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Gustavo Trelles: tecnica e abilità per un eclettico rallista

Gustavo Trelles, Lancia Delta

Con la 5 GT Turbo Gruppo N e con alle note Daniel Muzio è al via e all’arrivo di nove gare: settimo al Costa Brava, nono al Platja d’Aro, sesto al Cajalicante, settimo al Villa de Llanes, decimo al Corte Inglés, nono alle Canarie, quarto al Principe de Asturias, sesto al San Froilán, ottavo al Catalunya e quinto al Valeo. Chiude l’annata al sesto posto assoluto della graduatoria generale del Campionato Spagnolo Rally. A questo punto è una promessa e non sfugge d’occhio a Cesare Fiorio. Dal 1988, in sostanza, diventa un pilota uruguaiano di adozione italiana che corre nella serie spagnola su terra. A parte alcune gare iridate che disputa con la Mazda.

Uno dei rallysti uruguaiani più dotati di tecnica e abilità. Sicuramente il più eclettico. Gustavo Trelles, originario di Minas, dove viene alla luce il 15 novembre del 1955, nel 1981 debutta in una gara di Mondiale Rally. Guida da due anni: il suo esordio risale al 1978, quando termina al diciottesimo posto del Vuelta a la America del Sud con la Ford Escort RS 1800 MkII e con alle note Domingo de Vitta.

Nel 1981 fa una capatina nel WRC, forte del terzo assoluto al Gran Premio 19 Capitales, con la Fiat 127 e navigato da Luìs Caulim. Con la Fiat 147 (non è un errore) si piazza al secondo posto assoluto del Rally del Brasile iridato. E poi di nuovo terzo al Gran Premio Aca Cordoba in Argentina. A fine stagione compare nella classifica iridata, al trentatreesimo posto. Per problemi economici nel 1982 e nel 1983 corre poco e nulla. Sostanzialmente è appiedato.

Per la stagione 1984 riesce a mettere su un programma di tre gare. Sulla PS2 San Ignacio-Santa Monica del Rally d’Argentina si rompe il riduttore della Ford Escort RS 1600. Addio arrivo iridato per lui e per Ricardo Ivetich. Poi partecipa al Rally Minas e al Piriapolis con la Fiat 125. A parte un altro ritiro iridato in Argentina si aggiudica il Plaza Rally in Brasile 1985, con la Escort RS. L’anno successivo è primo in Spagna al Vendimi con la Renault 5 GT Turbo, undicesimo in Argentina con la Escort RS 1600, nono al Valeo e costretto ad uno stop forzato al Sol con la vettura francese.

Queste prestazione gli valgono una stagione intera con Renault nella serie iberica. Con la 5 GT Turbo Gruppo N e con alle note Daniel Muzio è al via e all’arrivo di nove gare: settimo al Costa Brava, nono al Platja d’Aro, sesto al Cajalicante, settimo al Villa de Llanes, decimo al Corte Inglés, nono alle Canarie, quarto al Principe de Asturias, sesto al San Froilán, ottavo al Catalunya e quinto al Valeo. Chiude l’annata al sesto posto assoluto della graduatoria generale del Campionato Spagnolo Rally. A questo punto è una promessa e non sfugge d’occhio a Cesare Fiorio. Dal 1988, in sostanza, diventa un pilota uruguaiano di adozione italiana che corre nella serie spagnola su terra. A parte alcune gare iridate che disputa con la Mazda.

Alternando la Delta HF 4WD alla Integrale nelle prime due gare europee e disputando quelle nazionali con la S4, Trelles è ottavo al Costa Brava, in Portogallo la macchina va a fuoco, a Lloret de Mar si spacca una sospensione. Al Safari, navigato da Loris Roggia sulla Mazda 323 WD, lo ferma un problema tecnico. Ritorna sulla Delta e vince Cósta Cálida ed è secondo a La Rioja. All’Acropolis spacca il turbo della Mazda sulla PS15 Klepa. Ad Avilés è secondo e sigla il terzo assoluto al Lana valido per l’Europeo con la Opel Kadett GSi.

Bene nel Mondiale Rally Produzione

Nel Mondiale Rally continua ad esser perseguitato dalla sfortuna e rompe lo sterzo in Argentina sulla PS2 Villa Icho Cruz-Cavalango. Si aggiudica Toledo e fa segnare la diciassettesima migliore posizione al Rally di Sanremo valido per il massimo campionato internazionale. Nel Campionato Spagnolo su terra si aggiudica ancora Balaguer e Madrid, oltre che il titolo, mentre a fine anno è costretto al ritiro al Rac. La Mazda si ferma sulla PS30 Kielder Pundershaw per un incidente che non le consente più di proseguire la corsa.

La stagione successiva riuscirà ad essere il terzo del Mondiale Produzione grazie ad un ventisettesimo piazzamento assoluto in Svezia (terzo PWRC), decimo in Portogallo (quarto PWRC), ventesimo all’Acropolis (ottavo PWRC), settimo in Argentina (primo PWRC) e quindicesimo al 1000 Laghi (primo PWRC). Inoltre, vince Costa Cálida, Álava, Ciudad de Lugo de Tierra, Toledo, Cordoba e Madrid. Non pago di una stagione davvero faticosa, prima di Natale passa dal Memorial Bettega e si piazza terzo con l’Audi Quattro.

Si aggiudica nuovamente la serie spagnola nel 1990 – con la S4 centra cinque successi di fila su terra – ed è secondo del Mondiale Produzione al termine del campionato. La seconda corsa interamente con i colori della Lancia. Con la Delta 16V Gruppo N si piazza undicesimo assoluto in Portogallo, nono all’Acropolis, settimo in Nuova Zelanda, quindicesimo al 1000 Laghi e al Sanremo. È in testa alla serie riservata alle vetture cosiddette di serie, quando è costretto al ritiro in Costa D’Avorio e al Rac per un incidente sulla PS13 Dalby.

Nel 1991 partecipa a quattordici rally in Spagna e trova anche il tempo di essere al via del Sanremo (si ritira per rottura motore) e in Argentina (ottavo assoluto). Questa stagione guida solo la Delta Integrale 16V, ma passa dalla Gruppo N alla Gruppo A. Trelles non sembra patire il cambio di categoria: quattro successi, tre secondi posti, quattro terzi piazzamenti (di cui due in gare dell’Europeo come Corte Inlgés e Principe de Asturias. Suo anche un ottavo posto in Argentina. A fine stagione è terzo nella serie su terra e seconda nel campionato assoluto spagnolo.

Il 1992 è l’anno in cui, finalmente, l’Argentina gli regala le dovute soddisfazioni. Terzo assoluto. Trelles sale sul podio iridato per la prima volta in carriera navigato da Jorge Del Buono. Per il resto, la sua stagione si concentra sul Campionato Spagnolo Rally: quattro vittorie, un secondo e due terzi posti (il settimo miglior tempo del Catalunya vale il terzo assoluto della serie nazionale) gli consegnano un altro titolo iberico. È la consacrazione. Dall’anno dopo, si abbassa il ritmo. Vince il Corte Inglés valido per l’Europeo, è quinto all’Acropolis, quarto in Argentina, settimo in Nuova Zelanda e sesto al Catalunya.

Solo due gare concluse nel 1994 – con un secondo posto al Corte Inglés e un settimo ad Antibes – e quattro ritiri per problemi elettrici e di motore. La sua vettura di riferimento resta sempre la Lancia Delta HF Integrale, ma a fine stagione si concede un’uscita al Catalunya con la Escort RS Cosworth. Stagione interlocutoria per problemi di budget quella 1995, che lo vede in sole quattro gare, con due posizioni d’onore all’YPF Argentina (Delta HF Integrale) e a Madeira (Subaru Impreza 555) e due seste piazze al Sanremo (Subaru Legacy RS Turbo 4WD) e al Catalunya (Toyota Celica GT-Four).

Gustavo Trelles
Gustavo Trelles a Rallylegend

Trelles è Campione del Mondo Produzione

Diventa campione del mondo Produzione nel 1996. A parte la gara in Svezia con la Impreza WRX Gruppo N, dall’Indonesia fino al Catalunya, passando per Acropolis, Argentina, 1000 Laghi, Australia e Sanremo, corre con la Mitsubishi Lancer Evo III Gruppo N. Il peggior piazzamento è il quinto di categoria in Australia. Si ripete nel 1997. Sempre con la Lancer Evo III è campione del mondo Produzione. Vince la categoria al “Monte”, è quarto in Svezia, primo in Portogallo, al Catalunya, in Argentina, all’Acropolis e in Nuova Zelanda, oltre che quarto in Finlandia.

A Sanremo si ritira per incidente. Sulla PS17 Porri, dopo una decina di chilometri dall’inizio della prova speciale, sbatte irrimediabilmente. E secondo te, chi vince il Mondiale Produzione nel 1998? Sempre Trelles. E sempre con la Lancer, ma alternando la Evo IV alla Evo V. E come copilota Martin Christie a Jorge Del Buono. E nel 1999? Sempre lui, per la quarta volta consecutiva e alternando la Evo V alla Evo VI.

Si calma un po’ nel 2000 quando con tre successi di categoria in Argentina, a Cipro e in Australia, cinque piazze d’onore tra Monte-Carlo, Catalunya, Acropolis, Nuova Zelanda e Tour de Corse, e una terza posizione a Sanremo, si “accontenta” del secondo posto nel PWRC.Non è che gli piaccia ripetersi, ma è uno a cui piace vincere. E quindi, al termine di una stagione 2001 al fulmicotone, si ritrova di nuovo in seconda posizione finale nel Mondiale Produzione. La luce dell’astro nascente è offuscata. Si difende in Svezia con la Evo VI e al Tour de Corse con la Evo II e anche a Cipro e in Argentina. Ma alla fine è settimo nel PWRC.

È arrivato anche per lui, dopo una carriera trentennale, il momento di dire basta. A fine stagione appende il casco al chiodo e ripone guanti e tuta ignifuga nel cassetto dei ricordi. Disputerà quattro gare nel 2010 con la Evo IX, con la Evo X e con la Porsche 911 Carrera RS 3.0 e festeggerà il successo assoluto all’Atlantico. Da quel momento, come accade a molti “ex”, si concede qualche rally storico. Nel 2011 è secondo al Tuscan e al Lana, partecipa al Rallylegend e poi prepara un 2012 di quattro gare con la Toyota Celica GT-Four e la Porsche 911 SC, vincendo il Memorial Conrero e Rallylegend Mith.

Il 2013 lo si vede “giocare” e vincere il Rallylegend, dopo il terzo posto del Lana. La gara biellese gli piace sin da quando era giovane. E così torna anche l’anno successivo. Sempre con la gran turismo bavarese. È settimo. Nel 2015 è al lana Storico, dove si ritira, e al Legend. Nella gara sammarinese, disputata con quel vecchio amore che è la Delta HF Integrale, si piazza sesto. Per lui, gara organizzata da Vito Piarulli diventa una fissazione, com’era il Rally d’Argentina. Torna nel 2016 e anche nel 2017, quando è terzo nella categoria Myth con la Delta Integrale 16V.