Furbizie contro furbate: il pesce abbocca
Ci troviamo all’assistenza; tra pochi minuti dobbiamo passare al C.O.; poi tra cinque chilometri bivio a destra e partenza della prova speciale; nessun problema per quanto concerne il C.O. successivo; la stessa vettura di assistenza dovrà spostarsi e riprenderci dopo la PS. Il belga parte un minuto dopo di noi; piove a dirotto. Prendo da parte il capomeccanico e gli dico di aspettarmi al punto stabilito dopo la speciale a qualunque costo, qualsiasi cosa gli dovessero dire; poi parto.
Prova di Campionato Europeo in Francia. Mi trovo in testa alla classifica con una manciata di secondi su un pilota belga che correva per una Casa francese, e alcuni minuti sul terzo. La penultima prova speciale è la scalata al Ballon d’Alsace, una strada larga, tutta in salita. Poiché la vettura del mio avversario è molto più leggera e veloce della mia nel tratto in salita, capisco che non ho chances. Bisogna inventare qualcosa.
Ci troviamo all’assistenza; tra pochi minuti dobbiamo passare al C.O.; poi tra cinque chilometri bivio a destra e partenza della prova speciale; nessun problema per quanto concerne il C.O. successivo; la stessa vettura di assistenza dovrà spostarsi e riprenderci dopo la PS. Il belga parte un minuto dopo di noi; piove a dirotto. Prendo da parte il capomeccanico e gli dico di aspettarmi al punto stabilito dopo la speciale a qualunque costo, qualsiasi cosa gli dovessero dire; poi parto.
Al C.O., sotto lo sguardo attento del mio avversario, “tiro” una bella grattata con il cambio e mi avvio. Giunto in prossimità del bivio, aspetto una quarantina di secondi fermo poi, nonostante la pioggia, scendo e mi sdraio sotto la macchina.
Quando dopo poco arriva, il belga si ferma e mi chiede cosa succede; gli rispondo che ho seri problemi al cambio e gli chiedo se, per favore, si può fermare alla mia assistenza dopo la P.S. per dire di venirmi a rimorchiare; naturalmente mi dice che gli dispiace molto e si allontana con il sorriso sotto i baffi!
Io risalgo in macchina, tranquillizzo il mio coequipier ignaro che ormai pensava di doversi ritirare, aspetto che passino un altro paio di concorrenti mentre mi riasciugo per bene, poi mi avvio alla partenza della prova.
L’amo era stato lanciato; il pesce avrebbe dovuto abboccare perché avendo un buon margine di vantaggio sul terzo in classifica, sarebbe stato stupido rischiare più di tanto alla penultima speciale.
Da parte mia, non mi restava che attaccare al massimo e poi andare a vedere cosa sarebbe successo. Risultato: primi nella speciale e primi al termine della gara. Il nostro amico? Ritirato. Non ho mai saputo se per guasto meccanico o per ricovero al neurodeliri!”
Tratto da Come guidare nei rally, di Sergio Barbasio – campione d’Italia 1971 e 1972
