Il coronavirus ferma i rally italiani e tutte le corse

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Stoppate gare e test di preparazione. “Si comunica che tutte le gare, i test e le manifestazioni automobilistiche organizzate sotto l’egida federale su tutto il territorio nazionale ed in calendario dalla data odierna fino al 1 marzo 2020 sono rinviate a data da destinarsi”

Una notizia clamorosa e senza precedenti, destinata a restare nella storia dell’automobilismo sportivo italiano. La federazione italiana è stata costretta a rinviare tutte le corse automobilistiche sul territorio nazionale per l’epidemia di corona virus tra Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige.

Stoppati anche i test di preparazione alle gare. “Si comunica che tutte le gare, i test e le manifestazioni automobilistiche organizzate sotto l’egida federale su tutto il territorio nazionale ed in calendario dalla data odierna fino al 1 marzo 2020 sono rinviate a data da destinarsi”. Questo recita il comunicato stampa di Aci Sport.

Il rinvio delle competizioni automobilistiche causato dal panico derivato dalla velocità con cui si espande l’infestazione di corona virus è stato un atto dovuto a seguito delle ordinanze emanate da alcune Regioni in applicazione delle disposizioni del Decreto Legge numero 6 del 23 febbraio 2020 e denominato “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, anche a tutela dell’equità sportiva.

Aci Sport annuncia, inoltre, che si riserva la facoltà di provvedere ad ulteriori rinvii senza preavvisi che andranno ben oltre la data dell’1 marzo 2020 qualora l’emergenza dovesse continuare, anche in base alle disposizioni che saranno emanate dal Ministero della Salute ed alle eventuali ulteriori ordinanze di carattere nazionale o regionale.

Come è noto, il nuovo coronavirus (nCoV) è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019. I focolai epidemici si sono registrati in Lombardia, Veneto, Trentino, Piemonte e Liguria.