Giorgetto Giugiaro: ”Alla Delta, Agnelli preferiva la Ritmo”
Posologia dell’articolo: da leggere seduti, lontani da armi bianche e corpi contundenti. Se avete bevuto, salvatelo e leggetelo domani. Altrimenti, respirare profondamente e moderate i commenti perché non sempre si può dire tutto ciò che si pensa. Per Giorgetto Giugiaro, la rovina della Lancia è stata la famiglia Agnelli. “Mi disse che la Fiat Ritmo gli sembrava una macchina più avanzata, diciamo che non l’apprezzò moltissimo”
La domanda posta il 13 settembre 2019, nel giorno del quarantennale della Lancia Delta, da Storie di Rally ha trovato risposta domenica il 15 settembre 2019. ‘La sfortuna di Lancia è stata la Fiat: Agnelli alla Delta preferiva la Ritmo’, lo ha confessato Giorgetto Giugiaro.
Oramai, quarant’anni dopo, Giorgetto Giugiaro non ha più nulla da perdere. Così ha scelto il quotidiano di Torino CronacaQui per rompere il silenzio e rispondere indirettamente ad una domanda che abbiamo posto alcuni giorni fa: chi ringraziamo nel quarantesimo del compleanno della Delta per come sono andate le cose?
Giugiaro spiega in un’intervista senza sconti e aplomb torinese che a Umberto Agnelli piaceva la Ritmo e non la Delta. Va da sé che, per come sono andate le cose, il sarcastico ringraziamento che avremmo voluto inviare va diretto alla famiglia Agnelli. Nel giorno del quarantennale di una delle vetture più iconiche della storia, la Delta, il suo creatore, parla della gloria appositamente offuscata del marchio Lancia da parte della famiglia Agnelli.
E inevitabilmente parla anche di un territorio, il Piemonte e il Torinese, che ha smarrito slancio, creatività, obiettivi e che di conseguenza tende ad annegare in risultati mediocri. “Quel giorno ero presente e assieme a me c’era anche il dottor Umberto Agnelli”, dice Giugiaro al quotidiano torinese.
E prosegue: “Mi disse che la Fiat Ritmo gli sembrava una macchina più avanzata, diciamo che non l’apprezzò moltissimo. Il paragone lo fece perché la Delta nacque utilizzando proprio il telaio della Ritmo con delle varianti dettate dai responsabili Lancia che volevano una vettura più sportiva”.
“Da creativo mi fa piangere il cuore vedere questo marchio che tutti ci invidiavano così snobbato. Lo hanno lasciato andare senza orgoglio. L’apparato Fiat non è mai stato determinato nei confronti di Lancia, hanno sempre pensato di realizzare le vetture con un occhio di riguardo al portafoglio e adottando un atteggiamento sbrigativo sia nel design che nello sviluppo, soprattutto dalla Thema in poi”.
Non ci si può credere che sia proprio Giorgetto Giugiaro a svelare questa verità. Il Cavaliere del Lavoro ha aggiunto, parlando con CronacaQui, che “la vera sfortuna della Lancia è essere finita nelle mani della famiglia Agnelli. Dico questo perché sembra che non abbiano mai avuto la percezione di quanto Lancia dovesse essere trattata con cura”.
Giugiaro racconta ancora: “Quando nella metà degli anni ’70 la Volkswagen mi incaricò di progettare la Golf come erede del Maggiolino, in fabbrica tenevano una Fiat 128 tutta smontata per studiarla. Allora l’azienda della famiglia Agnelli era all’avanguardia e anche Torino veniva percepita da tutti come un modello di città da seguire in ottica industriale”.
E poi chiude con una riflessione importantissima e disgraziatamente vera: “Ormai i grandi gruppi finanziari non badano più al valore storico di un brand, soprattutto in casi come questo dove il prestigio è solo un lontano ricordo. Speriamo almeno che l’errore commesso con Lancia non si ripeta con Alfa Romeo, un altro marchio favoloso che però non ha più né i mezzi né l’orgoglio di un tempo“.