,

Ford Fiesta XR2 Gruppo 2: ti tenta tre volte tanto

ford fiesta xr2, rally montecarlo 1979

La comparsa della Fiat 128 aveva infatti reso obsoleta la Ford Escort a trazione posteriore e l’imminente lancio delle più piccole Fiat 127 e della Renault 5 rischiava di togliere alla Ford altre quote significative sul mercato europeo. Il nome in codice del progetto fu “Bobcat”, il quale prevedeva anche la costruzione di nuovi impianti di produzione e la progettazione di nuove tecnologie.

Due Ford Fiesta XR2 furono schierate in Gruppo 2 dal Costruttore nel Rally MonteCarlo del 1979, la prima vedeva a bordo la coppia composta da Roger Clark e Jim Porter, mentre la seconda Ari Vatanen e David Richards. Entrambe le vetture furono modificate con componenti da competizione e possedevano della tecnologia innovativa per il tempo, come il differenziale a slittamento limitato. Le auto vennero motorizzate con una versione elaborata del 1.6 litri Kent ed ebbero un buon comportamento su neve e ghiaccio.

In realtà, la Fiesta era in produzione dal 1976 e piaceva davvero tanto ai rallysti di fine primo periodo, il momento in cui i rally stavano per subire un’altra trasformazione, quella che li avrebbe portati a vivere l’epoca d’oro del rallysmo. Per capire meglio il contesto di nascita, si pensi che la Fiesta ha debuttato nello stesso anno in cui British Airways e Air France hanno inaugurato il servizio transatlantico con il nuovo aereo supersonico, il Concorde. Era anche l’anno in cui veniva fondata la Apple Computer.

Chi avrebbe potuto immaginare che trent’anni più tardi, il sogno del Concorde del trasporto aereo supersonico su base normale sarebbe stato cancellato, Apple sarebbe diventato un nome familiare, e una nuova Fiesta sarebbe stata lanciata per la generazione iPod? Facendo un passo indietro, la storia di questa utilitaria da rally risale al “Progetto Fiesta”, un foglio bianco con un disegno che mise d’accordo tutti alla fine del 1969, quando il presidente della Ford Division Lee Iacocca decise di realizzare una vettura compatta, a basso costo, da vendere in Europa.

La comparsa della Fiat 128 aveva infatti reso obsoleta la Ford Escort a trazione posteriore e l’imminente lancio delle più piccole Fiat 127 e della Renault 5 rischiava di togliere alla Ford altre quote significative sul mercato europeo. Il nome in codice del progetto fu “Bobcat”, il quale prevedeva anche la costruzione di nuovi impianti di produzione e la progettazione di nuove tecnologie. Il primo passo fu cercare di costruire un nuovo impianto di assemblaggio ad Almussafes (provincia di Valencia) con l’appoggio del Re Juan Carlos, appena incoronato sovrano.

Nel frattempo, ingegneri e designer lavorarono sulla vettura, il cui primo prototipo era già pronto nel 1970. In particolare vari centri stile americani ed europei, per esempio quelli di Dunton in Gran Bretagna, di Colonia in Germania e la Ghia di Torino, crearono delle maquette basandosi sui dati comunicati dagli ingegneri. Questi ultimi vennero esposti in segretezza a Losanna (Svizzera) a clienti di vari mercati europei, in modo tale da testare l’opinione pubblica. Il prototipo scelto, dal quale discende l’aspetto esteriore della Fiesta serie 1 fu quello denominato “Wolf” e realizzato dalla Ghia a Torino su disegno di Tom Tjaarda e Paolo Martin.

Nel dicembre 1973, in seguito alla crisi petrolifera, il Comitato di Direzione Ford approvò “Progetto Bobcat”, mentre la costruzione del nuovo impianto di Valencia iniziò il mese successivo. Il nome Fiesta non venne scelto fino al 1974, quando la Ford restrinse l’iniziale lista di 50 nomi a 5: Bravo, Fiesta, Amigo, Strada e Pony. Sebbene Bravo fosse il nome voluto dalla dirigenza per la nuova utilitaria dell’Ovale blu, Henry Ford II optò per Fiesta in quanto era una parola dinamica, allegra e che omaggiava la nuova alleanza tra Ford e Spagna.

Il famoso giornalista dell’auto, Edouard Seidler, nel suo libro “Let’s Call it Fiesta”, (“Chiamatela Fiesta”) ha narrato il momento in cui Ford si è assunto la responsabilità definitiva, chiudendosi nel suo ufficio al 12mo piano del Centro Direzionale Ford a Dearbon, dove ha cominciato a passeggiare avanti e indietro, recitando ad alta voce i nomi suggeriti. Alla fine Mr.Ford ha scelto Fiesta come il migliore: “Ford e Fiesta vanno bene insieme”, disse Mr. Ford. “E’ colorito e dinamico. Bobcat si chiamerà Fiesta”.

In totale sono sette le serie della Fiesta realizzate nel periodo che va dal 1976 al 2023, anno di fine produzione del modello, costretta a lasciare spazio alla Ford Puma. In questo articolo parleremo solo delle prime due serie, le cosiddette MKI ed MKII. Delle altre Ford Fiesta ne abbiamo parlato in Ford Fiesta WRC geni da combattente, M-Sport prepara la Ford Fiesta Rally3, R2 addio: nella nuova piramide arriva la Fiesta Rally4, Ford Fiesta WRC Plus: la supercar nata da un foglio bianco, La Ford Fiesta R5 è una delle vetture più vincenti di M-Sport, il debutto della Ford Fiesta RS WRC 1,6 litri turbo 4×4.

ford fiesta xr2, rally montecarlo 1979 (2)
Vatanen-Richards, Ford Fiesta XR2, Rally Montecarlo 1979

Ford Fiesta MKI o prima serie

Presentata nell’estate 1976, la prima Fiesta era disponibile in tre versioni. Il modello d’ingresso era equipaggiato con un motore 1.0 litri di appena 40CV, a fronte di un prezzo particolarmente competitivo. La gamma era completata da una versione da 45CV, mentre al vertice, il modello Ghia con motore 1.1 litri da 53CV, che per la prima volta proponeva in questa classe un equipaggiamento di lusso proprio di vetture di classe superiore.

I consumi ridotto hanno rappresento uno degli elementi chiave del successo Fiesta, ma certamente non il suo unico punto di forza. Grazie a un’innovazione tecnologica degna di nota, Fiesta ha dimostrato che la misura di un’automobile non è legata unicamente alle sue dimensioni.

Con un peso di appena 700 kg, era tra le automobile più leggere nella sua categoria, ma il suo spazio di carico di 1.2 m 3 era il più grande nella sua classe. Aveva la migliore visibilità esterna e il design più aerodinamico, che le assicurava un notevole vantaggio nei confronti della concorrenza.

Molte delle sue innovazioni erano d’avanguardia. Il comportamento in caso d’urto era stato ottimizzato grazie all’utilizzo dei primi programmi di simulazione da parte degli ingegneri Ford. La griglia anteriore fungeva da spoiler: alle velocità più basse consentiva al flusso d’aria di penetrare all’interno, mentre alle velocità più elevate deviava il flusso d’aria sul cofano motore. Questo sistema, brevettato da Ford, ha contribuito al raggiungimento di un Cx 0,42, il migliore nel segmento, che a sua volta ha contribuito a ridurre i consumi a un livello incredibile. A una velocità costante di 90 km/h, la versione 1.0 litri da 40 CV consumava 5,6 litri/100 km, 8,2 litri/100 km a 120 km/h e 7,9 litri/100 km in città.

Il treno anteriore della Fiesta presentava una costruzione rivoluzionaria dell’assale – un brevetto che Earle S.Mac Pherson, dapprima ingegnere e poi Vice Presidente di Ford Motor Company, aveva registrato nel 1949. L’assale posteriore prevedeva un sistema anti-dive di nuova progettazione. Ai clienti più orientati verso una guida sportiva, venne offerta la Fiesta “S”, con sospensioni più rigide e una barra stabilizzatrice anteriore finalizzata a resistere alla forza laterale.

Dotazioni come parabrezza di sicurezza, cinture di sicurezza automatiche con fissaggi regolabili in altezza, e lunotto posteriore riscaldato, erano già di serie sulla prima generazione Fiesta. La lunga lista di optional, all’epoca capace di allettare persino gli acquirenti di vetture di lusso, prevedeva tutta una serie di tettucci in cristallo trasparenti (e rimovibili).

Nel corso 1976, mentre la produzione entrava a regime, Ford ha venduto 67.172 Fiesta, e la rivista tedesca ” Bild am Sonntag” ha assegnato a Fiesta il suo ambito trofeo del “Volante d’Oro”. Nel 1977, primo anno completo di produzione, Fiesta ha raggiunto le 350.000 unità.

Una quota delle nuove immatricolazioni Fiesta del 1997 venne assorbita dal mercato nordamericano. Negli USA, Fiesta è stata venduta per quattro anni, fino all’arrivo della nuova Escort all’inizio degli anni Ottanta. Durante questo periodo, circa 300.000 Fiesta sono diventate le ambasciatrici delle Ford Europee presso i clienti americani, dimostrando funzionalità, praticità e piacere di guida della compatta Ford.

Nel 1978, Fiesta ha ottenuto il premio “British Design Council Award” ed è risultata la vettura dell’anno secondo i lettori della rivista tedesca ” Mot”. Le vendite sempre sostenute nel 1978, 1979 e 1980, hanno determinato un primo “picco” nel carriera commerciale di Fiesta. In effetti, Fiesta aveva toccato un nervo vitale in Europa!

Nel mese di Gennaio 1979, Fiesta ha festeggiato la produzione del primo milione di esemplari, un nuovo record per Ford. Una seconda pietra miliare, nella storia iniziale di Fiesta, è stato registrata 11 giorni più tardi, quando al Rally di Montecarlo, una delle gare clou dell’automobilismo sportivo, si è presentata al via una Ford Fiesta, con al volante l’asso finlandese Ari Vatanen.

La vettura da gara era stata sviluppata in tempi strettissimi, e in circostanze molto difficili, visti gli scioperi in atto nell’industria britannica. Quella “Fiestissima”, che pesava 800 kg, adottava un motore 1.6 litri, con accensione elettronica, lubrificazione a carter secco, alimentato con carburatori Weber doppio corpo, capace di 155 CV a un regime di 7.250 giri/min, a dispetto dell’albero a camme laterale. La vettura era dotata di un cambio a quattro marce con rapporti ravvicinati, realizzati ad hoc, e di un differenziale autobloccante meccanico-idraulico. Questa compatta da rally ottenne un sensazionale decimo posto assoluto nella gara d’esordio.

I fans della Fiesta sportiva furono subito messi in grado di condividere lo spirito del successo a Montecarlo, grazie a uno specifico kit commercializzato dai concessionari Ford. Base per la preparazione era il modello 1.3 litri da 66CV, la cui potenza veniva elevata a 75 CV, per una corrispondente guida assai più vivace, con carburatori Weber doppio corpo, collettore di scarico e silenziatori opportunamente modificati. Il motore era montato in posizione ribassata di 25 mm, i bracci della sospensione modificati e le pastiglie dei freni più sportive contribuivano alle prestazioni dinamiche.

Al Salone di Ginevra 1980 è apparsa anche la “Super S”, una “muscolosa” Fiesta sportiva, caratterizzata da telaio ribassato, carreggiate più ampie, cerchi in lega leggera e pneumatici a profilo ribassato 185/60, capaci di assicurare un’eccezionale tenuta in curva. Gli spoiler anteriore e posteriore le assicuravano un’accurata aerodinamica, mentre altri “tocchi” caratteriali erano assicurati dai parafanghi allargati e dalle “strisce” lungo le fiancate e il posteriore. All’interno del raffinato abitacolo, spiccavano tra gli altri i sedili di forma sportiva con poggiatesta integrati. Questa compatta sportiva, un’autentica trendsetter! era offerta con una duplice scelta di motorizzazione: 1.1 litri da 55CV o ” 1300″ con 66CV, entrambi compresi in una forbice di prezzo quanto mai accessibile.

In effetti, la “Super S” (Supersport in Gran Bretagna) ha fatto da battistrada alla prima Fiesta XR2 – una versione 1.6 litri da 84 CV della vettura lanciata nel 1981. Con l’assetto e l’handling decisamente personalizzati dallo SVO – il Reparto Special Vehicle Engineering – di Ford con base a Dunton, che già poteva vantare una grossa reputazione nell’ambito delle vetture sportive Ford come la Capri 2.8 Injection, l’ XR2 aveva in sé la radici dell’impegno per la qualità di guida Ford. Tratti caratteristici esterni segnalavano le sue prestazioni superiori – i cerchi in lega “pepper pot”, i faretti montati sul paraurti, gli spoiler anteriore e posteriore, e uno specifico rivestimento interno. La prima XR2 è ora una ricercatissima “after-classic”.

L’XR2 ha pure costituito la base per la concept-car Ghia Barchetta, un’elegante e giovanile biposto, creata dallo studio Ghia, che è stata presentata in prima assoluta al Salone di Francoforte del 1983. La concept-car Ghia Barchetta avrebbe poi ispirato la Mercury Capri di serie, prodotta in Australia, e destinata al mercato USA.

Nel 1980 la prima generazione ha raggiunto il suo picco massimo, con 435.155 Fiesta vendute in Europa. Di fatto, Fiesta ha venduto di più persino della sua sorella maggiore, la Ford Escort, che era stata nominata “Auto dell’Anno”.

L’anno 1981 ha visto due pietre miliari, con Valencia che ha festeggiato la costruzione della sua milionesima Fiesta, mentre nel mese di marzo, Ford ha celebrato il traguardo dei due milioni di unità prodotte in Europa. Ed è stato un nuovo ulteriore record, dal momento che il traguardo dei due milioni di unità era stato raggiunto in meno di cinque anni di produzione!

Per il quarto anno consecutivo, i lettori della rivista ” Mot” hanno votato Fiesta come loro auto dell’anno “Auto der Vernunft”. I consumi più bassi erano in testa alla lista dei criteri di scelta, ulteriormente supportati dall’economia nei costi di gestione, il prezzo d’acquisto vantaggioso, l’elevato valore residuo e lo stile attraente e accattivante.

Ancora alla vigilia della fine del suo ciclo, la prima generazione Fiesta è riuscita a completare la sua serie di record di vendita. Grazie ai riusciti ritocchi di dettaglio introdotti nel 1982 all’interno e all’esterno della vettura, Fiesta è stata ancora una volta l’automobile più venduta della sua categoria in Gran Bretagna e in Germania, esattamente come era avvenuto per ogni anno completo dopo il lancio.

ford fiesta xr2 seconda serie foto projectbobcat.com
Ford Fiesta XR2 seconda serie – Foto ProjectBobcat.com

Ford Fiesta MKII o seconda serie

Nel mese di Settembre 1983, Ford lancia Ford Fiesta Mk II. La seconda generazione di Fiesta è decisamente migliorata, riprende i punti di forza del modello originale, ispirandosi alle linee stilistiche della Ford Sierra. Tra le altre, il cofano motore spiovente, le strette prese d’aria, i “tagli” arrotondati e la nuova forma dei fari. Tutti questi elementi, non solo hanno garantito a Fiesta una certa affinità con la sua parente più grande, ma ne hanno anche migliorato l’aerodinamica.

Il coefficiente aerodinamico è stato ridotto da 0,42 a 0,40, e con esso il rumore del vento e il consumo. In questo caso, ha avuto un ruolo importante anche una quinta marcia più lunga.

Anche i livelli di comfort sono stati ulteriormente elevati. L’interno è stato rilavorato a partire dal pavimento, portandolo al vertice della categoria compatte. Seguendo i più recenti sviluppi dell’ergonomia, l’interno è stato suddiviso in altrettante zone a seconda della funzione, ed equipaggiato con un sistema di riscaldamento e ventilazione nettamente migliorato. Anche la versione “L” comprendeva di serie ampie tasche sulla portiera e lo schienale posteriore frazionabile, per la massima flessibilità d’impiego giornaliero. Le serie superiori, come la Ghia e la sportiva XR2, si caratterizzavano per ulteriore eleganza, le prese d’aria aggiuntive e rivestimenti di maggiore qualità. L’ultima declinazione XR2 si distingueva dalla media per l’elegante “body pack” e lo spoiler sul portellone.

Ulteriori progressi in termini di consumi sono arrivati grazie ad una più ampia offerta di motorizzazioni. I tecnici di Ford hanno ulteriormente migliorato la proposta dei costi di gestione con un nuovo motore diesel 1.6 litri da 54CV, consentendo a Fiesta di essere l’unica vettura di queste dimensioni ad offrire una motorizzazione diesel. Il consumo omologato di 3,8 litri/100 km a velocità costante di 90 km/h ne ha fatto una della automobili più economiche al mondo: un’affermazione sostenuta dai test effettuati dai vari media subito dopo il lancio.

Nel 1984, sono diventati disponibili i primi modelli con motori 1.3 litri con benzina senza piombo. Il cambio a variazione continua di rapporto CVT – Continuously Variable Transmission –altra tecnologia brevettata da Ford, progettata per vetture compatte a trazione anteriore, è apparsa per la prima volta su Fiesta. Il segreto di questo cambio senza soluzione di continuità stava nella particolare cinghia che lavorava tra due assi per variare il rapporto. Un sistema automatico manteneva livelli ottimali il funzionamento del motore e dei rapporti.

Il sistema risultante combinava i vantaggi del cambio manuale e del cambio automatico. All’epoca, le sue prestazioni erano paragonabili a un cambio manuale a sei marce ottimizzato. Tutto ciò riferito alla potenza e al consumo, con prestazioni decisamente superiori ai normali cambi automatici. Oltre ai suoi vantaggi economici, il nuovo cambio CTX offriva anche livelli di comfort di guida fino ad allora inesplorati.

Il ritorno delle Fiesta ufficiali: un’altra storia

Rispetto a quel Rally di MonteCarlo 1979, il ritorno della Ford Fiesta nel rally, in forma ufficiale, si ebbe nel 2002 con la presentazione del RallyeConcept. La sua realizzazione avvenne con l’aiuto della RallyeSport, che qualche anno prima si occupò dello sviluppo della Puma Super 1600 e delle auto da rally Focus WRC. Lo sviluppo del prototipo venne portato avanti finché la Fiesta Super 1600 esordì in Grecia nel 2004.

A proposito del 2004: Ford ha reso Fiesta ancor più emozionante, creando due nuovi modelli sportivi. La nuova ammiraglia della gamma è diventata la Fiesta ST 2.0 litri da 150CV, prima vettura stradale creata dal nuovo TeamRS, un’organizzazione all’interno di Ford, specializzata per le auto sportive e la competizione automobilistica.

Fin dalla Fiesta XR2 del 1981, prestazioni affidabili e piacere di guida allo stato puro sono tra le principali caratteristiche della gamma delle compatte Ford. La missione specifica di Fiesta ST era di offrire questo tipo di emozioni a una nuova generazione di guidatori.

Fiesta ST ha puntato esattamente al cuore della popolarissima categoria dei “giovani scatenati”. L’obiettivo di Ford era creare il prodotto migliore della categoria, un’auto in grado di vantare straordinarie credenziali di guida! La nuova Fiesta ST coincide con il ritorno di “Fiesta superveloce”. A sua volta, l’altra sua compagna di scuderia, Fiesta S, ha rappresentato l’aggiunta di due ulteriori versioni sportive, compresa la prima Fiesta diesel sportiva.

Progettata per essere un “peperino” divertente da guidare, con un aspetto sportivo e prestazioni brillanti, Fiesta S è più accessibile come costi d’acquisto, di gestione e di assicurazione. Realizzata sulla base della Fiesta 3 Porte, sul modello S sono stati utilizzati lo stesso spoiler sul tetto, e i medesimi paraurti di Fiesta ST, e i sedili sportivi dall’ottima tenuta.