,

Dakar: quando il giallo non è solo cambio di colore

Dakar: quando il giallo non è solo cambio di colore

Il ”Leone Giallo” ha subito tenuto fede ai disegni di Peugeot e Reynolds, con Vatanen, il biondo ”Principe del Deserto” primo con la 205 T16 Grand Raid nella Capitale del Senegal, dove come suo costume ha brindato con latte, a differenza di molti connazionali… Il bello è che nel 1988, cambiati i colori delle vetture ufficiali nel bianco-azzurro del nuovo sponsor elettronico, c’è stato il… giallo Peugeot, con il furto della 405 di Vatanen.

Poche settimane prima del debutto in gara nella Parigi-Dakar, Peugeot presentò la squadra piloti e la 205 T16 in versione definitiva. Oltre alle modifiche tecniche, rispetto al Gruppo B che aveva appena vinto il Mondiale Rally, c’era un’altra grossa novità, la colorazione di base gialla, in luogo del bianco tradizionale. Il motivo è presto svelato.

Quelli erano i colori del main-sponsor, annunciato qualche giorno prima: la Reynolds Tobacco Company. Riprendendo la livrea di uno dei suoi brand famosi, ecco il giallo e l’effigie del cammello disegnata lateralmente. Mai scelta fu più felice: un’impostazione ideale per la Dakar, con il giallo a evocare le dune del deserto, e il cammello tipico di quelle zone d’Africa.

Il “Leone Giallo” ha subito tenuto fede ai disegni di Peugeot e Reynolds, con Vatanen, il biondo “Principe del Deserto” primo con la 205 T16 Grand Raid nella Capitale del Senegal, dove come suo costume ha brindato con latte, a differenza di molti connazionali…

Il bello è che nel 1988, cambiati i colori delle vetture ufficiali nel bianco-azzurro del nuovo sponsor elettronico, c’è stato il… giallo Peugeot, con il furto della 405 di Vatanen, in testa alla gara, dal bivacco di Bamako. Per il “Principe del Deserto” niente bis a Dakar, dove il raddoppio c’è stato per la Peugeot 205 T16 con l’altro finlandese, il Campione del Mondo Rally Juha Kankkunen.

KKK con grande sportività dichiarò che la vittoria morale era di Vatanen, e regalò il trofeo a Mariolino Cavagnero, il “mago” delle Peugeot italiane, che l’aveva seguito come capotecnico durante la corsa. A proposito d’italiani, quell’edizione resta famosa anche per il primo successo di un motard tricolore, Edy Orioli primo davanti a Franco Picco.

Peugeot è poi tornata a indossare la livrea gialla nell’edizione 1990, in occasione dell’ultima uscita ufficiale dei “Leoni Grand Raid”. E il giallo anche questa volta ha sortito i suoi effetti registrando addirittura una tripletta sul traguardo del Lago Rosa con le Peugeot 405 Grand Raid, per la prima volta con questo colore di carrozzeria, con Ari Vatanen e Bijron Waldegaard primo e secondo con le 405, per la prima volta con questo colore sulla carrozzeria, e Alain Ambrosino terzo con l’ “evergreen” (o…superyellow?) 205 T16 Grand Raid.