Fabrizia Pons: da oltre 40 anni la storia continua
Le origini motoristiche della Pons risalgono al motocross, e che si sappia: da quando ha lasciato il motocross per i più tranquilli rally, ha “disdetto” l’abbonamento settimanale col CTO di Torino. Costretta ad abbandonare le due ruote per un brutto incidente (ma il suo cuore rimarrà legato alla specialità), nel 1976 debutta come pilota al volante di una Autobianchi A112 Abarth, vincendo la sua classe nel Rally Team ‘971. Poi si laurea anche campionessa italiana femminile.
Fabrizia Pons, un sorriso sincero che negli anni non cambia. La voglia immutata di continuare a correre, a navigare e ad insegnare i rally. La prima volta che ho approcciato ad un rally iridato come cronista è stata in occasione del Rally di MonteCarlo 1997 in cui debuttavano le WRC e la Pons era al fianco di Piero Liatti, sulla Subaru Impreza WRC.
La copilota torinese era stata lontana qualche anno dai rally iridati e ciò nonostante ce la ritrovavamo sul primo scalino del podio, in una delle gare più prestigiose e affascinanti del mondo: il Rally di MonteCarlo. Fabrizia, nel 1997, era una graziosa quarantenne, all’epoca madre di Ludovico (che aveva 10 anni) e di Elisabetta (che di anni ne aveva 8) e il suo pilota, Piero Liatti, la soprannominava la Ragazzina Terribile.
Fabrizia aveva e ha in sé da sempre, evidentemente, la passione per i motori e la vocazione della copilota. Di quella persona, cioè, che ha il difficile compito di conquistare la piena fiducia del suo pilota, leggendogli con un attimo di anticipo tutte le caratteristiche delle curve che la vettura affronterà. Note che venivano e vengono prese durante le ricognizioni del percorso e che permettevano e permettono, a chi è al volante, di percorrere ogni tratto alla massima velocità consentita dalle traiettorie. In questo Fabrizia Pons era ed è bravissima.

Non va dimenticato che nel 1981, sempre come navigatrice, la torinese ha vinto con la francese Michèle Mouton il Rally di Sanremo (altra gara del campionato mondiale marche e piloti). L’anno dopo si è imposta poi nei rally mondiali del Portogallo, della Grecia e del Brasile, aggiudicandosi il premio Halda, la più alta onorificenza rallistica per navigatori.
“Quando è la gara giusta – fu il suo commento dopo la conclusione del vittorioso MonteCarlo 1997 – te lo senti. Anche nei primi giorni, mentre eravamo dapprima terzi in classifica, poi secondi, Piero ed io avevamo già intuito che avremmo potuto vincere. Lo intuivamo da come tutto sembrava girare per il verso giusto. Eravamo comunque partiti per imporci”. Una vittoria annunciata, dunque.
Le origini motoristiche della Pons risalgono al motocross, e che si sappia: da quando ha lasciato il motocross per i più tranquilli rally, ha “disdetto” l’abbonamento settimanale col CTO di Torino. Costretta ad abbandonare le due ruote per un brutto incidente (ma il suo cuore rimarrà legato alla specialità), nel 1976 debutta come pilota al volante di una Autobianchi A112 Abarth, vincendo la sua classe nel Rally Team ‘971. Poi si laurea anche campionessa italiana femminile.
Il grande passo nel 1979 quando diventa navigatrice a fianco di Gigi Lucky Battistolli (con cui ancora oggi corre) e, con il veneto, disputa alcune gare europee imparando ad amare questo nuovo ruolo, che significa non soltanto fornire dati al pilota in corsa ma anche organizzare le assistenze, badare ai tempi di rifornimento e di riparazione ed alla tabella di marcia.
“Nel 1981 – raccontava Fabrizia Pons – mi telefonò la Mouton per chiedermi se volevo correre con lei sulla Audi. Mi parve un sogno, poi volutamente interrotto nel gennaio del 1986 per sposarmi con Carlo (Rivoira, ndr). Su insistenza di Michèle, quell’anno, ho ancora corso il Rally di Corsica, dove purtroppo morirono il finlandese Henri Toivonen e l’italo-americano Sergio Cresto. Allora dissi basta. Le vetture erano diventate dei bolidi potentissimi e pericolosi (oltre 400 CV, ndr), non era più un modo di correre che mi piacesse. Sono tornata a fare la navigatrice sulla Lotus storica di Giorgio Tessore. Evidentemente avevo perso soltanto il pelo, ma non il vizio se, dopo aver navigato con il novarese Piero Longhi sulla Toyota della Grifone, sono rientrata nel Mondiale Rally con Ari Vatanen. Con lui sono arrivata seconda, sulla Mitsubishi, alla Hong Kong-Pechino. Poi mi ha cercata Liatti per la Subaru. Ed eccomi qua”. E la storia continua…