Coppa del Mondo 1970: il Rally Londra-Città del Messico
Nazioni che avevano avuto forti divergenze le appianarono momentaneamente in onore del Rally, e si dice che per l’occasione sia stata addirittura rimandata una rivoluzione. Non mancarono episodi di concorrenti trovatisi in una sparatoria a un passaggio di frontiera, molti altri concorrenti si ritirano in questa fase perché fuori tempo o privi di assistenza meccanica, l’unico a non avere problemi nonostante l’insidia del percorso è Hannu Mikkola.
I mondiali di calcio che stanno per cominciare in Germania ci danno l’occasione per parlare di un evento unico nella storia dell’automobilismo il rally della coppa del mondo 1970. L’occasione scaturì dalla vittoria ottenuta dall’Inghilterra nei campionati mondiali di calcio del 1966, e dalla difesa del titolo in Messico nel 1970, si decise di creare un gemellaggio tra Londra e Città del Messico attraverso un rally su grandi distanze che avrebbe attraversato le nazioni europee e sudamericane. La gara fu sponsorizzata dal Daily Mirror, e il percorso assai severo fu scelto con molta cura, si iscrissero più di cento concorrenti e le squadre ufficiali più preparate erano la Ford e la BMC, la prima preferì optare per vetture semplici e leggere con due uomini di equipaggio, mentre la BMC aveva scelto vetture più pesanti con tre uomini di equipaggio.
La Ford di Jimmy Greaves
Oltre alla Ford con le Escort 1850 GT, e alla BMC con le Triumph 2.5 PI presero il via molte altre vetture come Citroen, Morris, Austin, BMW, Mercedes, addirittura delle Moskvich sovietiche, ed auto più pittoresche come un Buggy Volkswagen e due Rolls Royce. La partenza fu data il 19 aprile 1970 dallo stadio di Wembley con una cerimonia molto festosa, e le auto raggiunsero Dover e quindi la Francia, il percorso europeo benché lungo 7242 km venne considerato poco più di un allenamento, in attesa delle certamente più impegnative prove sudamericane. Le vetture attraversarono tutta l’europa fino alla Bulgaria, e quindi tornarono indietro e la prima sosta di riposo fu prevista a Milano, da qui si prosegui verso Lisbona ma solo 71 auto raggiunsero la città portoghese, molte furono fermate da guasti, incidenti e squalifiche.
La Triumph 2.5 Pi di Paddy Hopkirk
Fino a questo punto conduceva Renè Trautmann su Citroen DS21 con due minuti di vantaggio sulla Ford Escort di Hannu Mikkola, le auto si imbarcano per Rio de Janeiro, qui iniziano le grandi difficoltà in Brasile e Argentina è autunno e oltre alla lunghezza delle varie tappe bisogna abituarsi alla polvere, alle alte temperature a livello del mare, al gelo e addirittura alla neve nei tratti di montagna. In queste difficoltà Trautmann danneggia la sua Citroen e cede il comando a Mikkola, in sudamerica il pubblico era incredibilmente numeroso ed entusiasta e si affollava per assistere al passaggio delle vetture non solo nelle città ma anche nelle campagne e ai posti di frontiera, dove le guardie svolgevano con particolare rapidità le pratiche doganali per favorire i concorrenti.
Una sosta sulle Ande Peruviane
Nazioni che avevano avuto forti divergenze le appianarono momentaneamente in onore del Rally, e si dice che per l’occasione sia stata addirittura rimandata una rivoluzione. Non mancarono episodi di concorrenti trovatisi in una sparatoria a un passaggio di frontiera, molti altri concorrenti si ritirano in questa fase perché fuori tempo o privi di assistenza meccanica, l’unico a non avere problemi nonostante l’insidia del percorso è Hannu Mikkola. Niente riesce a fermarlo fossi, animali sul percorso, nuvole di polvere che rendono la visibilità nulla, Mikkola guidò cosi veloce da provocare le proteste del suo navigatore Gunnar Palm, al punto che minacciò di abbandonare l’auto se non si fosse dato una calmata. Andrew Cowan subisce un incidente, e i problemi meccanici e climatici a causa della lunghezza delle tappe si fanno sempre più drammatici, in Perù si disputa una speciale di 901 km dove dei concorrenti bucarono anche dieci volte, e Zasada su Escort sostitui l’avantreno della sua auto montando un freno a disco e uno a tamburo. 52 vetture raggiunsero Montevideo, 43 Santiago del Cile e 30 La Paz, durante questi percorsi si ingaggia un’avvincente battaglia per i primi posti tra Mikkola e Rauno Aaltonen su Ford, e Paddy Hopkirk e Brian Culcheth su Triumph, sono ancora in gara tre delle Moskvich, mentre un incidente ad una Citroen costò la vita al copilota, e la Escort di Greaves investi un cavallo imbizzarrito.
L’insolita Rolls Royce Silver Cloud
A Panama arrivano solo 26 vetture, e Culcheth passa al secondo posto scavalcando Aaltonen, solo 23 concorrenti superstiti arrivano a Fortin prima del percorso d’onore di 322 km che li avrebbe portati a Città del Messico, dove allo stadio Azteca li attendeva Graham Hill. Il Daily Mirror dedicò tutta la prima pagina all’impresa di Mikkola, e molti continuano a ricordare la Londra Città del Messico come il rally di Mikkola, ma a contribuire al successo della gara non fu solo la bravura del pilota della Ford, ma molti altri fattori come la grande adesione del pubblico l’eccezionale lunghezza del percorso un totale di 25.750 Km, la varietà del fondo stradale, la partecipazione di equipaggi da tutto il mondo. Per la prima volta un rally includeva l’attraversamento della Pampas Argentina e delle Ande Peruviane e Boliviane. Per la Ford il rally fu un grande successo piazzando cinque vetture nei primi otto, e fu l’occasione per battezzare il nuovo modello “Mexico”, da allora si disputarono altri rally sulla lunga distanza, ma nessuno seppe uguagliare per durezza del percorso ed entusiasmo del pubblico in due continenti la Londra – Città del Messico del 1970.
Classifica Finale
1- H. Mikkola/G. Palm Ford Escort 1850 GT
2- B. Culcheth/J. Syer Triumph 2.5 PI
3- R. Aaltonen/H. Liddon Ford Escort 1850 GT
4- P. Hopkirk/A. Nash/N. Johnston Triumph 2.5 PI
5- T. Makinen/G. Staepelaere Ford Escort 1850 GT
6- J. Greaves/A. Fall Ford Escort 1850 GT