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I 10 rally più combattuti da fine anni Novanta

Carlos Sainz, Rally Portogallo 1998

​​Nella storia del Mondiale Rally sono 10 le gare in cui il distacco tra il vincitore e il secondo è stata inferiore a 2 secondi e mezzo e in metà di queste il gap è risultato addirittura inferiore a un secondo. Un’inezia per una gara costituita da oltre 300 km di prove speciali e almeno più del doppio di trasferimenti. Il mondo dei rally non sfugge a questa regola come dimostra il Rally di Croazia 2021, terzo appuntamento del Mondiale, deciso sul filo di lana dopo una battaglia protrattasi per tre giorni

L’universo delle competizioni motoristiche è ricco di vincitori e sconfitti. Talvolta però ciò che distingue il successo da un amaro secondo posto è un distacco minimo, quasi insignificante, come la differenza che intercorre tra una frenata perfetta e una errata.

Il mondo dei rally non sfugge a questa regola come dimostra il Rally di Croazia 2021, terzo appuntamento del Mondiale, deciso sul filo di lana dopo una battaglia protrattasi per tre giorni, 1.270,59 km includendo tutti i tratti guidati e 2 ore e 51 minuti, considerando solo le prove speciali.

​​Nella storia del Mondiale Rally sono 10 le gare in cui il distacco tra il vincitore e il secondo è stata inferiore a 2 secondi e mezzo e in metà di queste il gap è risultato addirittura inferiore a un secondo. Un’inezia per una gara costituita da oltre 300 km di prove speciali e almeno più del doppio di trasferimenti. Di seguito, in ordine cronologico, la top 10 dei rally decisi in volata.

​1° Rally Portogallo 1998

Un minuto e 21 secondi di ritardo dopo 13 delle 28 speciali possono scoraggiare chiunque, non Carlos Sainz (Toyota Corolla WRC). A 4 Speciali dalla fine lo spagnolo è ancora lontano 30 secondi da Colin McRae (Subaru Impreza WRC98). Li recupera tutti, tranne 2 secondi e un decimo, quelli che premiano il britannico.

Richard Burns al Rally Argentina 1999
Richard Burns al Rally Argentina 1999

2° Rally Argentina 1999

Anche questo rally è deciso con un sorpasso nell’ultima speciale, la Amboy-Santa Rosa de Calamuchita da 21,33 km. Ad imporsi Juha Kankkunen (Subaru Impreza WRC99) con 2,4 secondi sul compagno di squadra Richard Burns. Otto le Speciali vinte dal finlandese, una in meno per il britannico.

3° Rally Nuova Zelanda 2007

Diciotto Speciali, 9 vinte da Sebastien Loeb (Citroën C4 WRC), 8 da Marcus Grönholm (Ford Focus RS WRC 07). Un duello spaziale nel momento clou della stagione. Dopo 12 speciali sono separati da un decimo, dopo 16 da due decimi. Le ultime due se le spartiscono ma il finlandese ha la meglio per 3 decimi.

4° Rally Nuova Zelanda 2010

Ancora più pirotecnico l’andamento di questa gara, grazie a 5 piloti che si alternano in testa. Alla fine la spunta Jari-Matti Latvala (Ford Focus RS WRC 09), trovatosi al comando solo dopo la settima Speciale, con 2 secondi e 4 decimi su Ogier (Citroën C4 WRC), rimasto leader della classifica per 12 speciali prima di essere scavalcato.

5° Rally Argentina 2011

Dopo 4 ore e 4 minuti di lotta, necessari per coprire i 378,15 km delle 19 speciali, Sebastian Loeb (Citroën DS3 WRC) ha la meglio su Mikko Hirvonen (Ford Fiesta RS WRC) per 2,4 secondi. Sebastien Ogier, in testa ad una Speciale dalla fine, deve accontentarsi del terzo posto con l’altra DS3 a 7 secondi e 3 decimi dal vincitore.

6° Rally Giordania 2011

Un rally monco causa problemi logistici e il meteo avverso. Ogier (Citroën DS3 WRC) si mantiene in testa per 10 Speciali ma nella penultima incassa 5’’8 da Jari-Matti Latvala (Ford Fiesta RS WRC) che lo scavalca di mezzo secondo. Nella Power Stage nuovo ribaltone con il francese che gli dà 7 decimi, beffandolo per 2 decimi.

7° Rally Argentina 2017

Sette anche i decimi che separano i due migliori di questo rally, però su una maggiore distanza. Elfyn Evans (Ford Fiesta RS WRC 2017) si porta in testa già alla seconda Speciale e prosegue con un margine rassicurante fino alla quint’ultima. Poi si fa vivo Neuville (Hyundai i20 Coupe WRC) fino a completare il sorpasso per 7 decimi.

8° Rally Sardegna 2018

A 6 Speciali dal termine Sebastien Ogier (Ford Fiesta RS WRC 2017) ha appena 6 secondi e 8 decimi su Thierry Neuville (Hyundai i20 Coupe WRC). Il belga ne vince una, poi la seconda, quindi la terza, la quarta e la quinta: il gap è sceso a 8 decimi. Neuville infila la sestina nell’ultima Speciale e mette la freccia per 7 decimi.

9° Rally Monte Carlo 2019

Non tutte le rimonte vanno a buon fine. Ne sa qualcosa Thierry Neuville (Hyundai i20 Coupe WRC) che conquistando la penultima Speciale arriva ad appena 4 decimi da Ogier (Citroën C3 WRC). Nell’ultima però il francese si difende con i denti: precede il rivale e così riesce a batterlo di 2 secondi e 2 decimi.

10° Rally Croazia 2021

Quando Sebastien Ogier (Toyota Yaris WRC) è scavalcato alla terz’ultima Speciale dalla vettura gemella di Elfyn Evans arriva a pensare che la vittoria è andata. Una convinzione rafforzata dopo la penultima perché ci sono 3’’9 a separarli. Ma nell’ultima il britannico sbaglia traiettoria e finisce per perdere per 6 decimi.

Considerazioni finali

Anche nel mondo dei rally quindi ogni elemento può fare la differenza è tra questi i freni ha un ruolo estremamente significativo. Come molti di voi avranno notato, alcune di queste gare si sono disputate su asfalto, altre sulla terra mentre il Rally di Monte Carlo si è corso con condizioni miste, in parte su asfalto pulito, in parte su neve e ghiaccio.

Al variare delle superfici e delle temperature variano anche gli assetti delle auto, così come la scelta degli pneumatici e persino l’impianto frenante. Quest’ultimo è infatti condizionato dal grip, dalla tortuosità del tracciato e dalla presenza di discese.

A cambiare è anche lo stile di guida, frenata inclusa. Sullo sterrato i piloti sono soliti correggere continuamente la linea della vettura, impiegando di continuo il freno. Ciò non lascia “ciclare” l’impianto frenante che è invece sempre sotto pressione: non c’è quindi abbastanza tempo per il raffreddamento dello stesso.

​Sullo sterrato non servono dischi di grandi dimensioni perché generalmente non esistono frenate secche: il diametro dei dischi Brembo usati nel 2021 dalle vetture WRC è di 300 mm e lo spessore compreso tra 25,4 mm e 28 mm.

Nelle gare meno impegnative si usano i dischi superleggeri perché non serve tutto il materiale di cui invece si ha bisogno nelle gare in cui i freni sono più sollecitati. Anche le pastiglie a base ceramica sono più soft rispetto a quelle da asfalto in modo da evitare il bloccaggio delle ruote: il materiale è l’RB330.

Nei rally su asfalto invece è solitamente veloce chi è capace di una guida molto pulita, contraddistinta dal minor numero possibile di correzioni. In queste gare i tracciati prevedono anche alcune frenate secche di grande intensità: la coppia frenante in gioco è quindi molto elevata.

Per questo motivo nelle gare sull’asfalto i dischi freno Brembo con fascia frenante in ghisa sono di dimensioni maggiori rispetto a quelli delle gare su sterrato: il diametro è di 370 mm e lo spessore va da un minimo di 30 mm ad un massimo di 32 mm. I 370 mm sono la scelta obbligata all’anteriore mentre per il posteriore alcuni costruttori hanno omologato anche dischi da 355 mm e 320 mm. Le pastiglie sono sempre con base in ceramica ma più aggressive di quelle usate sullo sterrato.