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Jim Clark: campione di Formula 1 venuto dai rally

Jim Clark in gara nel 1959 con la Lotus Elite

Ebbene sì, Jim Clark iniziò con i rally e, francamente, non c’è nessun motivo di meravigliarsi e stupirsi di ciò, visto e considerate le sue radici, le sue origini che vengono da una terra che trasuda passione per i rally. Contemporaneamente ai rally, Jim Clark disputava anche alcune cronoscalate locali. Sia nei rally sia in salita correva con la sua Sunbeam-Talbot , e per la verità era un osso duro dovunque corresse.

Non tutti sanno che, sebbene i suoi genitori fossero dei semplici e umili contadini e fossero assolutamente contrari all’idea che il figlio corresse in auto (tutto il contrario della mamma di Chris Ingram), Jim Clark iniziò a correre nei rally. Non è un errore, non s’intendeva l’altro mago del volante Roger Clark, bensì proprio Jim Clark, conosciuto da giovani e diversamente giovani per essere un campione della Formula 1.

Ebbene sì, Jim Clark iniziò con i rally e, francamente, non c’è nessun motivo di meravigliarsi e stupirsi di ciò, visto e considerate le sue radici, le sue origini che vengono da una terra che trasuda passione per i rally. Contemporaneamente ai rally, Jim Clark disputava anche alcune cronoscalate locali. Sia nei rally sia in salita correva con la sua Sunbeam-Talbot , e per la verità era un osso duro dovunque corresse.

Jim Clark nei rally si dimostrò un terribile avversario fin dall’inizio. A proposito, quando è stato l’inizio di Jim Clark nei rally?Esattamente, il 16 giugno 1956. Un rally a Crimond, in Scozia, in cui gareggiava con la DKW. Già due anni dopo, quindi nel 1958, Jim Clark correva per il team Border Reivers e saltava felicemente da una Jaguar D-Type e svariate Porsche su e giù per vari rally nazionali. Quell’anno vinse diciotto gare. Un talento innato e cristallino.

James Clark Jr era nato in una famiglia di agricoltori della Kilmany House Farm, a Fife. Era figlio unico. Nel 1942 la sua famiglia si trasferì a Edington Mains Farm, vicino a Duns, nel Berwickshire, ai confini. Clark studiò nelle scuole elementari di Kilmany e poi di Chirnside, e dopo tre anni di preparazione scolastica presso la Clifton Hall School vicino a Edimburgo, fu stato inviato alla Loretto School a Musselburgh, vicino a Edimburgo. Era anche un ottimo studente. Un figlio che quasi tutte le mamme vorrebbero avere.

Nel Boxing Day del 1958 arriva la sfida che avrebbe cambiato radicalmente la sua carriera. Clark corse contro l’uomo che lo avrebbe reso celebre. Guidando una Lotus Elite arrivò secondo, dietro Colin Chapman in una gara GT di dieci giri a Brands Hatch. Nel 1959 guidò una Lotus Elite, finendo decimo a Le Mans in collaborazione con John Whitmore, e Bruce Halford (ex pilota Lister Jaguar), vincendo la Bo’ness Hill Climb. Chapman fu sufficientemente impressionato da dare a Clark un passaggio in una delle sue vetture di Formula Junior.

Quel giorno i rally persero un potenziale campione

Quel giorno i rally persero un potenziale campione, uno bravo, ma che lanciato in pista su prototipi a ruote scoperte seppe poi dare il meglio di sé. Nel marzo 1960, Jim Clark debuttò nella Formula Junior appena introdotta, a Goodwood. Il vincitore fu proprio lui, Jim Clark, con la Lotus Ford, seguito da John Surtees, con la Cooper BMC, e Trevor Taylor, sulla Lotus Ford.

Clark fece il suo debutto nel Gran Premio di F1, a metà stagione, al Gran Premio di Olanda a Zandvoort il 6 giugno 1960. La Lotus aveva perso Surtees che era andato sull’Isola di Man per correre in moto. Quindi c’erano Stacey e Clark, il cui cognome era un sostituto accettabile di Surtees. Clark si ritirò al quarantanovesimo giro per un problema al motore.

La sua seconda gara di Formula 1 fu il Gran Premio del Belgio del 1960, disputato sul circuito Spa-Francorchamps, estremamente veloce e pericoloso. Lì, Clark ebbe un assaggio della realtà quando si verificarono due incidenti mortali, in cui persero la vita Chris Bristow e Alan Stacey.

In un’intervista del 1964, Clark disse: “Stavo guidando con molta paura per tutta la gara”, anche se concluse al quinto posto e ottenne il suo primo punteggio. L’anno successivo, Clark fu coinvolto in uno dei peggiori incidenti nella storia delle corse di Formula 1.

Nel Gran Premio d’Italia del 1961, il 10 settembre a Monza, Wolfgang von Trips e la sua Ferrari si scontrarono con la Lotus di Jim Clark. L’auto di Von Trips volò in aria e si schiantò contro una barriera laterale, gettando von Trips fuori dall’auto e causando la morte, oltre che del pilota, anche di quindici spettatori.

Jim Clark, pilota del Team Lotus che proveniva dai rally
Jim Clark, pilota del Team Lotus che proveniva dai rally

Il primo Mondiale di Formula 1 arrivò nel 1963

Il suo primo Campionato Mondiale di Formula 1 piloti arrivò alla guida della Lotus 25 nel 1963, vincendo sette gare su dieci. Quell’anno, Lotus si aggiudicò il suo primo Mondiale Costruttori. Il record di sette vittorie di Clark in una stagione non sarebbe stato eguagliato fino al 1984, quando il francese Alain Prost vinse sette gare per la McLaren.

Il record non sarebbe stato battuto fino a quando il brasiliano Ayrton Senna vinse otto gare nella stagione 1988, anche per la McLaren (ironicamente, quell’anno il compagno di squadra di Senna fu Prost che di nuovo eguagliò il vecchio record vincendo sette gare).

Tuttavia, il record di Clark è migliore rispetto a quello di Prost e Senna, in quanto il campionato del 1963 si disputava su 10 gare (che danno a Clark una percentuale di vittorie del 70%), mentre il 1984 e nel 1988 si corsero sedici gare, che assegnano una percentuale di vittorie pari al 43,75% per Prost e al 50% per Senna.

Sempre nel 1963, corse la sua prima Indianapolis 500, finì in seconda posizione dietro a Parnelli Jones e vinse il premio Rookie of the Year. Clark era un pilota versatile e gareggiava con tutto: auto sportive, auto da turismo, nella 500 Miglia di Indianapolis, che vinse nel 1965, anno in cui si aggiudicherà anche il secondo titolo in palio nel Mondiale F1.

Comunque, il suo Costruttore di riferimento era e restava Lotus. In realtà, nel 1964, Clark arrivò quasi a conservare la corona vinta dal Campionato del Mondo Rally 1963 ma, proprio come nel 1962, una perdita d’olio dal motore gli fece perdere il titolo, che premiò John Surtees. Ma Clark si rifece l’anno successivo con la velocissima Lotus 38.

Ha corso anche tra le auto storiche fino al 1968

Una curiosità: in quello stesso periodo, Clark stava gareggiando nella Tasman Series in Australia. Correva con auto di F1 storiche e fu campione nel 1965, 1967 e 1968 alla guida, manco a dirlo, di Lotus. Ha vinto quattordici gare in totale, un record per la serie. Ciò includeva la vittoria del Gran Premio d’Australia del 1968 al Sandown International Raceway di Melbourne dove sconfisse la Ferrari 246T di Chris Amon di soli 0″1 dopo 55 giri del circuito di 3,1 km.

Clark perse la vita in un incidente di Formula 2 nel 1968 a Hockenheim, nella Germania occidentale. Al momento della sua morte aveva appena 32 anni ed era uno dei piloti più seguiti al mondo. Aveva vinto più Grand Prix (25) e aveva ottenuto più pole position nei GP (33) rispetto a qualsiasi altro pilota.

Questo contribuì a creare un profondo alone di mito e leggenda intorno a lui, ma in realtà fece anche un po’ disperdere il ricordo di quel velocissimo ragazzino che vinceva tra rally e cronoscalate come non ci fosse un domani. Nel 2009, l’autorevole The Times ha messo Jim Clark in cima a una lista dei più grandi piloti di Formula 1 di sempre. Anche loro si sono dimenticati del rallysta.