Lancia Rally, l’era dell’oro: firmato Remondino
La storia di Lancia nei rally ha inizio nei primi anni 1950, per terminare poi nella prima metà degli anni 1990. In questo lasso di tempo quarantennale, la casa italiana si è affermata come una delle più vincenti nella categoria, stabilendo il record tuttora in essere di 11 titoli costruttori — 1 campionato internazionale e 10 mondiali (di cui 6 consecutivi dal 1987 al 1992, altro primato) —, e conquistando al contempo anche 5 titoli piloti — 1 Coppa FIA e 4 campionati del mondo.
Dopo Lancia Rally Group B, Sergio Remondino torna sul tema e lo fa con un libro dedicato agli anni d’oro della Lancia nel Mondiale rally. Si parte dai primi anni Sessanta, quando una schiera sempre più folta di appassionati iniziò ad utilizzare le vetture di Casa Lancia – Appia, Flavia e addirittura Flaminia – per correre nelle gare su strada dell’epoca, antesignane dei rally che verranno.
La fondazione dell’HF voluta da Cesare Fiorio costituirà, assieme all’avvento della Fulvia, un autentico spartiacque con la definitiva consacrazione del Marchio Lancia a livello mondiale. Fra il 1962 e il 1982 le Lancia conquistano un titolo Costruttori, quattro Campionati europei, tre Mondiali Costruttori e due Coppa FIA Piloti, scrivendo indimenticabili pagine di sport, grazie a piloti e vetture di assoluta eccellenza, che rivivono in questo prezioso volume bilingue (italiano e inglese).
La storia di Lancia nei rally ha inizio nei primi anni 1950, per terminare poi nella prima metà degli anni 1990. In questo lasso di tempo quarantennale, la casa italiana si è affermata come una delle più vincenti nella categoria, stabilendo il record tuttora in essere di 11 titoli costruttori — 1 campionato internazionale e 10 mondiali (di cui 6 consecutivi dal 1987 al 1992, altro primato) —, e conquistando al contempo anche 5 titoli piloti — 1 Coppa FIA e 4 campionati del mondo. Pur essendosi ritirata ufficialmente nel 1991, e senza più vetture iscritte nel mondiale rally dal 1993, la casa torinese mantiene il secondo posto nella graduatoria dei podi conquistati (193), nonché il terzo in quella delle vittorie (74).
Nel corso dei decenni, Lancia ha schierato competitive auto da rally come la Fulvia Coupé, la Stratos e la 037, affidate a piloti come Sandro Munari, Juha Kankkunen e Miki Biasion; tuttavia, la più titolata di esse è stata la Delta che, nel corso delle sue varie evoluzioni, a tutt’oggi detiene ancora i record di successi in prove valide per il mondiale (46) — sia in assoluto (in coabitazione con la Subaru Impreza) che nel Gruppo A — e di trionfi nella classifica costruttori (6).
Dal 1951 in poi Lancia cominciò a impegnarsi ufficialmente, con un proprio reparto sportivo, nelle varie discipline dell’automobilismo, comprese la Formula 1 e le grandi corse su strada come la Mille Miglia, la Targa Florio e la Carrera Panamericana. Nei rally, la prima grande vittoria venne con l’ex pilota del circus Louis Chiron che, in coppia con Ciro Basadonna, vinse il Rally di Monte Carlo del 1954 con l’Aurelia GT B20 2500. Nel 1958 un altro grande pilota di F1, Gigi Villoresi, ormai al termine della carriera, trionfò al Rally dell’Acropoli, ancora con l’Aurelia B20 e anch’egli affiancato da Basadonna.
Agli inizi degli anni 1960, un giovane pilota, Cesare Fiorio, figlio di un addetto stampa della Lancia, creò l’HF Squadra Corse, un reparto agonistico per affezionati clienti lancisti. La prima vittoria a carattere internazionale per la Squadra HF arrivò al Tour de Corse del 1967 con il giovane Sandro Munari, alla guida della Fulvia Coupé HF.
Negli anni seguenti arrivarono altre vittorie che culminarono con l’affermazione dello svedese Harry Kallstrom nel campionato europeo rally del 1969, che costituì il primo titolo internazionale ottenuto dalla Lancia, quando ancora non esisteva un mondiale per la specialità. In quell’anno, tra gli altri successi, la Fulvia HF vinse il prestigioso RAC Rally in Gran Bretagna, risultato poi bissato la stagione successiva, sempre con Kallstrom e la Fulvia.
Lancia debuttò nel mondiale rally nato nel 1970 (e allora ufficialmente denominato “Internazionale Marche”) proprio con la Fulvia 1.6 Coupé HF. In quella prima stagione la casa torinese chiuse al terzo posto, e sempre con la Fulvia arrivò quarta l’anno successivo. Nel 1972, quando già era considerata un’auto sul viale del tramonto, la Fulvia HF vinse invece il campionato internazionale costruttori, grazie al trionfo di Sandro Munari al Monte Carlo, alla vittoria di Lampinen in Marocco, al suo secondo posto in Grecia e all’affermazione di Ballestrieri al Rally di Sanremo.