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I rally salvarono la carriera in F1 di Kimi Raikkonen

I rally salvarono la carriera in F1 di Kimi Raikkonen

Nel 2010, il compagno di Loeb sulla Citroen C4 WRC era Kimi Raikkonen, che aveva concluso il suo contratto con la Ferrari un anno prima e cercava una nuova sfida, nuove emozioni. Sfida ed emozioni che arrivarono grazie alla Red Bull, anche se non al fianco di Sebastian Vettel in F1. Il gigante austriaco delle bibite lo sponsorizzò per correre nei rally, per cui per una stagione Kimi divenne il pilota più pagato nella storia dello sport, ricevendo uno stipendio sia dalla Ferrari sia dalla Red Bull.

Ad appena un paio d’ore di macchina da Hockenheim – decisamente meno se si usa l’autostrada nel modo corretto – c’è una città da cartolina, Trier, vicina al confine con Lussemburgo e Francia. Una tranquilla città universitaria, nota per la sua cattedrale e una quantità di splendide rovine romane: la più celebre è Porta Nigra, la porta originaria della città, costruita tra il 160 e il 200 DC. Non solo è la più grande porta romana a nord delle Alpi, ma è anche una delle meglio conservate. Di conseguenza è l’attrazione turistica più popolare di Trier. E tra i visitatori vip c’è stato persino Kimi Raikkonen, che qui ha conquistato uno dei suoi più importanti successi di sempre. Il più importante, e anche unico, della sua parentesi nel Mondiale Rally: la vittoria della super speciale.

Dal 2002, Trier ospita la prova tedesca del Mondiale Rally, una delle gare preferite da Sebastien Loeb. Anche se Loeb è francese, per molti anni il Deutschland Rally (come è noto) è stato la gara di casa sua, dato che lui viene da Haguenau, subito oltre il confine in Alsazia. In effetti, uno dei molti record di Loeb è il maggior numero di vittorie in un singolo evento del WRC, proprio in Germania: dove ha vinto ben nove volte.

Nel 2010, il compagno di Loeb sulla Citroen C4 WRC era Kimi Raikkonen, che aveva concluso il suo contratto con la Ferrari un anno prima e cercava una nuova sfida, nuove emozioni nei rally. Sfida ed emozioni che arrivarono grazie alla Red Bull, anche se non al fianco di Sebastian Vettel in F1. Il gigante austriaco delle bibite lo sponsorizzò per correre nei rally, per cui per una stagione Kimi divenne il pilota più pagato nella storia dello sport, ricevendo uno stipendio sia dalla Ferrari sia dalla Red Bull.

I rally salvarono la carriera in F1 di Kimi Raikkonen
I rally salvarono la carriera in F1 di Kimi Raikkonen

Dato che la Red Bull sponsorizzava anche l’allora dominante team Citroen Racing, era ovvio che avrebbe corso con loro. Non che il rally fosse una nuova avventura per Kimi, che in precedenza aveva già disputato con successo il Rally di Finlandia (e altre gare), alla guida di una Abarth Grande Punto Super 2000, grazie al suo legame contrattuale con la Ferrari. Anche suo fratello maggiore Rami aveva una macchina da rally quando vivevano in Finlandia, che Kimi ha “preso in prestito” in diverse occasioni.

Kimi Raikkonen ha definito i rally “molto, molto più duri delle gare di Formula 1: in F1 devi pensare a quattordici o quindici curve, nel rally ne hai centinaia, a volte migliaia”. Poi ovviamente vedi quelle curve solo due volte e a bassa velocità durante le ricognizioni pre-gara. Ed è tutto decisamente diverso rispetto quando le affronterai a 100 km/h in più durante il rally vero…

Come ha sottolineato Kimi, lavorare con il roadbook nei rally è stata la parte più difficile. Ma la prova tedesca del Campionato del Mondo Rally lo avvantaggiava, perché conteneva una specie di circuito. La super speciale dedicata al pubblico – che di norma si svolge nel centro delle città, davanti a migliaia di spettatori in tribuna – si svolgeva su un corto tracciato attorno a Porta Nigra. Comunque, un circuito cittadino a tutti gli effetti. E, contro i migliori piloti di rally al mondo, Kimi lo vinse – il suo unico successo in una tappa del Mondiale Rally (a una media di 81,13 km/h).

Quello fu solo il suo secondo rally su asfalto, si classificò al settimo posto della classifica assoluta, non superando quello che era stato il suo miglior risultato, il quinto posto sulla terra del Rally di Giordania a inizio stagione. “Non sono arrivato nei rally puntando a risultati particolari”, disse. “È solo che ho sempre ammirato l’abilità e il coraggio dei rallysti e volevo mettermi alla prova. Vincere la PS in Germania è stato stupendo, ma mi sono divertito molto di più sulla terra”.

Complessivamente, Kimi Raikkonen è stato pilota di rally per due anni, anche se non ha disputato l’intera stagione nel 2011, quando aveva il suo team Ice1 Racing. Poi arrivò la chiamata dalla Lotus per tornare in Formula 1, che lo vide vincere una gara prima della fine dell’anno (in cui detiene il record non solo per il maggior numero di arrivi in una singola stagione, ma anche per più arrivi a punti: 20 arrivi su 20 gare, 19 volte a punti).

Da notare che le nelle sue due stagioni nei rally hanno avuto un ruolo-chiave grazie alle sue prestazioni. “Non si possono paragonare le due categorie o dire che i rally mi abbiano aiutato a guidare meglio in Formula 1”, sottolinea. “Ma quando ho smesso in F1 ero pronto per fare qualcosa di diverso e mettermi alla prova e senza i rally non penso che sarei mai tornato in pista”.

Quindi, fondamentalmente, se Kimi non avesse corso nei rally – in seguito al termine del contratto con la Ferrari – la Ferrari non gli avrebbe poi rinnovato il contratto per l’anno successivo. A volte la vita è proprio strana.