Lancia Stratos: trent’anni dopo firmato Andrea Curami
La Lancia Stratos venne disegnata da Marcello Gandini per Bertone ed equipaggiata con motore e cambio V6 Ferrari Dino espressamente per distinguersi nei rally. Dalla seconda metà degli anni 1970 la versione preparata dalla Squadra Corse Lancia HF, la Stratos HF, ottenne una lunga serie di successi che la resero indimenticabile. Il libro di Andrea Curami ne ripercorre la storia.
Il prototipo della Lancia Stratos fece il suo debutto nel 1970 presso lo stand Bertone del Salone di Torino e nel libro “Lancia Stratos: trent’anni dopo” Andrea Curami ne traccia meticolosamente la storia. Suscitò subito curiosità e sorpresa tra i visitatori, ma un debole interesse da parte dell’azienda Lancia. Un anno dopo, la nuova Lancia Stratos fu finalmente prodotta per soddisfare le esigenze del Lancia Racing Team. Il libro di Andrea Curami si addenta nella storia di questa vettura leggendaria.
L’auto era completamente diversa, pur avendo lo stesso fascino e fascino, si è rivelata perfetta per competere nei rally. Per sei anni consecutivi è diventata l’auto da battere, vincendo tre Campionati del Mondo Rally (1974, 1975 e 1976). Il lettore troverà la storia, l’evoluzione, le gare così come i profili dei piloti. Quest’opera edita da Giorgio Nada è disponibile sia in italiano sia in inglese.
La Stratos Venne disegnata da Marcello Gandini per Bertone ed equipaggiata con motore e cambio V6 Ferrari Dino espressamente per distinguersi nei rally. Dalla seconda metà degli anni 1970 la versione preparata dalla Squadra Corse Lancia HF, la Stratos HF, ottenne una lunga serie di successi che la resero indimenticabile.
La Stratos Zero è una dream car esposta per la prima volta dalla carrozzeria Bertone come prototipo al Salone dell’automobile di Torino del 1970; fu presentata come progetto di autovettura sportiva a motore centrale (il V4 di una Lancia Fulvia Coupé recuperato da un demolitore), di concezione avveniristica per quei tempi. Il design opera di Marcello Gandini (l’autore di auto come la Fiat X1/9 e la Lamborghini Countach), suscitò subito grande interesse in tutti i visitatori del salone per il suo stile innovativo e “di rottura”, soprattutto per un marchio come Lancia.
Abolite le portiere sul prototipo si saliva aprendo direttamente il parabrezza e calandosi all’interno scavalcando il piantone dello sterzo snodato, il cofano posteriore aveva un inedito motivo a freccia, le luci posteriori erano formate dal semplice contorno luminoso dello specchio di coda, mentre quelle anteriori da 10 proiettori affiancati sull’affilato muso della vettura, verniciata in bronzo metallizzato. Cesare Fiorio, alla guida della squadra corse Lancia HF, in cerca di una sostituta adeguata nei rally per la Fulvia Coupé 1600 HF, vide in questo prototipo a motore centrale la giusta carica di novità necessaria all’azienda, entrata l’anno prima nel Gruppo Fiat.
Per progettare la degna erede della Fulvia Coupé Cesare Fiorio ascoltò i pareri dei piloti e dei tecnici della vincente squadra corse HF e stabilì le direttive base: passo corto, 2 posti secchi, potente motore centrale, aerodinamica avanzata e sfruttabilità in ogni condizione (pista, strada e sterrato).