Lancia Delta: le ragioni di un successo

Lancia Delta HF Gruppo A

Un prezioso documento: un articolo del giornalista specializzato Michele Fenu, capo della redazioni motori de La Stampa, pubblicato venerdì 17 luglio 1987, ci mostra quanto fosse forte in quegli anni il Made in Italy e il know-how dei nostri Costruttori di automobili: Fiat, Lancia e Alfa Romeo. E soprattutto, spiega il fenomeno Delta…

In oltre 2 milioni 300 mila esemplari (attualmente 3200 unità al giorno), è da oltre quattro anni la star delle vendite in Italia. Nel primo semestre ’87 ne sono state consegnate nel nostro Paese 255 mila e in giugno è stata raggiunta la cifra-record mensile di 47.293 unità. E da marzo la Uno è anche la top-model in Europa. Ora il Gruppo Fiat guida la sfida dell’auto in Europa con una quota di penetrazione del 15,2% davanti a Volkswagen (14,8), Ford (11,8) e PSA (11,7). E In Italia ha in mano 11,60% delle vendite. La Fiat Auto, cioè Fiat e Lancia (per poter avere interessanti paragoni con il passato è necessario In questo discorso lasciar da parte il nuovo binomio Alfa-Lancia), ha il 54,1%. Un risultato, quest’ultimo, ottenuto in un momento di grande espansione del mercato e, quindi, particolarmente significativo.

Spiega Bruno Schembari, responsabile vendite: “Cftf ha importanti posizioni, in genere fatica a seguire l’espansione di un mercato, per ragioni di adeguamenti produttivi, rete distributiva, stoccaggio. Per la prima volta, non solo non si e perso, ma abbiamo addirittura guadagnato 2-3 punti alla concorrenza. E’ il frutto di efficienza commerciale e dell’apprezzamento che i modelli Fiat e Lancia incontrano. Lo sviluppo del mercato Italiano (In questi termini nessuno se lo aspettava” ammette Schembari) dipende dal diverso clima economico, dalla presenza di un parco circolante abbastanza anziano e, quindi, destinato a esser via via sostituito, dalla crescente diffusione della seconda e, persino, terza vettura.

L’Italia come la Francia e la Gran Bretagna (i dati, tra l’altro, indicano che il prodotto nazionale lordo del tre Paesi è oggi simile), quindi, anche se la composizione del singoli mercati è diversa, con una maggiore presenza di piccole cilindrate in quello italiano. Comunque, anche da noi si registra una tendenza alla crescita delle cilindrate. Dice Schembari: “Un tempo i 1000,1600 e 2000 di cilindrata rappresentavano nelle varie fasce dei limiti insuperabili. Adesso non sono più un tabù. Aggiunge: Il Diesel si è stabilizzato intorno al 24-25%, sono sempre più apprezzate le station-wagon, il segmento E, quello dei modelli medio-alti, si avvia a dimensioni francesi”.

Qui, è chiaro, si registra l’effetto combinato Croma e Thema. I due modelli nel primo semestre ’87 hanno superato le 45 mila unità contro le 37 mila dell’analogo periodo ’86. La prima ha ottenuto 11 29,2% del segmento e la seconda il 29,7 per un totale del 58,9 (e se si aggiunge al 4,8 dell’Alfa 90 si arriva al 63,7% per 11 Gruppo Fiat). Ormai si viaggia al ritmo di 4000 Croma e Thema vendute al mese. Sottolinea Schembari: “Non è cambiato solo il modo di produrre, ma anche di vendere. E chi 10-15 anni fa era un semplice distributore dei prodotti della fabbrica, oggi è un vero venditore, che deve anche offrire tutta una serie di servizi”. I concessionari Fiat-Lancia sono oggi oltre 1100, collegati fra loro e con la sede centrale tramite computer. L’elettronica è fattore di successo anche fuori dall’auto.

Dieci anni di mercato 1977, ’78, ’79, ’80, ’81, ’82, ’83, ’84, ’85, ’86 e 1987. Nel primo semestre ’87 il Gruppo Fiat Lancia ha conquistato il 60% del mercato italiano. La Uno è in irresistibile ascesa: 700.000 600.000 500.000 400.000 300.000 1983 1984 1985 1986. La Uno ha compiuto in 4 anni una ascesa irresistibile nel mercato europeo (Italia compresa); nei primi sei mesi ’87 sono state consegnate circa 350.000 vetture. Ma se si parla di fenomeno si deve parlare della Delta.

Per la marca Lancia, il modello Delta ha un significato del tutto particolare, perché al di là dei successi di mercato e sportivi la nascita di questa vettura, quasi otto anni fa, ha rappresentato il punto di svolta nella politica industriale, commerciale e di prodotto della Casa. L’immagine della Delta si era individuata subito per il suo design (dovuto a Giorgetto Giugiaro) di lussuosa berlina compatta a due volumi, per le innovative soluzioni ingegneristiche e tecnologiche, per il comfort e le prestazioni. La validità del progetto era successivamente confermata nell’evoluzione della Delta, in fatto di versioni, allestimenti, crescita delle potenze, fino ad arrivare all’attuale gamma diversificata in sette tipi, al vertice delle quali troviamo la HF 4WD sovralimentata, base della vettura oggi protagonista nei rally del mondiale marche, del quale ha seriamente ipotecato la conquista del relativo titolo (e di quello conduttori) per la stagione in corso.

Per meglio rendersi conto dell’evoluzione della Lancia Delta, può essere utile riassumere le principali tappe della sua storia. Eccole: 1979: in ottobre, presentazione del nuovo modello che raccoglie l’eredità della Fulvia, con una concezione decisamente innovativa (trazione anteriore con motore trasversale e cambio in linea, sospensione a 4 ruote indipendenti). Due motorizzazioni: 1301 cc e 75 CV), con velocità di oltre 155 km/h; 1498 cc e 85 CV, oltre 160 km/h. Successo immediato di critica, con l’elezione a Auto dell’anno 1980. 1982: nascono la Delta LX 1500, con dotazioni più ricche, e al Salone di Torino viene presentato un prototipo con trazione integrale e motore sovralimentato, prefigurazione sperimentale della futura HF 4WD. Verso la fine dell’anno la gamma viene perfezionata e allargata con la nuova GT 1600 dotata di motore bialbero con 105 CV di potenza e impianto frenante a 4 dischi. 1983: ecco la Delta HF con motore 1600 sovralimentato da turbocompressore: 130 CV e velocità 195 orari. 1985: irrompe sulla scena la Delta S4 destinata ai rally. Una sportiva di alta tecnologia e sotto più aspetti inedita: sovralimentazione composita (turbo e compressore volumetrico), trazione integrale permanente. Il propulsore di 1759 cc sviluppa 250 CV dichiarati. La S4 diventa subito una protagonista, si aggiudica il Rac 85 e successivamente i rally di Montecarlo, Argentina e Sanremo. 1986: rinnovamento del modello e nuove versioni, fra cui la Turbodiesel 1900 e la HF 4WD. Immutata l’impostazione estetica e meccanica. 1987: la HF 4WD a trazione Integrale e motore turbo diventa dominatrice in questa prima parte dell’anno delle prove di campionato mondiale rally, sia in Gruppo A (vetture derivate dalla produzione) sia in Gruppo N (strettamente di serie).

Gustavo Trelles, Lancia Delta
Gustavo Trelles, Lancia Delta

Si organizzano le giornate Formula Delta per fare vivere ai giornalisti l’ebbrezza dei rally e per fare comprendere il fenomeno Delta con il clou della giornata avuto con l’esibizione dei piloti della Squadra Lancia su un percorso dal fondo sterrato e a tratti fangoso, al volante delle HF a 4 ruote motrici, preparate per le corse e normali. Invitati ad accomodarsi accanto ad Alen, Biasion, Kankkunen, Alessandro Fiorio, giornalisti volontari “hanno potuto rendersi conto di che cosa significa la guida in rally da parte di gente di tal calibro, e le straordinarie qualità della macchina in fatto di potenza, motricità, maneggevolezza, tenuta. Un’esperienza non di tutti i giorni, che ha completato in chiave sportiva la riunione, nel corso della quale si è parlato di corse e di mercato, di tecnica e di programmi. La Lancia – ha assicurato Cesare Fiorio, direttore generale dell’Abarth – continuerà il suo impegno nei rally, perché è consapevole dei benefici tecnici che ne discendono sulla produzione di serie”.

Continuerà anche se dovessero eventualmente cambiare i regolamenti tecnici e si passasse alle monotipo con prestazioni controllate. Ma si opporrebbe decisamente al ventilato Gruppo S (silhouette, con libertà di adottare qualsiasi meccanica), perché con le eccessive potenze raggiungibili si ricadrebbe nell’errore del vicino passato, cioè la precarietà della sicurezza nelle gare. Le nuove Delta offrono il meglio della più sofisticata tecnologia: dalla trazione integrale all’elettronica di gestione del motore, alla sovralimentazione.

Gli affinamenti generali consentono incrementi di prestazioni e riduzioni dei consumi. E’ una gamma molto ben articolata, brillante, affidabile, che ha dato nuovo impulso alle vendite, come dicono le cifre. Nei primi cinque mesi di quest’anno, le Delta consegnale nel mondo sono state 18.397, il 56% in più del corrispondente periodo del 1986. In Italia, fino al 30 giugno ne sono state immatricolate 16.657, e nel segmento di appartenenza (il C) la presenza .Delta, è salita al 7%, con un aumento di consegne del 42%.

Molto buoni i risultati della prima parte dell’anno anche in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito. A dimostrazione di quanto sia premiante l’immagine sportiva della Delta, è interessante notare che le versioni più spinte (1600 GT i.e HF Turbo e HF 4WD) hanno una forte incidenza nelle vendite: il 26,5% in Italia, il 58% in Francia, il 64% in Germania, il 54% nel Regno Unito. Il rinnovato successo del modello Delta è perfettamente in linea con il trend tutto in salita della marca Lancia, che nel primo semestre ha incrementato le vendite in Italia del 18,5% con un totale di 113.753 unità consegnate, consolidandosi al 2° posto assoluto fra le marche con la penetrazione del 10%. Nel solo mese di giugno la percentuale è stata del 10,7. Davvero un momento magico per la vecchia e sempre giovane Lancia.

In tutto questo contesto Alfa Romeo va all’attacco con la 75 in attesa dell’arrivo della 164, l’ammiraglia che debutterà in settembre a Francoforte. La Casa milanese commercializza in questi giorni la nuova America 1.8 Turbo, e la versione tre litri, già vista in febbraio in

occasione del lancio della .2.0 Twin Spark. Quest’ultima ha dato una scossa alla gamma 75, tanto che l’incidenza dei modelli ad alte prestazioni (4 cilindri 2000, 1800 turbo e 6 cilindri) e salita dal 14,5% dell’86 all’attuale 20%. L’Alfa si aspetta ulteriori incrementi dalla 6V 3.0 America, (prezzo: 33 milioni. Iva compresa) e dal rinnovamento della 75 turbo, che ha ricevuto le migliorie della Twin Spark e dell’America.

Nuove soluzioni aerodinamiche e di sicurezza, interni più eleganti. La America 1.8 Turbo dotata di ruote in lega leggera, autobloccante, volante regolabile, cristalli e bloccaporte elettrici, costa 26 milioni (Iva compresa). In questo quadro di rilancio e di vitalità, spicca la presenza del 6 cilindri tre litri (2959 ce, 188 cv) che permette alla 3.0 America i 220 km/h e prestazioni di grande rilievo, in linea con la tradizione Alfa. Tale motore, frutto delle esperienze degli ultimi otto anni, ha due anime, una sportiva e una turistica. Non solo accelerazioni rabbiose, ma anche silenziosità e regolarità di funzionamento per la totale assenza di fastidiose vibrazioni. Con un 6 cilindri l’erogazione della coppia motrice è uniforme anche ai regimi bassi.

Chi non vuole adottare una guida sportiva, può viaggiare comodamente, senza dover ricorrere spesso all’uso del cambio. Tra le caratteristiche di maggior pregio di questo motore, ecco la compattezza, che consente un ottimo centraggio. Inoltre, il 6 cilindri Alfa può essere sistemato sia in posizione longitudinale, come nel caso della 75 sia trasversale, come accade per la 164. In primo piano l’accensione e l’iniezione elettroniche. Tali dispositivi non solo garantiscono un ottimo funzionamento in tutte le condizioni ambientali, ma anche di mantenere costanti nel tempo le prestazioni sia dal punto di vista della potenza che del consumo.

L’accensione elettronica non ha contatti che si possano rovinare né è probabile che si produca una variazione nei tempi di accensione. Inoltre, la potenza della scintilla è tale che anche le candele durano più a lungo. Avviamento e marcia a basse velocità sono agevolati. Dal canto suo l’iniezione assicura una perfetta miscelazione dell’aria con la benzina, nella quantità corretta per una buona combustione con minime perdite e con minor formazione di gas nocivi allo scarico, specie per quanto riguarda gli incombusti e il monossido di carbonio. Infatti, i consumi misurati nelle condizioni unificate europee danno per la marcia a 90 km/h un valore di 7,4 litri per 100 km, di 9,2 litri a 120 km/h e di 12,9 litri nel traffico urbano. Valori molto buoni considerando le dimensioni dell’Alfa 75 e le sue prestazioni.

Michele Fenu (La Stampa, 14 luglio 1987)