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Jacky Ickx: pista, cronoscalate, rally e raid

jacky ickx

Formatosi nel motociclismo, Jacky Ickx si dedicò poi alle gare per vetture turismo e monoposto di Formula 2, con cui debuttò giovanissimo nel Campionato mondiale di Formula 1, in occasione del Gran Premio di Germania 1966; nella massima serie corse fino al 1979 disputando centosedici Gran Premi iridati, ottenendo otto vittorie, tredici pole position, quattordici giri più veloci e quattro hat trick.

Jacques Bernard Ickx, noto al mondo come Jacky Ickx, nasce il primo giorno del 1945 a Bruxelles. Figlio del giornalista automobilistico Jacques e di Marie Mouffe e fratello di Pascal, trascorse l’infanzia a Ixelles, nella periferia della capitale. Poco propenso allo studio, si dedicò fin da ragazzino agli sport motoristici che in futuro diventeranno il suo lavoro. Appassionato di ciclismo, era solito allenarsi con Eddy Merckx, coetaneo e concittadino, con il quale instaurò una lunga e duratura amicizia.

Divenuto pilota professionista, nell’agosto del 1970 sposò Catherine Blaton, nipote del pilota Jean, dalla quale ebbe due figlie: Larissa e Vanina, che seguirà, seppur con minore successo, la professione del padre. In seconde nozze sposò Maroussia Janssen che gli diede due figli maschi, Clément e Romain, e una femmina, Joy. La donna era figlia del dottor Paul Janssen, fondatore della Janssen Pharmaceutica. Nel 2006 ha sposato Khadja Nin, cantante burundese, con la quale si occupa di beneficenza verso le popolazioni africane.

Jacky Ickx si avvicinò molto presto agli sport motoristici seguendo la passione dei familiari. Negli anni ’50 il padre Jacques era un famoso giornalista automobilistico e pilota dilettante mentre il fratello maggiore Pascal, già aviatore, iniziava a disputare le prime corse. A sedici anni, nel 1961, acquistò un motorino Puch per poi sostituirlo con una Suzuki e una Zündapp, con cui esordì con successo nelle gare di trial, disciplina che si rivelerà fondamentale nello sviluppo delle qualità di guida del pilota. Dopo due anni si aggiudicò i campionati belga ed europeo di specialità, nella classe 50 cc. Con le moto gareggiò anche nella velocità su pista.

Nel 1963 esordì con le vetture turismo al volante di una BMW 700 S messa a disposizione da Albert Moorkens, rivenditore della casa bavarese e della Zündapp, con la quale il giovane pilota gareggiava nel trial; a Zandvoort prese lezioni da Paul Frère per imparare i rudimenti della guida sportiva. Il debutto in gara non risultò positivo, in quanto alla sua prima cronoscalata si schiantò contro un albero distruggendo la macchina, ma nella seconda corsa in salita vinse nella sua categoria; sul circuito di Zolder, all’esordio in pista, ottenne il terzo posto di classe mentre, nonostante le buone prestazioni, si ritirò per problemi elettrici al Tour de France, corsa ibrida con prove in salita e circuito inserita nel Campionato internazionale gran turismo.

L’anno successivo, il 1964, divenne pilota della Ford Belgium per gareggiare sia in circuito che in salita con la nuova Lotus Cortina, con cui ottenne tre vittorie di classe nelle prime tre gare disputate; concluse al secondo posto un rally al volante di una Hillman Imp e continuò a impegnarsi anche con la BMW 700. Sul Circuito di Spa-Francorchamps perse il controllo della Lotus Cortina, nel tentativo di evitare un’altra vettura, andando a travolgere, uccidendolo, uno spettatore che si trovava in una zona vietata al pubblico. Partecipò per la prima volta alla 24 Ore di Spa, in coppia con Teddy Pilette, concludendola in quattordicesima posizione, attardato da un cedimento meccanico; la buona prestazione mostrata in gara, gli valse però la chiamata di Alan Mann, proprietario di uno dei migliori team di vetture turismo, per disputare alcune prove del Campionato Europeo.

Pilota titolare per Alan Mann Racing e Ford Belgium, nel 1965 Ickx si alternò alla guida della Lotus Cortina e della Ford Mustang, gareggiando in pista, nelle scalate e nei rally, confermando la sua versatilità di guida; in giugno ottenne il primo successo di prestigio internazionale vincendo la gara di Zolder, davanti a Lucien Bianchi, risultato che gli consentirà di laurearsi Campione europeo turismo nella terza divisione. Non convocato dalla Ford per disputare la 24 Ore di Spa, partecipò con una Bmw 1800 TISA, e in seguito si aggiudicò anche il Campionato belga assoluto per vetture turismo; a fine stagione venne contattato da alcuni team manager, tra cui Ken Tyrrell, non ancora divenuto costruttore, per disputare la stagione successiva.

Jacky Ickx tra monoposto e prototipi

Nell’intensa stagione 1966, che lo vide disputare una cinquantina di gare tra Europa, Stati Uniti d’America e Sudafrica, Jacky Ickx fece le prime esperienze al volante di sportprototipi e monoposto, continuando comunque il suo impegno con le vetture turismo che lo portò a vincere la prestigiosa 24 Ore di Spa, con una BMW 2000 TI condivisa con Hubert Hahne. Nei primi mesi dell’anno, l’ex pilota belga Jacques Swaters diede a Ickx la possibilità di gareggiare al volante di un prototipo Ferrari in occasione della 24 Ore di Daytona; in seguito, partecipò anche alla 24 Ore di Le Mans al volante della Ford GT40. Nello stesso anno, grazie a un programma voluto da Elf e Matra per sostenere giovani piloti di lingua francese, in cui vennero inseriti anche Jean-Pierre Beltoise e Johnny Servoz-Gavin, Ickx ebbe la possibilità di gareggiare in Formula 2 con le monoposto francesi gestite da Ken Tyrrell. 

Il manager inglese, con cui in precedenza aveva sostenuto un test in Ungheria al volante di una vettura turismo, si rivelò una delle figure fondamentali della carriera del giovane pilota; gli diede la possibilità di fare esperienza e lavorare senza pressioni e pretese nei risultati, facendolo gareggiare anche in Formula 3. Nella sua prima stagione in monoposto ebbe come compagno di squadra Jackie Stewart, già affermato pilota di Formula 1, con cui in diverse occasioni condivise la macchina. Con la Matra della Tyrrell partecipò anche al Gran Premio di Germania. A fine stagione venne confermato da Ken Tyrrell, per continuare in Formula 2 con la sua squadra, e si accordò con John Wyer per gareggiare con i prototipi nella stagione successiva.

Nel 1967 Jacky Ickx si impegnò nel nuovo Campionato europeo di Formula 2 al volante delle Matra di Tyrrell. Nonostante la serie fosse frequentata anche da piloti di Formula 1 quali Jochen Rindt, John Surtees e Jim Clark ottenne ottimi risultati; conquistò l’hat trick a Zandvoort e Vallelunga, giunse terzo al traguardo al Nürburgring e Pergusa riuscendo a diventare il primo Campione europeo della categoria. Proprio a Pergusa venne contattato da Franco Lini, allora direttore sportivo della Ferrari, per entrare a far parte della scuderia di Maranello nella stagione successiva. Si mise in luce nella massima serie disputando un’ottima qualifica al Gran Premio di Germania, dove guidava la solita Matra di Formula 2, e ottenne il suo primo punto iridato al Gran Premio d’Italia guidando una Cooper-Maserati. Con un prototipo Mirage vinse la 1000 chilometri di Spa.

Lunga carriera in Formula 1

Pilota titolare della Tyrrell in Formula 2, nel 1966 Jacky Ickx ebbe la possibilità di debuttare nel Mondiale di Formula 1. In occasione del Gran Premio di Germania, dove, per aumentare l’esiguo numero dei partenti vennero ammesse anche monoposto della categoria cadetta, Ickx partecipò con la Matra che pilotava abitualmente in Formula 2. La sua prima gara nella massima serie, terminò al primo giro quando venne colpito dalla Cooper di John Taylor che rimase intrappolato nella vettura avvolta dalle fiamme; dopo un mese lo sfortunato pilota britannico morì per le ustioni riportate. Fu l’inizio di una lunga carriera, che lo vide approdare in Ferrari già nel 1968.

Dopo la morte di Lorenzo Bandini, deceduto nel maggio del 1967 a seguito delle ustioni riportate al Gran Premio di Monaco di quello stesso anno, Enzo Ferrari avrebbe voluto assumere Jackie Stewart per disputare la stagione successiva; non trovando un punto d’incontro con il pilota scozzese, la dirigenza della Scuderia Ferrari si accordò con Jacky Ickx offrendogli uno stipendio annuale di trentamila dollari per gareggiare in Formula 2 e Formula 1, inizialmente con il ruolo di seconda guida di Chris Amon.

Nella stagione 1968, Ickx pilotò la Ferrari 312 F1 terza serie, che si rivelò veloce ma poco affidabile. Debuttò in gara al Gran Premio del Sudafrica, nel giorno del suo ventitreesimo compleanno, ritirandosi per problemi meccanici. In Belgio, dove salì sul terzo gradino del podio, la monoposto venne dotata per la prima volta di un alettone, che in poco tempo divenne di uso comune. Al Gran Premio di Francia, sul circuito di Rouen, Ickx ottenne il terzo tempo in qualifica potendo quindi partire dalla prima fila; per la gara bagnata dalla pioggia, scelse di utilizzare gomme scolpite e disputò un’ottima prova andando a vincere il suo primo Gran Premio davanti a John Surtees e Jackie Stewart, portando alla Scuderia di Maranello la prima affermazione da due anni a quella parte. Nell’occasione, a 23 anni, 6 mesi e 6 giorni, diventò il più giovane pilota a trionfare al volante di una monoposto del Cavallino, un primato che resisterà per i successivi 51 anni prima di essergli strappato da Charles Leclerc. Concluse il suo primo Campionato del Mondo al quarto posto. Nel 1969 passò alla Brabham, per fare poi ritorno in Ferrari l’anno dopo, nel 1970, quando sfiorò il titolo e la morte.

“Erano le fiamme la vera insidia. Al Gran Premio di Spagna 1970, a Jarama, la mia Ferrari si trasformò in un rogo perché Jackie Oliver mi colpì sul fianco. Eravamo appena partiti e i serbatoi erano pieni. L’estintore di bordo mi dava qualche secondo di sopravvivenza ma poco dopo le fiamme mi avevano raggiunto ed io sapevo che nessuno poteva entrare in quel rogo senza una tuta di amianto. E a Jarama i commissari ne erano sprovvisti. Dovevo uscire da solo. Oppure morire”, parole sue riportate nel libro Ricordi da corsa dei Cavalieri del rischio.

Il rapporto con la Scuderia Ferrari fu difficile, però, nella stagione successiva e fino al 1973. “Ickx: un connubio di ardimento e di calcolo. Nel primo anno in cui corse con le mie macchine maturò un’esperienza che prometteva grandi frutti. Poi, dopo una stagione di intervallo con la Brabham, per quattro anni abbiamo inseguito un titolo, mentre ci venivano attribuite polemiche spesso inconsistenti al di là del funambolismo giornalistico. Se facciamo una graduatoria dei piloti Ferrari vincitori di Gran Premi valevoli per il campionato mondiale, Ickx è terzo, insieme a Villeneuve, con sei affermazioni, dietro ad Alberto Ascari con tredici e a Lauda con quindici. Qualche suo atteggiamento, che gli valse fra i miei collaboratori l’appellativo di Pierino il terribile, non mi ha cancellato il ricordo di un ragazzo cresciuto in fretta e l’impressione di quella sua guida fine e temeraria sotto la pioggia”.

Con queste parole Enzo Ferrari descrisse il suo rapporto con il belga, proficuo ma non privo di attriti. Riconoscente ma spesso critico nei confronti del costruttore, per la gestione della scuderia e la scarsa presenza ai Gran Premi, ne giustificò invece il comportamento duro e ambizioso, spesso contestato dai colleghi. Nelle stagioni 1974 e 1975, Ickx corse con la Lotus, ma era appena iniziata la fase di declino della sua carriera in F1.

Nel 1976, Jacky Ickx accettò l’offerta di Frank Williams, sostenuta economicamente dalla Marlboro, per gareggiare nel campionato 1976 con le sue monoposto. Nel corso della stagione la Williams venne rilevata da uno dei finanziatori della squadra e prese il nome di Wolf.

Inizialmente senza una squadra per la stagione 1977, partecipò al Gran Premio di Monaco per sostituire Clay Regazzoni. Al volante di una Ensign MN177 si qualificò con il diciassettesimo tempo, rientrando di poco nei piloti qualificati, che sul difficile circuito cittadino di Montecarlo erano solo venti. In gara non andò oltre la decima posizione a due giri dal vincitore. Nel 1978 si accordò nuovamente con la Ensign per disputare alcuni Gran Premi del campionato 1978 e il 1979 fu la sua ultima stagione in F1 con la Ligier.

Non trovando una squadra per partecipare al campionato mondiale 1980, si ritirò definitivamente dalla Formula 1. Con otto vittorie e due titoli mondiali sfiorati in quattordici anni di attività, è considerato uno dei migliori piloti a non avere vinto il Campionato del mondo, al pari di Stirling Moss, Ronnie Peterson e Gilles Villeneuve.

Diventa un direttore di gara

Abbandonata la Formula 1 come pilota, rimase nell’ambiente per molti anni come direttore di gara del Gran Premio di Monaco. In tale veste, prestò il suo servizio anche nell’edizione del 1984, funestata dalla forte pioggia che rendeva pericolosa la pista; pressato dagli organizzatori, diede ordine di sospendere la gara al trentunesimo giro, quando un giovane Ayrton Senna, al debutto sul circuito di Monte Carlo stava per sorpassare Alain Prost, in quel momento in testa al Gran Premio. Ickx giustificò la decisione dicendo: “Il Gran Premio poteva continuare, ma se si fosse verificato un grave incidente, avrebbero detto che ero un pazzo irresponsabile. Meglio bloccare la gara, perché la visibilità era inesistente, l’aderenza nulla”.

Venne accusato, tra gli altri, da Mauro Forghieri e Jean-Marie Balestre, di aver voluto agevolare Prost che guidava una McLaren motorizzata Porsche, costruttore di cui Ickx era pilota nel Campionato del mondo endurance; Senna criticò la decisione del commissario di gara, senza però ritenerla un favoritismo nei confronti del rivale francese. Per questo episodio il belga venne momentaneamente sospeso dall’Automobile Club de Monaco, ente organizzatore del Gran Premio del quale era componente.

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Jacky Ickx

Le gare di durata in pista

È nella categoria Sport Prototipi che, a partire dal debutto nella stagione 1966 e passando per i primi successi di categoria e assoluti ottenuti nel 1967, Jacky ha gareggiato per quasi vent’anni e ha ottenuto i migliori successi, correndo sempre per scuderie di primo piano. Ickx è stato definito per molto tempo Monsieur Le Mans, avendo stabilito un record di 6 vittorie nella celebre “24 Ore” (in seguito, solo Tom Kristensen ha dapprima eguagliato e poi battuto questo primato); ha inoltre vinto per cinque volte la 1000 km di Spa (in tre occasioni sul vecchio tracciato di 14 km e in due sul rinnovato circuito), la 6 Ore di Daytona nel 1972 e la 12 Ore di Sebring nel 1969 e 1972.

Vinse la sua prima “Le Mans” nel 1969 alla guida di una Ford GT40, in coppia con Jackie Oliver, battendo in un arrivo in volata la Porsche 908 di soli 100 metri. Oltre a cogliere una prestigiosa vittoria, dette anche una lezione di saggezza: il pilota, profondamente contrario alla fin lì classica procedura di partenza – in cui i piloti attraversavano la pista, correndo verso le vetture disposte a lisca di pesce, e iniziavano la corsa senza allacciarsi le cinture di sicurezza –, al via attraversò il tracciato, si sedette a bordo del mezzo, allacciò le cinture e aspettò con calma che tutte le macchine fossero passate, per poi partire. Al primo giro un tragico evento dimostrò che Ickx aveva ragione: il pilota John Woolfe, alla guida di una Porsche 917, perì in un incidente mortale venendo sbalzato fuori dalla vettura, non avendo ancora allacciato le cinture. Nello scontro venne coinvolto anche Chris Amon che, anch’esso contrario al sistema di partenza, senza gesti plateali, si era “attardato” per “legarsi” correttamente; il pilota neozelandese centrò con la sua Ferrari il serbatoio in fiamme della vettura di Woolfe, ma ne uscì indenne. L’edizione successiva vide la modifica della partenza “stile Le Mans”, con i piloti già seduti a bordo e con le cinture di sicurezza allacciate, fermo restando le vetture schierate a spina di pesce in base ai tempi ottenuti in prova, e il suo definitivo abbandono nel 1971 in favore di quella lanciata, come alla 500 miglia di Indianapolis.

Jacky tornò al successo sul circuito de la Sarthe nel 1975, per la prima di tre vittorie consecutive nella maratona di durata: la prima con la Gulf-Mirage e le altre due con la Porsche 936; proprio con casa tedesca inizia un fruttuoso sodalizio. Dopo un secondo posto nel 1980, anche nel 1981 vince a Le Mans sempre su Porsche 936, in una versione aggiornata che portava al debutto in gara il nuovo motore della vettura sua erede. Intenzionato a ritirarsi, venne convinto dalla Porsche a restare per affidargli lo sviluppo della 956, la nuova arma della casa per le gare di durata. Con tale vettura Ickx vince nel 1982 la sua sesta e ultima “Le Mans”, oltre a conquistare il Campionato mondiale Endurance 1982 e 1983. Con la Porsche continua a correre fino al 1985, anno in cui, durante la 1000 km di Spa, è coinvolto nell’incidente che causerà la morte di Stefan Bellof.

jacky ickx, paris dakar 1983
Jacky Ickx, Paris-Dakar 1983

Esperienze importanti nei rally raid

Negli anni ’80 e ’90 continua a correre nei rally raid e arriverà al successo assoluto nella Paris-Dakar del 1983. Nell’edizione del 1989 della Paris-Dakar, la Peugeot, dopo 2 successi consecutivi con la 205, si presenta in forze con due 405 T16 Grand Raid affidate ad Ari Vatanen e Jacky Ickx e due 205 T16 di supporto. La superiorità sugli avversari è netta tanto che sono 13 le vittorie su 16 tappe. Talmente netta che, a causa della pericolosa lotta interna tra Jacky Ickx e Vatanen, Jean Todt decide di affidarsi ad una monetina per decidere il nome del vincitore. La sorte premia il finlandese che doppia così il successo del 1987. Dal 1998 collabora con JVD International all’organizzazione del Rally dei Faraoni, prima gara per importanza – dopo che la Dakar ha cambiato continente – tra le prove africane.

Premi e riconoscimenti per Jacky Ickx

Molto famoso in Belgio, secondo un sondaggio della rete televisiva nazionale RTBF del 2013, Jacky Ickx è considerato il terzo migliore sportivo belga di sempre, preceduto da Eddy Merckx e Stefan Everts. In patria era stato precedentemente premiato con il Trofeo per il Merito sportivo nel 1968, quando era ancora agli esordi della carriera professionistica, e nominato Sportivo dell’anno nel 1982, quando ormai pilota affermato vinse il Campionato mondiale endurance. Già dal 2000 Ufficiale dell’Ordine della Corona, nel 2007 venne insignito del titolo di Grand’Ufficiale dell’Ordine di Leopoldo, la più alta onorificenza nazionale. Da dicembre 2014 a giugno 2015, a Bruxelles venne allestita una mostra per celebrare il settantesimo compleanno di Jacky Ickx ed Eddy Merckx, concittadini e coetanei; oltre a motociclette, vetture turismo, monoposto e sportprototipi guidati dal pilota nella sua lunga carriera, vennero esposti trofei, fotografie e il casco bruciato nel rogo del Gran Premio di Spagna 1970.

Molti sono anche i riconoscimenti ricevuti all’estero, in modo particolare in Francia e legati alla 24 Ore di Le Mans: nominato Pilota del secolo per la maratona francese, dal 16 giugno 2000 divenne cittadino onorario di Le Mans. Nel centro della cittadina è presente, tra le impronte dei vincitori, una targa in bronzo a lui dedicata che ne riproduce il calco di mani e piedi. Nel 2004 l’Automobile Club de l’Ouest gli assegnò il trofeo Spirit of Le Mans come riconoscimento per le sei vittorie ottenute nella corsa francese e in occasione del Festival Internazionale dell’Automobile di Parigi del 2012 venne premiato con la Palma d’Oro Per la lunga attività svolta come direttore di gara a Montecarlo, nel 2002 il Principe di Monaco lo nominò Ufficiale dell’Ordine di San Carlo. Sempre nel 2002 venne inserito nella International Motorsport Hall of Fame di Talladega, negli Stati Uniti, dove sono iscritti i grandi nomi dell’automobilismo di tutti i tempi.

Anche nella cultura di massa Jacky Ickx è stato celebrato. Alcuni libri trattano integralmente la sua biografia, mentre in altri gli vengono riservati capitoli o viene citato. Apparve spesso nei fumetti di Michel Vaillant tanto che, per festeggiare il suo settantesimo compleanno, venne pubblicato un cofanetto contenente sei volumi con tutti gli episodi che lo videro rappresentato. Le poste yemenite realizzarono un francobollo per celebrare la sua prima vittoria alla 24 Ore di Le Mans, mentre quelle austriache uno inserito nella serie dedicata alle celebrità della Formula 1. Altri due vennero emessi dagli Emirati Arabi, in due diverse collezioni sui piloti automobilistici.