Kadett GT/E, modello ormai da sostituire e non adatto all’obiettivo. I regolamenti prevedono, che per primeggiare sarebbe necessario costruire una vettura Gruppo 4, che provenga dalla serie. Bisogna realizzare minimo quattrocento esemplari in un breve periodo di tempo.

L’incarico di fare lo studio e calcolarne il budget necessario, ovviamente, viene dato allo staff del reparto corse. Persona importante in questo team di persone è Willi Peter Pitz, navigatore esperto e carismatico, dipendente della Opel Rally Team, che dedica il suo tempo allo sport che ama e che, per sua immensa fortuna, è diventato il suo lavoro, la sua fonte di vita.

Willi Pitz raccontava che le sue giornate erano cariche di passione e questo lavoro gli consentiva di vivere una vita interessante, sempre in giro per Europa, o Africa, dove il reparto si trasferì prima del East African Safari Rally per ben due mesi, prima della massacrante competizione africana, come fecero anche altre squadre ufficiali, per effettuare lunghe sessioni di test di questa leggendaria corsa, allora una delle tappe più iconiche del WRC.

Alla fine dello studio, il team presenta alla Casa madre un progetto che riguarda la Opel Ascona, il berlinone teutonico dedicato alle famiglie e trasformato per i rally con un motore aspirato da 2400 centimetri cubi, capace di erogare 240 cavalli e telaio adattato alle necessità. Willi Peter Pitz raccontava che il progetto convinceva i vertici della Opel, ma le previsioni di budget richieste un po’ meno.

Infatti, sembrava che la cifra richiesta fosse ritenuta troppo alta da stanziare per un investimento che non dava alcuna garanzia, nessuna certezza, a parte la previsione di spesa che sarebbe potuta solo lievitare. Ma l’obiettivo di Opel restava il Campionato del Mondo Rally, solo che si voleva anche la certezza della vittoria…

Walter Rohrl con la Opel Ascona 400 al Rally Costa d'Avorio
Walter Rohrl con la Opel Ascona 400 al Rally Costa d’Avorio

Il problema era costruire 400 Opel Ascona 400

Fiat e Lancia non sarebbero state di certo a guardare. Il problema maggiore era dover costruire un minimo di quattrocento vetture da gara, senza sapere se si sarebbero riuscite mai a vendere a team privati. Ragionevolmente la dirigenza pensava di poterne vendere cinquanta, al massimo settanta. E le altre Ascona 400? No grazie, era un rischio troppo alto.

Il reparto corse rischiava di chiudere, la Kadett GTE non poteva esser sviluppata ulteriormente, e comunque non poteva ambire a vincere il Mondiale Rally. Dopo alcune notti insonni, ‘Wipi’, come era soprannominato Willi Peter Pitz, assieme al suo staff, chiese un nuovo incontro alla dirigenza Opel, per fare una nuova proposta, visto che sull’aspetto tecnico, non vi erano dubbi: la macchina aveva il potenziale per il successo.

In quell’occasione, Willi disse: “Il progetto è valido, dobbiamo avere per la Fia quattrocento vetture da corsa pronte”. Poi chiese: “Quanto siete disposti ad investire, affinché si riesca ad omologare la vettura?”. Pare che venne proposta una cifra, importante, ma assolutamente insufficiente per costruire quattrocento esemplari di Opel Ascona in conformazione rally.

Willi Pitz raccontava che si fece promettere che, se omologata, la vettura avrebbe poi avuto l’appoggio necessario per poter disputare il Campionato del Mondo Rally. Cosa che ottenne. Nei mesi successivi fu realizzato il progetto e furono costruite un certo numero di auto. Non certo le quattrocento necessarie per l’omologazione. La vettura fu testata ed i riscontri tecnici e cronometrici, furono positivi.

Si poteva sviluppare. Ora c’era da superare lo scoglio della conta delle vetture. Fu organizzato un primo incontro dove furono presentate agli ispettori Fia numerose Ascona, furono analizzate sospensioni, motore… al fine di poter redigere la fiches di omologazione. Tutto ok, tutto a posto, ma le altre vetture, dove sono?

E qui viene il bello di questa storia che ha sicuramente dentro tanta verità, ma che potrebbe anche essersi mischiata ad un po’ di leggenda. Pitz ci ha lasciato in eredità una storiella divertente. In quell’occasione, per ottenere l’omologa delle Opel Ascona 400 sarebbe stata inventata la più classica delle bugie.

La storia vuole che fu riferito che in quel luogo non erano presenti i quattrocento esemplari perché alcune erano state spostate e altre erano state addirittura assemblate, per motivi di spazio in un’altra parte della Germania. Molti esemplari erano già stati consegnati nei vari Paesi europei per iniziarne la commercializzazione. Ovviamente c’era ampia fiducia e le cose si protrassero per vari giorni, anche con notevoli perdite di tempo volute.

Fu così che tra qualche viaggio inaspettato nel mezzo della Germania, qualche cena, e qualche nuovo sopralluogo in un’altra fabbrica, dove le vetture erano sempre le solite, spostate da solerti addetti Opel, un paio di trasferte anche in Portogallo e Svezia, gli ispettori contarono quattrocento vetture e avvallarono l’omologazione della Ascona 400. Il resto è storia nota. Ma a noi resta un dubbio: ma il numero 400 dopo Ascona fa parte dell’ironia tedesca per rendere la storiella indimenticabile?