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Leggende di ritorno: Lancia Delta elettrica e i rally

Lancia Delta HF Integrale Evo 3

La nuova Lancia Delta elettrica del 2026 si baserà, così come la già annunciata Opel Astra-e del 2023, sulla nuova piattaforma nota come eVMP nell’ex gruppo PSA che si evolverà nella STLA Medium. Parliamo di batterie alle stato solido ad alta densità che permettono autonomie fino a 700 km e prestazioni di alto livello. Per venderla Carlos Tavares, capo di Stellantis, indica come via Maestra quella dei rally WRC, che dal 2025 apriranno all’elettrico.

In comune con Sainz ha tre cose: il nome, la fede Lancia e la passione per i rally. Carlos Tavares, presidente di Stellantis, è da sempre un appassionato di rally e del Marchio Lancia. Nel suo contratto presidenziale ha il permesso di correre un determinato numero di rally ogni anno. Rally storici. Con la sua Lancia Stratos. Quella con cui ha corso anche al Rally di MonteCarlo Historique 2022. Dall’inizio del suo mandato va ripentendo che vuole rilanciare il Marchio. E l’unica casella che manca è il Mondiale Rally. Ci aveva già provato Luca De Meo con l’Abarth, ma poi l’allora amministratore del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, fermò il progetto diretto da Claudio Berro per la realizzazione della Abarth Punto WRC.

Da alcuni mesi, a più riprese sono uscite notizie sulla Lancia Delta elettrica. Ci sono aziende straniere che ne hanno già realizzato alcuni modelli da corsa. Dopo aver mostrato un retrofit della Lancia Delta Integrale elettrica nel maggio 2021, GCK Motorsport, team fondato da Guerlain Chicherit, vincitore di una Coppa del Mondo Rally Raid nel 2009 e pilota rallycross, conferma l’impiego della Lancia Delta Evo-e a zero emissioni e con 680 CV per le competizioni del Mondiale FIA RX. Dalla stagione 2022, quella che vedrà il passaggio alle auto elettriche, il team Gck porterà in scena la Lancia Delta Evo-e, sviluppata a partire dal retrofit della Delta Integrale Regina dei Rally in un’epoca aurea come quella di cerniera tra anni Ottanta e Novanta.

E ci sono anche aziende italiane, come Kimera, che con l’aiuto degli ex ingegneri del reparto corse Lancia hanno realizzato aggiornamenti di miti, come la Evo37. Insomma, la leggenda Lancia sopravvive nei desideri di tantissimi appassionati e qualunque esperto di marketing che non sia diretto discendente degli Agnelli sfrutterebbe al meglio questa opportunità. Insomma, chiunque “tocca” Lancia ci guadagna tranne la Casa madre…

Automobili Amos, ad esempio, ha realizzato la Lancia Delta Safarista, nuova special basata sulla Lancia Delta Futurista, il restomod presentato nel 2018 e fortemente ispirato alla regina dei rally degli anni ’80. Un modello ancora più speciale rispetto alla già stravagante Futurista, con un look che guarda alla versione dedicata al Rally Safari, vinto dalla Delta nel 1988 con Miki Biasion e Tiziano Siviero. Le modifiche rispetto alla Futurista sono tante e ben visibili, prima tra tutte quella relativa all’assetto rialzato e alle vistose protezioni nella parte bassa della carrozzeria.

Per creare la Delta Safarista in Automobili Amos hanno utilizzato ancora una volta come donor car la Lancia Delta Integrale 16V, alla quale hanno prima di tutto tolto le portiere posteriori trasformandola quindi in una compatta 3 porte. Poggiata su speciali pneumatici tassellati, calzati su nuovi cerchi in lega con quelli anteriori a sfoggiare delle cover in fibra di carbonio, la Safarista monta anche nuovi paraspruzzi, paraurti modificati, nuovo estrattore e livrea con colori dedicati.

Completamente nuovo è anche l’abitacolo, con la plancia quasi completamente spogliata e un unico monitor sistemato davanti al guidatore, con la scritta “Levati” in bella vista. La stessa scritta che sulla Delta Futurista è presente sul pulsante per attivare gli abbaglianti. L’arredamento è minimal, come sulle Delta che correvano nei rally, con sedili ultra avvolgenti, cinture di sicurezza Sabelt a 4 punti, leve per cambio e freno a mano (idraulico) specifiche e tanto altro ancora.

Ma non solo. Riccardo Scamarcio sta girando un film. Per strutturare questo film, Scamarcio si è rivolto a Cesare Fiorio che ha dato diversi consigli sulla sceneggiatura. Inoltre, per immergersi completamente nella parte di pilota al volante della Delta HF Integrale Martini, l’attore italiano sta prendendo lezioni di guida dall’ex campione del mondo di rally Alex Fiorio presso la Masseria di Ceglie Messapica.

Lancia Delta HF Integrale Evo Hybrid
Lancia Delta HF Integrale Evo Hybrid

Lancia torna nei rally con la Delta

In questo anno di acquisizioni e cessioni, di conti, ridimensionamenti, soppressioni, vendite e rivalorizzazioni di stabilimenti, sono stati condotti degli studi e il risultato è il più scontato che poteva esserci. Bisogna commercializzare di nuovo la Lancia Delta e bisogna farla correre. Cosa manca ai Marchi del gruppo Stellantis? Il Mondiale Rally. Con la Lancia. Ma elettrica. Casualmente, il nuovo presidente FIA vuole un Mondiale Rally con vetture a combustibili eco-fuel, ibride ed elettriche. E Stellantis punta tutto sull’elettrico. Tutto su Lancia. Tutto sui rally, in ripresa di notorietà.

Quindi? La Lancia Delta ritornerà nel 2026 e sarà un’elettrica pura, come tutta la gamma della Casa italiana che tra quattro anni proporrà solo nuovi modelli a zero emissioni. L’ultima delle Lancia “tradizionali” con motore a benzina sarà quindi la nuova Lancia Ypsilon del 2024, erede di quella segmento B che tanto piace al pubblico femminile e che negli ultimi anni ha tenuto accesa la “fiammella” della speranza per il ritorno di un marchio così prestigioso.

“La Delta la vogliono tutti e non può mancare nei nostri piani. Tornerà e sarà una vera Delta: un’auto emozionante, manifesto di progresso e di tecnologia. E ovviamente sarà elettrica”. Quello che Napolitano definisce il “rinascimento” di Lancia passa però prima dalla presentazione della nuova Ypsilon, nel 2024, che sarà anche ibrida: “Sarà solo il primo passo di un percorso accelerato verso un cambiamento radicale, per ridare credibilità al marchio nel mercato premium”.

“Costruiremo vetture con un grande senso di responsabilità nei confronti del mondo in cui viviamo, visto che i nostri clienti vogliono una guida pulita, e la rivoluzione verso l’elettrico puro è in linea con la nostra tradizione di grande innovazione tecnologica. Siamo stati i primi a lanciare la filosofia ecochic con il Gpl e il metano, e dal 2020 con il mild hybrid, e oggi non abbiamo già più in gamma alcun modello puramente a benzina o a gasolio”.

Dal punto di vista puramente tecnico la nuova Lancia Delta elettrica del 2026 si baserà, così come la già annunciata Opel Astra-e del 2023, sulla nuova piattaforma nota come eVMP nell’ex gruppo PSA che si evolverà nella STLA Medium. Parliamo di batterie alle stato solido ad alta densità che permettono autonomie fino a 700 km e prestazioni di alto livello. Tutto quindi lascia ben sperare per questa nuova Lancia Delta che Napolitano definisce “un’auto emozionante, manifesto di progresso e di tecnologia”.

Per poterla vendere, la nuova Delta – che richiamerà la vecchia – ci sarà bisogno di farla correre e di farla vincere tanto o sempre e in tutto il mondo. Tanto. Fino a non fare più notizia. Le nuove regole del Mondiale Rally ibrido sono triennali e cambieranno dal 2025. Anche Renault e Opel spingono per l’elettrico nel Mondiale Rally e la FIA ha volentieri aperto a questa possibilità.

Gustavo Trelles, Lancia Delta
Gustavo Trelles, Lancia Delta

La tradizione della Lancia Delta nei rally

La versione rally della Lancia Delta venne presentata nell’ottobre 1987 con il preciso scopo di partecipare al Campionato del mondo rally a partire dalla stagione 1988. La vettura era una diretta evoluzione della Delta HF 4WD, modello che aveva partecipato con successo all’edizione 1987 monopolizzando i titoli marche e conduttori, quest’ultimo con Juha Kankkunen.

Dopo aver bissato entrambi i titoli mondiali rallye nel 1988, la Delta HF Integrale 8v — come sarà ufficiosamente identificata a posteriori — venne ulteriormente migliorata l’anno seguente grazie all’introduzione del nuovo motore con distribuzione a 4 valvole per cilindro: ora denominata ufficialmente Delta HF Integrale 16v, fece il suo debutto sul finire del campionato 1989, al Rally di Sanremo, dove grazie all’iridato uscente Miki Biasion centrò una memorabile vittoria dopo una straordinaria rimonta su Alex Fiorio e Carlos Sainz. La vettura continuò a mietere successi a ripetizione per tutto il biennio successivo.

Poche settimane dopo la vittoriosa conclusione della stagione 1991 sugli sterrati inglesi del RAC Rally, il 18 dicembre Lancia annunciò il suo ritiro dalle corse, nonostante fosse già pronto un ulteriore aggiornamento su base Delta. Per il 1992 si decise così di dare in gestione tutto il materiale del reparto corse ufficiale al Martini Racing, che da storico sponsor diventò un vero e proprio team grazie al supporto tecnico del Jolly Club, la più importante scuderia satellite Lancia del tempo e già presente in veste semiufficiale da diversi anni nei rally.

La stagione 1992 vide quindi il debutto della Delta HF Integrale Evoluzione: l’ufficioso appellativo sottolineava l’essere davanti a una vettura profondamente rinnovata rispetto alle antenate, soprattutto per quanto riguardava la geometria delle sospensioni. Nonostante non fosse seguita in forma ufficiale dalla casa madre, fin dalle prime prove speciali del Rally di Monte Carlo fu chiaro che sarebbe stata ancora la Deltona — soprannome con cui diverrà colloquialmente nota tra gli appassionati — l’auto da battere nell’arco del campionato.

La berlinetta di Torino terminò a podio in tutte e dieci le gare inserite nel campionato costruttori, conquistando otto successi e quattro doppiette; a fine anno arrivò il sesto titolo marche consecutivo per Lancia, mentre nel campionato piloti Kankkunen e Didier Auriol chiusero rispettivamente secondo e terzo, dopo un rocambolesco finale di stagione che regalò il titolo a Sainz.

La presenza delle Delta del Jolly Club venne confermata anche per il campionato 1993: pur col disimpegno di Martini, che passò il testimone alla Repsol, ci fu l’ingaggio del campione del mondo in carica Sainz e del veloce ma ancora acerbo Andrea Aghini. Le vetture italiane, nonostante non venissero aggiornate da quasi un anno nonché l’introduzione di nuovi regolamenti (che prevedono, l’altro, l’uso di pneumatici più stretti e l’aumento del peso minimo), rimasero ancora sufficientemente competitive; tuttavia i numerosi incidenti occorsi ai suoi due piloti non consentirono di dimostrare il potenziale dell’auto. A fine anno quindi, con solo alcuni sporadici podi in carniere, si pose definitivamente fine alla carriera della Delta nel Mondiale Rally, anche se nel 1995 la Delta Evo ottenne ancora due vittorie nel campionato del mondo rally FIA 2 litri, all’Acropoli con Aris Vovos e in Argentina con Jorge Recalde.